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PAVESE Nicola

18 novembre 1808 - 02 novembre 1894 Nominato il 16 novembre 1862 per la categoria 17 - Gli intendenti generali dopo sette anni di esercizio provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti parlamentari Commemorazioni.
Domenico Farini, Presidente

Dal giorno ventitré del mese di luglio ad oggi noi avemmo a lamentare la morte dei senatori La Porta, Pernati di Momo, Durando, Fabretti, Lauri, Amore, Pavese, D'Ancona, De Crecchio. [...]
Da trentadue anni pressoché compiuti l'avvocato Nicola Pavese apparteneva al Senato quando venne a morte addì 2 novembre.
A Novi Ligure nato, vi si spense nella grave età di ottantasei anni, meno sedici giorni.
Vi era tornato a dimorare quando nell'estate del 1864 si ritirò dal pubblico servizio, continuato per trentun'anni.
Laureato nella legge, incominciò la sua carriera nell'ufficio dell'avvocato dei poveri e dopo brevissimo tirocinio la proseguì nelle Intendenze dove, assieme alla riputazione di funzionario provetto ed abilissimo, raggiunse i più alti gradi.
A premiarlo dell'opera per i due anni antecedenti prestata nell'Amministrazione centrale dell'interno, fatto nel 1854 intendente generale di prima classe, egli resse per oltre cinque anni la Provincia di Alessandria; una delle più importanti fra le antiche.
Di là, con attestato di molta fiducia, chiamato nel Ministero delle finanze vi stette tre anni, ora per direttore generale del Tesoro ed ora per segretario generale. Uffici e gradi cospicui, bastevoli di per sé soli a significare la molta estimazione in cui lo si aveva, quanto larghe e diverse fossero la cultura, le attitudini di lui ad ogni ramo della pubblica azienda.
E quanto bene li disimpegnasse, comecché lontani dagli argomenti onde aveva fatto studio particolare e lunga pratica, venne e rimase a dirlo il decreto del 16 novembre 1862 che a quest'Assemblea lo ascrisse, al termine della sua carriera. Poiché, collocato già sin dal luglio precedente in aspettativa, due anni dopo rientrò nella vita privata. Partecipò ai lavori del Senato, prima che in Roma sedesse, ad una sola tornata memoranda qui convenne nel 1876. E dell'astenersi e del venire le ragioni, egli pubblicamente chiarì con civile coraggio, come quelle che riguardavano il sacrario dell'imperscrutabile coscienza.
Fu atto di sua ultima volontà, proibire assolutamente ogni accompagnamento ufficiale della salma: e fu obbedito. Ma i cittadini, con reverenza e cordoglio ne accompagnarono la bara a testimoniare del rispetto e dell'affetto onde in vita fu proseguito. (Bene). [...]
PRESIDENTE. Il senatore Sprovieri Francesco propone di far pervenire le condoglianze del Senato alle famiglie degli estinti testé commemorati.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 dicembre 1894.