PISTOIA Francesco
21 aprile 1838 - 18 aprile 1927 Nominato il 01 marzo 1923 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio e per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza LombardiaCommemorazione
Tommaso Tittoni, presidente
"PRESIDENTE. (Si alza e con lui si alzano i senatori e i ministri).
Onorevoli colleghi, la breve interruzione dei nostri lavori ci ha recato nuovi lutti dolorosi.
[...]
Si è spento il 18 aprile in Isola Dovarese, che gli aveva dato i natali il 21 aprile 1838, il tenente generale Francesco Pistoja. La sua vita è luminoso esempio di meritata ascensione. Nato di un umile artigiano, si era avviato al sacerdozio, ma la voce della Patria, che si preparava alla lotta contro l'Austria, fu per lui irresistibile e nel marzo 1859 fuggì di seminario per correre ad arruolarsi nella brigata Savoia a Torino. Combattè sotto quelle insegne così valorosamente da meritarsi, appena finita la campagna, la nomina per merito di guerra a sottotenente di fanteria: e nell'esercito percorse poi, per le sue eminenti virtù di scienza, di attività e di coraggio, una brillantissima carriera. Fece nel 1860 e 1861 la campagna contro il brigantaggio: nel 1866, passato nello stato maggiore, partecipò da capitano all'investimento di Mantova, fu poi per vari anni all'Istituto topografico militare: promosso colonnello nel 1886, fu dapprima comandante di reggimento, indi capo di stato maggiore del 7° corpo d'armata; nel 1896 maggiore generale, al comando della brigata Pinerolo, anche in Africa; indi nel 1898 tenente generale, dapprima comandante della divisione militare di Brescia e poi del 7° corpo d'armata di Ancona, dove nel 1906, colpito dai limiti d'età, dovette uscire dal servizio attivo, finchè nel 1910 fu collocato a riposo per anzianità di servizio. Ma non per questo cessò il Pistoja di dare l'opera sua all'esercito, giacchè nel 1912 fu inviato in missione in Libia per lo studio delle fortificazioni e fu poi anche richiamato per breve tempo durante la grande guerra.
Ma, se eminenti furono i suoi meriti militari, grandi furono del pari le sue benemerenze parlamentari. Il collegio di Casalmaggiore lo inviò alla Camera nel 1900 per la 20° legislatura e il mandato gli riconfermò per le tre legislature successive fino al 1919. Grande autorità e prestigio seppe il Pistoja acquistarsi durante il lungo periodo della deputazione politica; fu assiduissimo ai lavori della Camera e delle Commissioni e seppe farsi specialmente apprezzare ed ascoltare nei suoi discorsi in materia militare, coi quali, al pari che colle sue dotte relazioni, portò un notevole contributo allo studio dei problemi interessanti la difesa nazionale.
Patriota ferventissimo in ogni tempo, seguì sempre, anche se la tarda età non gli consentiva di parteciparvi, con entusiasmo e fervore giovanili le gloriose vicende belliche della nostra nazione e non smarrì mai la fede nei destini radiosi della Patria, anche nei tristi anni dell'immediato dopo-guerra.
Il 1° marzo 1923 le sue benemerenze gli valsero la nomina a senatore e noi lo avemmo carissimo. Era per lui un cruccio assai grave che i molti anni e gli acciacchi gli impedissero di esplicare fra noi quell'attività che avrebbe desiderato.
Con la morte di Francesco Pistoja la Patria perde un prode soldato, nel benemerito cittadino, un'invitta anima d'italiano. Curviamo reverenti la fronte dinanzi alla sua salma a inviamo alla desolata famiglia l'espressione del nostro acerbo dolore. (Benissimo)
FEDERZONI, ministro delle Colonie. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERZONI, ministro delle Colonie. Compianto e riverenza esprime anche il Governo per la memoria degli insigni membri di questa Assemblea ultimamente tolti all'affetto comune. Onoriamo Francesco Pistoja, illustre generale ed esemplare cittadino; [...] Col Senato, la Nazione iscrive questi quattro nomi tra quelli degli Italiani che hanno benemerirato della Patria (Approvazioni)".
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 16 maggio 1927