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PIERANTONI Augusto

18 giugno 1840 - 12 marzo 1911 Nominato il 25 novembre 1883 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Abruzzo

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! [...]
I nostri voti, perché ci fosse salvo il collega Augusto Pierantoni, non sono stati esauditi. La fiera malattia è stata indomabile; gli ha spenta ieri alle 18 quella vita, che Chieti gli aveva data nel 24 [sic] giugno 1840, e condotta aveva con amore di patria e devozione al dovere, affettuoso alla famiglia ed agli amici.
Studente in Napoli, soldato della rivoluzione nel 1860, seguì la bandiera del duce dei Mille sino al Volturno. In una lettera del 1867 Garibaldi gli si firmava fratello d'armi e di pensiero. Tenne poi dalla dittatura l'ufficio di segretario nel Ministero della pubblica istruzione nel quale continuò a Torino, praticando al tempo stesso nello studio legale del Mancini. Laureatosi in Napoli con isforzo di studii, conseguì a concorso la Cattedra del diritto internazionale e costituzionale nell'Università di Modena nel 1865; dalla quale passò a quella di Napoli e da Napoli a Roma, durando con zelo all'insegnamento sino all'ultimo de' suoi giorni, amorevole ai discepoli, e da questi amatissimo. Avvocato, come all'insegnamento, pose fede e calore alla professione forense. Tornò nel 1866 alle armi sotto il grande condottiero per la campagna del Trentino. Giacomo Medici gli fece dono di una fotografia con la dedica: al prode artigliere di Valsugana.
Al Parlamento gli fu dato l'ingresso nel 1874 dai suffragi del collegio di Santa Maria Capua Vetere per la XII legislatura, e mantenuto in seggio fino a tutta la XV; poi fu l'eletto del primo collegio di Caserta. Alla Camera si segnalò con frequenti discorsi di politica e di diritto; appartenne e lavorò a giunte e commissioni importanti.
Entrato in Senato per nomina del 25 novembre 1883, qui pure spiegò calore, tenacia e forza di convinzione nelle sue tesi; prediligendo la sua materia, le questioni del diritto internazionale. Grande mole di cognizioni e copia di dottrine possedeva nella mente, e ricca memoria di fatti e di sentenze. Numerose pubblicazioni ci ha lasciate; con gli scritti e nei viaggi e ne' congressi e nelle conferenze fecesi conoscere agli stranieri, rappresentando degnamente il proprio paese. Nell'autunno ultimo a Washington, delegato d'Italia al settimo Congresso penitenziario, ebbe festose accoglienze ed onoranze. Nel 1885 fu delegato italiano alla Conferenza internazionale di Parigi per il trattato sulla navigazione libera del canale di Suez; e nello stesso anno fu insignito del titolo di dottore honoris causadall'Università di Oxford. Fu nel 1873 de' fondatori e presidente dell'Istituto di Diritto internazionale: fu consigliere dal 1876 del Contenzioso diplomatico.
Onore dunque alla memoria del compianto collega, e pace alla sua anima. Alla eletta donna, che gli fu consorte, ed ai figli le condoglianze del Senato. (Benissimo).
MORTARA. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
MORTARA. Non vedendo presente nessuno degli onorevoli colleghi che illustrano le cattedre della facoltà giuridica di Roma, e avendo avuto l'onore di essere pur io per molti anni collega nell'insegnamento del diritto e dei professori di diritto italiani, alle nobili parole con le quali il compianto maestro fu testé commemorato dal nostro illustre Presidente.
La scienza giuridica italiana ha perduto veramente uno dei suoi cultori molto illuminati, che fu dei più fecondi e benemeriti; poiché senza dubbio Augusto Pierantoni, nella lunga sua attività d'insegnante, di pubblicista, di rappresentante della scienza e del Governo d'Italia, in congressi, in riunioni diplomatiche, conferenze giuridiche ed interparlamentari presso Stati stranieri, ebbe sempre a tener alto nobilissimamente il decoro della cattedra italiana, e fu degno erede di Pasquale Stanislao Mancini nel rappresentare l'Italia come antesignana di quel movimento degli studi giuridici che precorre le aspirazioni dei cuori di tutte le persone benpensanti verso la meta dell'affratellamento dei popoli sotto una legge comune, sotto una norma giuridica universale che rappresenti il trionfo della civiltà e della pace.
Anche recentemente egli fu in America dove ebbe da quegli studiosi del diritto e da quei nostri connazionali alte onoranze che furono eco della benemerenza che tanti anni di lavoro indefesso ed elevato gli avevano giustamente procurato.
Io credo dunque di essere interprete dei sentimenti di tutti i colleghi ringraziando il nostro Presidente delle parole con le quali così acconciamente egli ha voluto tratteggiare i meriti del compianto nostro collega, e nel proporre che siano manifestate alla famiglia di lui e all'Università di Roma le condoglianze per il lutto che ha colpito l'una o l'altra. (Approvazioni).
MELODIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MELODIA. Permetta il Senato che, col cuore profondamente commosso, io mi associ alle nobili parole testé pronunciate dall'illustre Presidente e dal senatore Mortara.
Questi hanno luminosamente ricordato il caldo patriota, il valoroso soldato dell'indipendenza nazionale, l'insigne scienziato.
A me, ch'ebbi lunga ed affettuosa dimestichezza con Augusto Pierantoni, sia concesso ricordare la nobiltà dell'animo suo, la grandezza del suo cuore.
Vivace nelle discussioni, anche private, usando parole taglienti e qualche volta aspre, pareva, forse, a coloro che non lo conoscevano intimamente, ben diverso da quello che realmente egli era.
Bastava osservarlo pochi minuti dopo, per aver chiara la dimostrazione che nell'animo suo non albergava mai né astio, né rancore verso alcuno e che sotto quella forma incisiva si nascondeva una grande bontà d'animo.
Del suo grande cuore è prova l'affetto sviscerato ch'egli nutriva per la sua famiglia, affetto che traspariva in tutti i suoi atti, in tutte le sue parole.
Prego il Senato di volere inviare le sue condoglianze non solo, come ha proposto il senatore Mortara, all'università ed alla sua famiglia, e specialmente alla desolata vedova, che il gran nome paterno e quello illustre dello sposo ha anch'essa con le opere e gli scritti nobilitato, ma anche alle città di Chieti e di Santa Maria Capua Vetere.
La prima gli dié i natali, l'altra gli aprì le porte del Parlamento e fu da lui molto amata, scegliendola a sua dimora per tutto il tempo che gli lasciava disponibile l'adempimento dei suoi doveri di professore e di parlamentare. (Approvazioni).
PRESIDENTE. A queste proposte dei senatori Mortara e Melodia, alle quali non dubito il consenso unanime del Senato, mi farò premura di dare esecuzione.
FINALI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINALI. Mi associo di gran cuore, con animo di amico, alle lodi che del compianto Pierantoni han detto l'illustre nostro Presidente ed i colleghi senatori Mortara e Melodia, e mi vi associo anche in nome del Consiglio del contenzioso diplomatico, al quale insieme appartenevamo e dove egli aveva occasione di mostrare la vastità della sua dottrina nelle materie di diritto internazionale.
La scienza ha fatto una grande perdita in questo nostro collega, il quale, per le qualità della mente e dell'animo, sotto una rude scorza, era degno dell'affetto di tutti. (Approvazioni).
CREDARO, ministro della pubblica istruzione. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CREDARO, ministro della pubblica istruzione.Il Governo si associa alle lodi che l'illustre Presidente del Senato ed i senatori Mortara, Melodia e Finali hanno tributato alla memoria del senatore Pierantoni come patriota, studioso, insegnante e cittadino. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 13 marzo 1911.