PASCALE Emilio
27 febbraio 1830 - 16 marzo 1904 Nominato il 04 dicembre 1890 per la categoria 10 - L'avvocato generale presso il Magistrato di cassazione e il procuratore generale dopo cinque anni di funzioni provenienza PugliaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Signori senatori! Tristi giorni furono questi per il Senato, nei quali i nostri lavori sono rimasti per breve tempo interrotti. In soli otto giorni, quattro colleghi nostri sono scesi nel sepolcro: [...] Gaetano Giorgio Gemmellaro [...] ed Emilio Pascale nel giorno 16, Gerolamo Boccardo ieri 20 marzo.
Al semplice annunzio di questi nomi, giustamente meritevoli, per tanti e svariati titoli, di essere tramandati alla memoria di ogni buon italiano, il Senato intende già che la brevità dell'ora non mi consentirebbe di poterne dire le lodi, così degnamente come dovrei, se presumessi raccontarne la vita dinanzi a voi, che aveste opportunità ad apprezzarne le virtù, onde siamo maggiormente tratti a lamentare la dipartita di questi valentuomini, saliti ad un mondo migliore. Breve sarà pertanto il supremo elogio che per dovere di ufficio imprendo a fare di ciascuno dei colleghi perduti. [...]
Dovrei dire adesso, e tentare di richiamare al vostro sguardo la figura del terzo estinto che fu il Pascale, nato a Bari il 29 febbraio 1830, senatore dal dicembre 1890, e morto qui in Roma in pieno esercizio della sua qualità di procuratore generale presso la Corte suprema di Cassazione. Ma d'altro lato mi trovo nel dovere di comunicare al Senato il testo di una lettera con la firma del Pascale, che mi fu consegnata a distanza di poche ore dal momento della sua dipartita:.
16 marzo 1904.
A Sua Eccellenza.
il Presidente del Senato del Regno.
Roma.
Nel momento estremo della vita mando al Senato il mio più riverente saluto, e prego l'eccellentissimo Presidente di non fare alcuna commemorazione sul povero mio nome.
Saluto affettuosamente tutti gli impiegati e i commessi del Senato.
II senatore.
firmato: PASCALE.
Ossequente alla volontà del morente io non devo aggiunger verbo ed operare diversamente di quanto egli lasciò scritto. Ma non cadrò in peccato verso la memoria del collega, se aggiungerò questo solo, che il testo stesso di questo che fu l'ultimo suo scritto depone nel modo più eloquente della gentilezza dell'animo del perduto collega. (Benissimo).
[...]
PATERNOSTRO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
PATERNOSTRO. [...]
Mi unisco alla proposta fatta dal senatore Cannizzaro di inviare condoglianze alla vedova ed ai figli del senatore Gemmellaro; e uguale proposta faccio per la famiglia del senatore Pascale; cosa che del resto io credo che il Senato consentirà si faccia per tutti gli altri colleghi che abbiamo avuto il dolore di perdere. (Approvazioni). [...]
FINALI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINALI. Il nostro onorevolissimo Presidente con la sua eloquente parola ci ha anche oggi profondamente commossi, commemorando la virtù di colleghi recentemente perduti, tutti insigni per varie benemerenze verso la patria, la magistratura, la scienza e la pubblica amministrazione. [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Ha ragione l'illustre Presidente del Senato, cominciando oggi, in modo tanto eloquente, le commemorazioni di colleghi defunti, ha osservato che di rado in così breve periodo di tempo il Senato ha dovuto deplorare tanti lutti. Si tratta di quattro personaggi egualmente eminenti e benemeriti della patria: [...] l'onorevole Pascale, uno dei più eminenti magistrati [...]
Mi associo quindi al dolore del Senato ed alle parole nobilissime proferite dall'onorevole Presidente e dagli altri oratori che hanno parlato. (Approvazioni).
PRESIDENTE. [...] Ora io credo di interpretare i sentimenti del Senato, inviando alle famiglie di tutti i compianti colleghi le nostre condoglianze.
Stimo inutile interrogare il Senato, perché tutti siamo d'accordo nel voler rendere quest'ultimo tributo d'affetto alla memoria dei nostri colleghi.
Se non si fanno osservazioni, rimane così stabilito.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 marzo 1904.