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OTTOLENGHI Salvatore

04 luglio 1831 - 20 marzo 1895 Nominato il 20 novembre 1891 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori!
Doloroso è a me l'annuncio, a voi l'udire dei colleghi venuti a morte dacché non ci adunammo.
[...] In uno stesso giorno, il 20 di marzo, trapassavano i senatori Salvatore Ottolenghi e Clemente Corte.
Fu l'Ottolenghi avvocato penalista nel foro torinese ed in quello di Milano; ed ebbe grido in ambedue.
Da quasi trent'anni fermata dimora nella metropoli lombarda, aveva abbandonata la toga e si era consacrato intiero alle opere di beneficenza dopo che gli era stato rapito l'unico figliuolo, speranza sola, solo suo amore.
Asti, dove era nato, Milano, dove risiedette e morì, ogni altra città dove visse, fruirono della inesauribile generosità di lui.
Quale cuore avesse, con quanta coscienza attendesse ai doveri cui si sobbarcava a noi pure si manifestò nel tempo in che qui sedette: perché, eletto senatore il 20 novembre 1891, fu dei più assidui, dei più studiosi, dei più zelanti. Partecipando spesso alle nostre discussioni apparvero la equità che lo muoveva, la profonda convinzione che lo dominava. Nel difendere le ragioni dei miseri e dei deboli si ribellava alle contraddizioni, quasi i suoi argomenti fossero disconosciuti, ed imputando a sé la vergogna di non sapere, per mancanza d'efficacia, trasfondere in altri la schietta convinzione sua, insisteva, si scolpava, tempestava. Tale era stato nel foro, tale nel dirigere le molte opere di previdenza, di mutuo soccorso, e di beneficenza a lui affidate; perché, e nel dibattere alla barra e nell'amministrare, e in ogni atto metteva tutta l'anima. Anima caritatevole senz'orpello od ostentazione, che la molta ricchezza distribuiva a piene mani per soccorrere la miseria dovunque si trovasse, comunque si chiamasse, qualsiasi culto praticasse.
Né di ciò contento, or provvedeva a che la scienza povera potesse fare pubbliche le proprie ricerche e scoperte, ora ai molti istituti onde la grande città lombarda è dotata, copiosamente largiva. Donazioni che, ripetute vivendo, in morte generosamente suggellò; non dimenticando le associazioni ed opere filantropiche di cui era stato sagace amministratore; non trasandando le miserie che in vita lo avevano commosso.
Sul freddo marmo che, nella città dove nacque, raccolse l'uomo dabbene in età di oltre sessantaquattro anni, calda gratitudine, a perpetuo ricordo, scolpirà: benefico sempre! (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 giugno 1895.