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PAIS Ettore

27 luglio 1856 - 28 marzo 1939 Nominato il 16 ottobre 1922 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giacomo Suardo, Presidente

C'è quasi sempre una nota di tristezza alla ripresa di queste nostre periodiche riunioni, nel constatare le dolorose perdite che hanno colpito la nostra Assemblea, togliendo al nostro affetto ed alla nostra estimazione illustri Camerati, che anche in Senato hanno dato chiarissime prove del loro sapere e della loro esperienza. [...]
Con Ettore Pais è scomparso un grande maestro, uno storico insigne dell'antichità, di rinomanza mondiale.
Nato a Borgo San Dalmazzo, in Provincia di Cuneo, da nobile famiglia di origine sarda, Ettore Pais ebbe in retaggio da quelle nobilissime regioni la tenacia dei propositi ed un ardente patriottismo.
Laureato in lettere nel Regio istituto superiore di Firenze, dove aveva avuto come maestro Domenico Comparetti, passò a Berlino ove fu educato al severo metodo di indagine di Teodoro Mommsen; dedicando poi, la sua lunga vita, con un lavoro silenzioso e tenace, allo studio ed all'insegnamento.
Dall'Università di Palermo passò a quelle di Pisa e di Napoli e finalmente a Roma, dove tenne la Cattedra di epigrafia antica, di antichità romane, di storia antica e di storia romana, prodigando nell'insegnamento i tesori della sua vasta e profonda cultura, associata ad un metodo rigoroso ed obiettivo che gli diedero il prestigio e la rinomanza dei grandi maestri.
Le sue opere sui più importanti periodi di Roma repubblicana, gli studi relativi alla Sicilia, alla Sardegna ed alla Corsica durante l'età romana, le dotte ricerche di diritto pubblico e di epigrafia, formano un quadro imponente della sua attività, e resteranno perenne testimonianza della meritata rinomanza di Ettore Pais nel campo degli studi storici.
La severità critica degli studi non aveva mai affievolito in lui l'alto e sempre vivo sentimento di italianità che egli, lasciando l'insegnamento, consacrava in queste nobili parole: "Se mai vediate che tanti e tanti, per avere l'applauso straniero, si compiacciono di screditare la nostra storia, ricordatevi che, salva sempre la verità dei vostri studi, nei vostri scritti, nelle vostre pubblicazioni, dovete essere e rimanere italiani".
Alla sua memoria ed a quella degli altri senatori che ci hanno lasciato, inviamo l'espressione del nostro affettuoso, memore compianto; e rinnoviamo alle desolate famiglie i sentimenti del nostro profondo cordoglio. [...]
THAON DI REVEL, ministro delle finanze. Il Governo si associa alle espressioni di vivo cordoglio pronunziate dal Presidente del Senato per commemorare i defunti senatori.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 17 aprile 1939.