PIRONTI Michele
14 gennaio 1814 - 14 ottobre 1885 Nominato il 28 febbraio 1869 per la categoria 12 - I consiglieri del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti dopo cinque anni di funzioni provenienza CampaniaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giacomo Durando, Presidente
Onorevoli colleghi! Nel periodo d'interruzione dei nostri lavori il Senato ha subito gravi e pur troppo numerose perdite, di cui adempio oggi l'ingrato ufficio di darvi partecipazione. [...]
Affranto da grave malore ereditato dai lunghi patimenti sofferti per causa politica cessava di vivere in Torre del Greco il 14 ottobre scorso il conte Michele Pironti che era nato in Montoro nel 1814.
Chi di voi non ha udito rammentare con quanto ardore il Pironti abbia amato la patria? Egli apparteneva a quella generosa schiera di forti che fin dal 1848 tutto sacrificavano per la causa nazionale, e i sacrifici suoi gli fruttarono un duro carcere. Liberato nel 1860 dopo dieci anni di catena e reintegrato nella carica di magistrato, fu chiamato nel Consiglio della luogotenenza di Napoli, dove dette opera alla unificazione della magistratura napoletana con quella del resto d'Italia. Fu quindi procuratore generale della Corte d'appello di Napoli e nel 1869 resse per pochi mesi il dicastero di Grazia e Giustizia. Nello stesso anno ebbe la nomina di senatore. Dopo alcune contrarietà incontrate nel corso della sua carriera giudiziaria, occupava ultimamente la carica di procuratore generale nella Corte di cassazione di Napoli. Il Re Vittorio Emanuele che lo onorava di molta stima gli aveva conferito il titolo di conte. Le onoranze recentemente tributategli dal Consiglio della sua Provincia di Avellino rendono splendida testimonianza della stima e dell'affetto da cui era circondato.
Uomo di saldo carattere e d'integrità antica lascia un gran vuoto nelle file dei vecchi liberali e un esempio nobilissimo di cittadine e patriottiche virtù. [...]
E qui termina la lunga serie delle nostre sciagure. Mandando un mesto saluto alla memoria dei compianti colleghi, faccio caldi voti perché mi sia allontanato il calice amaro di esservi apportatore di nuovi dolori.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 25 novembre 1885.