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MORELLI Giovanni

25 febbraio 1816 - 01 marzo 1891 Nominato il 06 novembre 1873 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Nel giro di tredici giorni abbiamo avuto da deplorare cinque morti!
[...]
In età di pressoché settantacinque anni cessava di vivere il senatore Giovanni Morelli.
A Verona ebbe il Morelli i natali, in Bergamo abituale, in Milano, dove si spense nella prima ora del marzo, frequente dimora.
Traeva la famiglia sua origine dalla Svizzera, ed in Isvizzera attese ai primi studi e fu educato.
A Monaco si laureò medico: viaggiò la Germania e la Francia e visse a Parigi per perfezionarsi in quell'arte e nelle scienze affini; ma, tornato in Italia, si volse per naturale inclinazione, alla letteratura ed alle arti belle.
Cittadino di alti ideali, con l'armi in pugno combatté per l'indipendenza nella insurrezione lombarda del 1848: nel 1866 rivestì l'assisa del volontario, fra i valorosi difensori della Valtellina.
Dal Governo provvisorio di Lombardia ebbe incumbenze delicate per Parigi e per Francoforte, dove, dalle aderenze personali di lui, si confidava trarre valido aiuto.
La sfortuna delle armi piemontesi troncò il divisamento di indurre il Parlamento germanico a frapporsi mediatore di pace in Italia; ma dei pensieri suoi, della sagacia, con che propugnava la medesimezza degli interessi fra la Germania e l'Italia sono pubblici singolarissimi documenti. Nelle sventure della patria mostrò costanza da forte, pronto ad ogni cimento che l'avvenire apparecchiasse. Aiutò di autorità, di consiglio, l'opera liberatrice del 1859.
Deputato di Bergamo per quattro legislature (7ª, 8ª, 9ª, 10ª), senatore dappoi il 1873, quantunque natura nol traesse alle giornaliere zuffe della politica, non mancò mai ai solenni dibattimenti intorno ai maggiori interessi. Sicuro senso della realtà, nobile fermezza, moderazione senza debolezza, fede salda nei propri principî, nei propri amici, informarono la condotta sua nei due rami del Parlamento.
Dello studio dell'arte e sopratutto della pittura appassionatissimo, i tesori dell'arte italiana aveva interrogati in ogni nostra città ed in Germania; della messe sapiente lasciò un volume che andò famoso e diedegli riputazione di caposcuola di un'alta critica, la quale infirmò molti giudizi e molte opinioni anteriori. Eppure tant'era modesto, che nel dare alla luce quegli studi, quasi non bastasse il duplice pseudomino, che il dettato in lingua tedesca, meglio ancor nascondeva, si scusava di non avere voluto con essi, egli nano,atteggiarsi a gigante.Modestia, fortezza, dirittura d'animo indirizzarono tutta la vita di Giovanni Morelli ad una mirabile unità morale. Alla quale morendo diede il sigillo dell'ultima sua volontà, prescrivendo funerali privati; donando, con signorile munificenza, a Bergamo ed a Milano i tesori d'arte a gran prezzo e fatica accumulati; con pensiero altamente civile e filantropico alla cultura dei poveri ed alle loro miserie soccorrendo. Epilogo degno dell'alta mente, del cuore generoso, del patriottismo dell'uomo di cui non rimpiangiamo la dipartita. (Molto bene). [...]
AGLIARDI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AGLIARDI. Onorevoli colleghi! Dopo la splendida commemorazione di Giovanni Morelli fatta dal nostro illustre Presidente, io, nuovo fra voi, e povero d'ogni autorità personale, nulla potrei soggiungere che meglio valesse a qualificare le virtù ed i pregi del compianto nostro collega.
Giovanni Morelli nato a Verona, ebbe Bergamo per sua patria d'adozione.
Vi passo i migliori anni della sua gioventù, dando a noi, che per età ci tenevamo vicini, luminoso esempio del come si ami, del come si serva la patria.
Grande era la stima che egli godeva dai suoi concittadini, e Pergamo si onorò do averlo per quattro legislature a suo rappresentante in Parlamento.
Ora concedete a me suo antico amico e concittadino di portare qui l'espressione non tanto del mio doloro personale, quanto di quello dei miei concittadini che ebbero in lui una della più grandi illustrazioni.
Ma più che la voce del compiano io vorrei far risuonare qui quella di una imperitura gratitudine, poiché Giovanni Morelli spingendo lo sguardo oltre il confine della sua vita mortale, beneficò Bergamo e la sua provincia con splendidi lasciti ad incremento dell'istruzione scientifica e di quella delle belle arti, chiamando ad erede della sua pregiata collezione di quadri l'Accademia Carrata di belle arti in Bergamo.
Io potrei estendermi sopra di lui, ma leverei a voi un tempo prezioso, e crede che nell'espressione del dolore il dir breve sia il più vero.
Concedetemi, prima di chiudere queste poche parole, che io vi ringrazi dell'avermi concesso di portare qui, a nome dei miei concittadini e della mia città, il compianto per nostro concittadino illustre perduto, ed in quest'Aula, dove aleggia ancora il suo spirito, io esprima anche i sensi di gratitudine in nome della città e della Provincia di Bergamo (Bene… benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 marzo 1891.