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PETITTI DI RORETO Carlo

18 dicembre 1862 - 27 gennaio 1933 Nominato il 06 ottobre 1919 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Luigi Federzoni, Presidente

Prima di riprendere le nostre discussioni rivolgiamo un pensiero di affetto e di reverenza alla memoria dei colleghi che ci hanno lasciati durante l'interruzione delle sedute del Senato.
(..) Particolarmente sentita, per noi, è stata la perdita di Carlo Petitti di Roreto, figura di soldato e di gentiluomo che aveva meritato l'universale ammirazione. Senatore dal 1919, era membro autorevole della Commissione di finanza e relatore del bilancio della Guerra. Egli proveniva da una famiglia di quella antica nobiltà militare piemontese, nella quale l'eredità di un nome illustre educa ogni generazione a asservire fedelmente con l'intelletto e col sangue il Re e la patria così che l'antico privilegio non è se non il vincolo per un più severo dovere. Carlo Petitti di Roreto diede dunque all'esercito cinquant'anni di intemerata attività. Comandante del 50° fanteria nel combattimento di Misurata, dal 18 luglio 1912, si guadagnò la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Durante la guerra mondiale, al comando di grandi unità, affermò le sue magnifiche qualità di soldato e di condottiero. Ogni motivazione delle decorazioni al valore da lui meritate esalta un episodio eroico. A Campomolon, "dopo aver diretto un calmo e ordinato ripiegamento, e tenne ferme, col suo valoroso impulso, su le posizioni affidategli per resistere ad oltranza, le sue truppe, benché decimate da violentissimi bombardamenti, e ricacciò i numerosi e forti attacchi del nemico, infiggendogli ingenti perdite"; esercitando con prestigio e con fermezza incomparabili il comando del contingente italiano, in Macedonia, "dimostrava ottime qualità militari nel curare personalmente la sistemazione difensiva del settore affidatogli, sprezzando ogni pericolo, in numerose ricognizioni ed ispezioni sulle prime linee, anche durante bombardamenti nemici. Rimasto ferito non lievemente, non cedeva il comando affidatogli, noncurante di sé, ma soltanto del compimento del proprio dovere"; nella ritirata dall'Isonzo al Piave, guidando un gruppo di Corpi d'Armata, "spiegò la massima attività per superare la gravissima crisi, e si gettò personalmente ed arditamente nella mischia alla testa delle nostre retroguardie per trattenere il nemico, esempio di valore a tutte le truppe dipendenti"; sul Basso Piave, "destinato a operare in un settore delicatissimo per la particolare natura del terreno e per la speciale funzione difensiva spettantegli seppe con instancabile alacrità, con fervido sentimento di amor patrio, preparare le sue truppe a prove supreme e nella battaglia sul Piave, dopo nove giorni di eroica resistenza, condurle alla vittoria, movendo subito dopo alla riconquista di un ampio territorio, e ridonando alla patria un primo lembo del suolo calpestato dal nemico, ed ampliando largamente le difese di Venezia".
Dopo la vittoria essendo stato nominato primo governatore di Trieste italiana, ebbe l'onore e la gioia di ricevere nella città redenta, in un'apoteosi di amore e di riconoscenza, il Re Vittorioso.
A Carlo Petitti di Roreto e agli altri colleghi che non torneranno più fra noi, vada il nostro memore e affettuoso saluto.
MUSSOLINI, capo del Governo. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSSOLINI, capo del Governo. Mi associo, a nome del Governo, alle parole commemorative pronunziate dal Presidente della vostra Assemblea.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,21 marzo 1933.