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PANTALEONI Maffeo

02 luglio 1857 - 29 ottobre 1924 Nominato il 01 marzo 1923 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lazio

Commemorazione

 

Tommaso Tittoni, presidente


"PRESIDENTE. Onorevoli Colleghi,

Durante l'interruzione dei nostri lavori, dobbiamo piangere purtroppo la scomparsa di cari colleghi.
[...]
Un forte ingegno, il senatore Maffeo Pantaleoni, nato in Frascati il 2 luglio 1857, si è fulmineamente spezzato in Milano il 29 ottobre.
Scompare con Maffeo Pantaleoni uno dei nostri più illustri economisti. Compiuti gli studi di diritto nell'Università di Roma egli si affermò subito nel mondo scientifico per le sue eccezionali qualità di studioso. Fornito non soltanto di una profonda preparazione nelle discipline economiche e finanziarie, ma di altissima coltura classica ed umanistica, egli trasse dal suo ingegno impetuoso i migliori frutti sopratutto nel campo degli studi economici, nel quale fu tra i più fervidi sostenitori della concezione liberistica. La originalità del suo pensiero brilla in tutti i suoi scritti dai più notevoli ai minori, dai più recenti ai giovanili, e non vi è campo dell'economia dove egli non abbia portato il contributo potente della sua indagine. Il suo primo lavoro sulla "Teoria della pressione tributaria", gli "Elementi di economia pura", tradotti questi in varie lingue, sono opere magistrali che segnano passi decisivi nel campo della scienza. Gli "Scritti vari di economia" che contengono saggi storici e di economia pura, di sociologia generale, come di economia applicata nonchè di finanza, sono studi pieni di vita e di insegnamenti, pieni di vigoria e di osservazioni originali.
Gli alti meriti scientifici e la passione che sopra ogni altra cosa egli aveva per l'attività didattica lo portarono giovanissimo all'insegnamento superiore. A venticinque anni era già professore nell'Università di Camerino; e, incaricato nel 1884 dell'insegnamento della scienza delle finanze nella Regia Università di Macerata, vinceva poi il concorso per la cattedra di economia nella Scuola superiore di commercio di Venezia e nel 1888 veniva nominato direttore dell'analoga scuola di Bari. Allontanatosi dall'insegnamento dal 1890 al 1895 tornò poi in seguito ad altro concorso alla cattedra nell'Università di Ginevra nel 1897, non resistette a lungo lontano dalla patria e nel 1901 passò all'Università di Pavia da cui infine fu trasferito a quella di Roma, dove attualmente insegnava. Nella scuola Maffeo Pantaleoni fu maestro insigne e dai suoi corsi sono usciti giovani che sono oggi studiosi e insegnanti di grande valore i quali onorano altamente l'Italia.
La fama di Maffeo Pantaleoni si diffuse anche oltr'alpe: egli partecipò largamente alla vita economica del nostro paese, animatore fervidissimo della resistenza nazionale durante e dopo la guerra, fiero avversario di ogni demagogia; e i suoi numerosi e forti articoli nella sua Rivista "Il Giornale degli economisti" e in tante altre sono contributo notevolissimo alla restaurazione della vita economica e morale della nostra nazione. Quale delegato italiano alla Commissione di controllo della Lega delle Nazioni per le finanze austriache spiegava ora opera tanto preziosa da essere altamente apprezzato dal Governo della Repubblica austriaca, che ha manifestato vivo cordoglio per la sua scomparsa.
Fu Maffeo Pantaleoni uno scrittore efficacissimo, con uno stile suo proprio, rude, sferzante, ma sincero; esprimeva il suo pensiero senza tentennamenti, deprecando coraggiosamente ogni viltà, mosso da fervido amore per il bene del paese, coi sentimenti che dalle patriottiche tradizioni famigliari egli aveva appreso.
Era stato eletto deputato per la XXI Legislatura e alla Camera fu strenuo sostenitore dei principii di autorità e di ordine: fu nominato senatore il 1° marzo 1923 e ai nostri lavori partecipò con la consueta sua operosità fino alle ultime sedute, portando anche qui il suo spirito battagliero ma pieno di sincerità.
La sua esistenza è stata spezzata mentr'era ancora nel pieno vigore delle forze e quando avrebbe potuto col suo ingegno e con la sua dottrina ancora assai giovare al Paese.
Salutiamo col cuore mesto la memoria dell'insigne collega e mandiamo alla famiglia di Lui così duramente provata le nostre più vive condoglianze. (Bene). [...]

Senato del Regno. Atti parlamentari. Discussioni, 18 novembre 1924.