PERNATI DI MOMO Alessandro
02 maggio 1808 - 27 luglio 1894 Nominato il 31 agosto 1861 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio e per la categoria 05 - I ministri segretari di Stato e per la categoria 15 - I consiglieri di Stato dopo cinque anni di funzioni provenienza PiemonteCommemorazione
Atti parlamentari Commemorazioni.
Domenico Farini, Presidente
Dal giorno ventitré del mese di luglio ad oggi noi avemmo a lamentare la morte dei senatori La Porta, Pernati di Momo, Durando, Fabretti, Lauri, Amore, Pavese, D'Ancona, De Crecchio. [...]
Il conte Alessandro Pernati di Momo mancò ai vivi alle ore venti il 27 di luglio, in età di ottantasei anni, due mesi e venticinque giorni.
Compiuti con onore gli studî della legge, egli si avviò al pubblico servizio e per oltre trentatré anni vi rimase. Dai primi passi dati quale volontario nell'ufficio del procuratore generale di Sua Maestà, al giorno in cui, l'ottobre 1865, si ritrasse da consigliere di Stato, molto nome acquistò.
Le intendenze generali di Saluzzo, Genova, Pallanza, Domodossola, Annecy, Chambery, Torino con insuperabile sollecitudine e rettitudine governate, con esimia dottrina amministrate glielo procacciarono: glielo ingrandì il Consiglio di Stato, del quale fu per tredici anni ornamento.
Funzionario d'antico stampo, tutto studio e solerzia per l'ufficio, quantunque tre collegi del novarese dal 1849 al 1859 lo mandassero alla Camera, egli non si lasciò invischiare alla pece, travolgere nelle spire della politica. Da intendente di Torino nel 1852 addivenuto ministro dell'interno, ne fuggì la tentazione quando indi a poco scese dall'alto scanno; e tornato modestamente nell'amministrazione pubblica non privò lo Stato di un tesoro di autorità, di sperienza e di dottrina. Assiduo ai lavori dell'altra Camera, dal 1861 in poi, non lo fu meno a quelli del Senato, finché sedette in Torino. Da allora di tratto in tratto, pure in questi ultimi anni, qui conveniva rendendoci tutti ammirati per la gioconda vigoria che fino all'estrema età lo allietò. Nel frattempo, stando a dimora in Torino molte amministrazioni della vasta città trassero profitto dall'illuminata opera di lui, a cominciare da quelle della provincia e del comune, il quale anzi per qualche mese resse.
Uomo di largo censo e di gran cuore il conte Pernati fu in vita generoso di doni alle opere di beneficenza di Novara sua città natale ed a quelle della terra donde traeva il predicato. Alto sentire, modestia appropriata al verace merito, lo distinsero; una serena spigliatezza lo rese grato a chi ebbe seco lui consuetudine. Morendo ordinò lo si tumulasse senza pompa ufficiale nella città che gli aveva dato nascimento e lo fu in mezzo al dolore dei congiunti ed al pubblico rammarico.
Noi reverenti e dolenti per la sua dipartita rammentiamo ed onoriamo ancora una volta l'uomo egregio che fu compagno a Massimo D'Azeglio nel Governo quando per lo scapestrare delle fazioni, fra la rovina della libertà in Italia ed alla reazione minacciosa in quasi tutta Europa le libere franchigie del Piemonte furono serbate incolumi da ogni iattura, sicché al Regno di Vittorio Emanuele si volsero la speranza ed il desiderio degli italiani. (Approvazioni). [...]
PRESIDENTE. Il senatore Sprovieri Francesco propone di far pervenire le condoglianze del Senato alle famiglie degli estinti testé commemorati.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(Approvato).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 dicembre 1894.