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MURATORI Angelo

20 settembre 1843 - 06 marzo 1918 Nominato il 30 dicembre 1914 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Il senatore Muratori, che la sera del 4 marzo, chiuse le nostre sedute, allestiva il suo ritorno alle pareti domestiche in Firenze, giacque in Roma sul letto di morte nell'alba del 6, e dal Tevere all'Arno fu trasportato cadavere. Nato era in Palermo il 20 settembre 1848 di Matteo giurista, che entrò e salì al sommo nella magistratura italiana, e fu pure senatore del Regno. Il giovane Angelo, atto che fu alle armi, si arruolò nelle schiere garibaldine, e si batté a Mentana ed a Monte Suello, ove ferito meritò la medaglia al valor militare. Una medaglia più tardi premiò il suo valor civile nella epidemia colerica in Palermo. Prese l'esempio del padre nello studio della giurisprudenza e sedé in cattedra nell'Università di Bologna per il diritto penale. Prescelta Firenze a residenza, in quel foro esercitò; avvocato figurò in cause celebri, difensore ardente nelle politiche, animo franco e generoso. Amico di Francesco Crispi ed a lui fedele nel parteggiare, stando in Firenze la capitale, entrò alla Camera nella 13ª legislatura per il Collegio di San Casciano, e vi rientrò ad intervalli; per Palermo nella 17ª; per Pescina nella 19ª; per Montepulciano nella 23ª. Il 31 dicembre 1914 fu nominato senatore. In Parlamento fu faconda la sua parola, costante il sentimento liberale e la devozione alla patria.
Fra il molto compianto destato dalla morte di Angelo Muratori, quello del foro di Palermo mi è stato significato dal presidente dell'Ordine con questo telegramma:
"Consiglio ORDINE AVVOCATI Palermo odierna tornata esprime V.E. condoglianze vivissime per la morte dello illustre Angelo Muratori che con ingegno e costante amore illustrò la Cattedra, il Foro ed il Parlamento".
E dal Sindaco di Montepulciano ho ricevuto: "Questa Amministrazione comunale esprime Vostra Eccellenza sentimenti più alto cordoglio perdita illustre senatore Angelo Muratori a cui fu legata sensi riconoscenza ammirazione. Sindaco Colombi."
Mi è grato unire queste manifestazioni al lutto del Senato. (Bene).
[...]
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SACCHI, ministro di grazia, giustizia e dei culti.Era ancor vivo negli animi nostri l'eco dei patriottici discorsi pronunciati da Angelo Muratori in quest'Aula, quando fulminea si sparse la dolorosa notizia della sua morte.
La sua scomparsa fu un grave lutto per gli amici numerosi e scelti che egli avea, per il Parlamento e per la Curia di cui era lustro e decoro, per la patria ch'egli adorava e a cui avea dedicato la parte migliore delle sue vigorose energie, dapprima coll'offrirle il braccio nella guerra del nostro risorgimento, poscia col dedicarle l'opera del suo forte ingegno, sempre coll'adoperarsi per la grandezza e per la gloria di lei.
Io non m'indugerò in particolari dettagli sulla sua vita che tutti ben conoscete, perché a pochi accade di raggiungere tanta e sì chiara notorietà quanta egli ne ebbe.
Oratore facondo, incisivo, giurista dotto ed acuto, Angelo Muratori assurse ben presto ai sommi fastigi dell'arringo forense e non tardò ad aprirsi la via anche nell'agone politico. Militò nelle file della sinistra e fu seguace di Francesco Crispi, cui era legato da riverente devozione, e al quale si mantenne fedele nell'avversa fortuna, dando prova di una costanza tanto più ammirevole, in quanto egli, in politica, era un individualista, e come tale insofferente d'ogni disciplina, e portava in essa, come in ogni ramo cui dedicò la sua prodigiosa attività, quella fierezza ed indipendenza, che era una delle note più spiccate della indole sua.
Come avvocato, predilesse l'arringo penale, e il suo nome è legato a quello delle cause più celebri, a cominciare dal processo Lobbia per salire a quello Nasi, che segnò l'apogeo sua fulgidissima carrièra.
Chiamato agli onori del laticlavio dopo essersi ripetutamente affermato insigne parlamentare nella Camera elettiva, portò anche in Senato quella operosità intelligente e fattiva per cui erasi distinto sempre e dovunque. Nel Senato stesso, malgrado la ormai inoltrata età, con abito e foga giovanile, accorreva or qua or là a prestare il suo valido patrocinio, ai numerosi clienti ond'era, più che circondato, assediato. E ben si può dire di lui che morì come era vissuto svolgendo la sua attività tra la politica e il foro, poiché egli erasi recato a Roma, tanto per partecipare ai lavori del Senato quanto per ragioni professionali, quando lo colse l'inesorabile morbo, che ce lo ha rapito per sempre.
Eppure quel gagliardo entusiasta nelle cui [parole] vibrava sempre la stessa fiamma che lo spinse, giovanissimo, tra le file garibaldine a pugnare per la patria, ben meritava di viver ancor tanto da vedere raggiunta la meta cui tanto anelava, conseguito quell'ideale che stava in cima ad ogni suo pensiero, la vittoria delle armi nostre e con essa il trionfo del diritto della libertà e della indipendenza dei popoli.
Auspicando al prossimo avvento di quel fatidico giorno, mando riverente l'estremo saluto alla radiosa figura dell'insigne oratore, del fervente patriota, dell'amico diletto. (Bene).
Anche alle altre venerande figure di senatori che scesero, dopo Angelo Muratori, nella tomba, io rivolgo, in nome del Governo, un riverente saluto.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 18 aprile 1918.