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NOBILE Francesco

08 ottobre 1824 - 02 giugno 1892 Nominato il 04 dicembre 1890 per la categoria 08 - I primi presidenti e presidenti del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti parlamentari - Commemorazioni
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori!
Anche la seduta odierna devo contristare con funerea parola: nei pochi giorni corsi dall'ultima, anzi in questi tre ultimi, due egregi colleghi cessavano di vivere.
[...]
Nello stesso giorno mancava ai vivi il senatore Francesco Nobile.
Presidente di sezione della Corte di cassazione di Palermo dal 1884, tramutato or son più di tre anni collo stesso grado in Roma, qui moriva di gocciola la sera del giorno funesto.
Era il Nobile nato il 20 [sic] di ottobre 1824 in Palermo e studiata la legge, vi aveva il 1847 entrati i pubblici uffici, quale relatore siciliano presso la Consulta generale del Regno.
Passato poi giudice nei tribunali e nelle corti dell'isola vi aveva acquistata reputazione e dottrina, che gli furono via ai supremi gradi raggiunti dappoi il governo nazionale.
Uomo tutto inteso allo studio ed alle incombenze dell'alta carica, alieno dalle parti; il frastuono, le agitazioni giornaliere, sebbene palpitasse di patrio amore, non lo avevano mai distratto dal religioso proposito di servire esclusivamente al trionfo della verità e del diritto.
Dello svegliato ingegno e della non comune dottrina rimane ricordo nelle aule giudiziarie che lo udirono, negli scritti che dettò; ultimo dei quali, donato a noi or son pochissimi giorni, quasi a legato della doviziosa sua mente, la illustrazione ed il commento dei codici di Giovan Luca Barberi, sullo stato delle regalie della monarchia siciliana nei primordi del secolo decimosesto.
Stima di concittadini, di colleghi, di amici accompagnò la specchiata vita, che egli dirittamente visse; un solo sprone sentendo: il dovere; ad un solo nume inchinandosi: la legge. (Bene).
Da poco sedeva fra noi (4 dicembre 1890): età, robustezza, vivezza ce lo facevano credere, la mente l'animo ce lo facevano desiderare per lungo tempo collega. Fallace speranza, desiderio deluso. Ahi! vanità delle umane previsioni!
Alla perdita gravissima fatta dall'ordine giudiziario il Senato per mia bocca partecipa con rammarico cocente, con profondo dolore. (Vive approvazioni).
[...]
Ha facoltà di parlare il signor senatore Sprovieri.
SPROVIERI F. Si permetta anche a me, illustri senatori, a me recluta, in questo alto Consesso, di poter mandare una parola, un tributo di affetto e di stima al collega estinto Francesco Nobile.
Egli fu specchio ed esempio di onestà a tutti; fu specchio di ottimo cittadino.
La magistratura perde in lui un valoroso soldato.
Ora io prego l'illustre nostro Presidente di voler essere l'interprete delle nostre sincere condoglianze alla desolata famiglia del defunto collega Francesco Nobile.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Canonico.
CANONICO. Una solo parola mi permetta il Senato di aggiungere a quelle così bene pronunciate dall'egregio nostro Presidente e dal nostro collega senatore Sprovieri intorno alla memoria del compianto Francesco Nobile nostro collega. Nobile veramente d'animo al pari che di nome, magistrato valente, dotto scrittore, carattere di gentiluomo, egli lascia nella corte di cui fu l'ornamento nell'animo di quanti lo conobbero, un profondo rimpianto, un affettuoso ricordo. (Bene).
Io che sono stato con lui uno dei fondatori della Carte di cassazione di Roma fino dal 1876, che ebbi agio di conoscerlo da vicino per tanti anni, ben gli posso rendere questa povera ma sincera testimonianza, invero troppo povero conforto all'egregia donna che gli fu compagna, ed a noi tutta ne rimpiangiamo la perdita recente ed immatura.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il ministro guardasigilli.
BONACCI, ministro di grazia e giustizia. Signori senatori! Nel giorno in cui recentemente io entrai per la prima volta in quest'aula, l'animo mio era dominato da un sentimento di riverenza e di grande mestizia. I miei occhi cercavano il seggio che venti anni or sono per breve tempo qui occupò un magistrato la cui memoria è a me sacra a me più della vita. L'eloquenza degli oratori che parlarono in quella seduta, non giunse a distaccare l'animo mio dalla contemplazione di quell'immagine che melanconicamente mi sorrideva.
Gli stessi sentimenti dominano l'animo mio quest'oggi e mentre ho l'onore di prendere la parola per la prima volta davanti a voi per unirmi al rimpianto vostro, espresso con sì nobili parole dall'illustre Presidente del Senato, per la perdita di due benemeriti ed insigni magistrati.
[...]
Francesco Nobile, al quale mi legavano vincoli personali di reverente ed affettuosa amicizia, fu anche un magistrato insigne.
Figlio della nobile Sicilia, egli recava nell'opera sua l'ardore e l'energia proprie di quel popolo, ed insieme la calma e la serenità del magistrato.
Entrato giovanissimo nella magistratura, percorse tutti i gradi della gerarchia giudiziaria fino a quello di presidente di sezione della magistratura superiore del Regno.
Per acume di ingegno, per vastità di dottrina giuridica, per costante operosità, per integrità di vita e nobiltà di animo egli era altamente stimato ed onorato dalla magistratura, dal fôro, dal paese del quale era largamente diffusa la riverenza e l'ammirazione per l'uomo che i suoi studi e le sue virtù avevano elevato ai sommi onori dello Stato.
In nome del Governo io mi associo al lutto delle famiglie di questi eminenti magistrati, ed al compianto del Senato e del paese (Bene, benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 4 giugno 1902.