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ORSINI Tito

20 gennaio 1815 - 26 dicembre 1896 Nominato il 12 giugno 1881 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Liguria

Commemorazione

 

Atti parlamentari - Commemorazioni
Domenico Farini, Presidente

Signori Senatori!
La troppo lunga serie dei nostri lutti, nel mesto anno testé finito, chiudevasi colla morte del senatore Tito Orsini avvenuta a Capriata d'Orba il 26 di dicembre.
Quale valente avvocato egli fosse, come nelle materie civili e soprattutto nelle commerciali tenesse il campo della Liguria, anzi per tutta Italia, è noto tanto che non vi ha mestieri della mia parola per metterlo in sodo. Certo più acuta e rapida percezione non mai o di rado si videro congiunte a così stringente e chiara esposizione; certo l'abilità sua, nel distrigare le controversie dall'avvolgimento degli accessorii da pochi fu uguagliata. La opinione di lui invocata qua negli studi della legislazione commerciale, ovvero nella preparazione di vistose combinazioni finanziarie, a quell'opinione là si conformavano le più importanti stipulazioni poste a fondamento dei maggiori Istituti bancari: furono poche le grosse contese nell'interpretare stipulazioni e valutare patti per le quali l'avveduto consigliere, il valoroso patrono non fosse sollecitato. Ed egli il quale, oltre che d'ingegno eletto, e d'ampia dottrina sorretto da memoria portentosa, era pure privilegiato d'operosità eccezionale ad ogni cosa attendeva con la maggiore diligenza, sbrigando, fin quali sul limitare della tomba, una mole di lavoro cui altri, di minore vigoria di corpo e di mente fornito, non avrebbe potuto sobbarcarsi.
La professione gli diede reputazione e ricchezza, di che alle belle arti fu liberale.
Già fatto vecchio, per risarcire coloro che, ravvisando nel suo nome una sicura garanzia, avevano sovvenuto un'impresa andata a male, con raddoppiata lena riprese i codici ed i consulti, tornò alla sbarra.
Verso il cinquantesimo anno dell'età sua, per essere stato eletto, da Capriata d'Orba, alla Camera dei deputati, entrato nella vita parlamentare, gli accadde quello che a più d'uno venutovi tardi. Perché o non volesse, o, per manco d'inclinazione, non sapesse piegarsi al nuovo tirocinio ed alla paziente iniziazione per imprimere alla mente, alla cultura, all'eloquio indirizzo appropriato, avvenne che nella breve legislatura (IX) in cui fu dell'altra Camera, e nel più lungo tempo rimasto in questa, cui apparteneva dall'8 di luglio 1881, quell'ingegno poderoso si atteggiasse da semplice spettatore, e nella vita politica non comparisse.
Anche dall'amministrazione del suo municipio, dopo i primi anni delle libere franchigie, si era tratto indietro; sicché può dirsi averlo l'esercizio professionale occupato intiero, se se ne consideri quasi naturale corollario la presidenza del Consiglio dell'Ordine degli avvocati. La aveva da pochi anni quando morì, e tenendola gli interessi tutelò con zelo, mantenne alta a dignità del ceto forense, molti del quale veneravano il maestro, tutti onoravano in lui lo splendore dell'ingegno, ammiravano la insuperata pratica degli affari, il porgere senza frasche, l'eloquenza piena di sostanza e densa di ragioni.
Questi in iscorcio furono i tratti caratteristici del senatore Tito Orsini che, come nato a Genova il 20 gennaio 1815, per oltre mezzo secolo empì del suo celebrato nome ed illustrò colla sua dottrina il Fôro (Benissimo! Approvazioni).
COSTA, ministro di grazia e giustizia. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
COSTA, ministro di grazia e giustizia. Associandomi, a nome del Governo, al compianto del Senato per l'amara perdita del senatore Tito Orsini, io sento di parlare con viva, con profonda commozione; perché in lui non ricordo soltanto il senatore illustre, ma ricordo insieme il maestro venerato che, per primo, guidò i miei passi nella carriera della vita pubblica; ricordo l'amico carissimo col quale ebbi lunga consuetudine e del quale più che ogni altro ho potuto apprezzare le rare doti di mente e di cuore.
Di lui molti diranno che fu un grande, un preclaro giureconsulto; quelli che intimamente lo conobbero ripeteranno con me che nell'Orsini rifulse - qualità rara - un intuito giuridico così fine, da suscitare un senso di riverente ammirazione.
Profondamente studioso delle discipline commerciali, egli ha largamente cooperato nella compilazione del Codice di commercio vigente; ma assai più che nella patria legislazione, egli lascia traccie profonde nel movimento della patria giurisprudenza, tanto che il suo nome vivrà caro e venerato nel Foro e nella magistratura.
Io auguro che l'eco del rimpianto del Senato e del Governo giungendo fino alla sua desolata famiglia, valga a lenire il dolore di una perdita pur troppo irreparabile.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 8 gennaio 1897.