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MONTI Gustavo

16 aprile 1844 - 13 giugno 1913 Nominato il 04 aprile 1909 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Friuli-Venezia Giulia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Piero Blaserna, Vicepresidente

Onorevoli colleghi! Un nuovo lutto è venuto a funestare il Senato. Ieri cessava di vivere a Pordenone il senatore Gustavo Monti, che era nato di nobile famiglia a Tolmezzo in quel di Udine, il 16 aprile 1844. Appartenne il Monti a quella eletta schiera di giovani, che noncuranti degli agi e delle domestiche blandizie e infiammati di alte idealità, ogni sacrificio affrontarono con animo invitto per l'indipendenza e la libertà della patria.
Giovanissimo ancora, il Monti cospirò contro lo straniero oppressore e, venuto in sospetto della polizia austriaca, fu costretto ad emigrare per sfuggire all'arresto. Nel 1862, appena ventenne, prese parte alla spedizione in Val Trompia, comandata da Egisto Beghi. Due anni dopo, nel 1866, venuta la guerra con l'Austria, si arruolò nelle file di Garibaldi e fece con onore la campagna del Trentino.
Non appena redenta la sua città natia, egli vi fece ritorno, accolto dai conterranei con dimostrazioni di onore e di affetto, e quanto era in lui d'ingegno e di attività, da quel tempo adoprò sempre a vantaggio di quelle popolazioni forti e laboriose. Nobile d'animo e di propositi, come lo era di stirpe, egli seppe acquistarsi grandi simpatie e numerose amicizie. Queste, la conseguita esperienza nei pubblici negozi e la riconosciuta sua valentia e probità, gli valsero per quattro legislature l'onore di rappresentare la natia regione friulana. Fu deputato del terzo collegio di Udine per la XVII legislatura, di Spilimbergo per la XVIII e di Pordenone per la XXI e XXII legislatura.
Il 4 aprile 1909 fu poi nominato senatore del Regno. Poco frequentò le nostre sedute, perché trattenuto a Pordenone, ove da anni aveva fissato la sua residenza, da cariche cittadine e da affari locai.
Una grave e lunga malattia lo trasse al sepolcro. Egli colla sua dipartita lascia profondo lutto e sincero rammarico tra i suoi ed in Senato. (Approvazioni).
DI PRAMPERO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI PRAMPERO. Compiono appena i quattro anni dacché io avevo l'onore di introdurre, per la prima volta in quest'Aula il compianto senatore Gustavo Monti.
Come disse il nostro Presidente, una grave malattia, che l'ha soppresso poco dopo la sua nomina, gli impedì di intervenire al Senato, come l'indole sua attiva, come il suo desiderio avrebbe voluto.
Concittadino, e da molti anni amico ed ammiratore delle sue virtù civili e patriottiche, anche a nome dei colleghi friulani, mi associo con dolore alle nobili parole del nostro Presidente, e propongo che, come di consueto, vangano inviate le condoglianze del Senato alla famiglia e alla città di Pordenone. (Approvazioni).
TAMI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TAMI. Consenta il Senato che mi unisca anch'io alle nobili parole pronunciate dal nostro Presidente e dal collega Di Prampero, in memoria di Gustavo Monti. Ciò sento di dover fare perché, io pure suo comprovinciale, sono stato suo amico fino dalla prima giovinezza, quando insieme frequentavamo il ginnasio-liceo di Udine, che egli abbandonò per partecipare ai moti nazionali, come ricordò il nostro Presidente, e per arruolarsi nelle file garibaldine.
Successivamente, quando riprese l'esercizio dell'avvocatura si riannodarono i nostri amichevoli rapporti, che continuarono sempre, anche quando investito del mandato parlamentare spesso veniva a Roma, ed abbi ognora occasione di ammirare le alte sue qualità di animo, la mente eletta.
Mi associo alle parole testé dette, e prego anch'io che siano inviate condoglianze alla famiglia, e alla città di Pordenone. (Approvazioni).
DI BRAZZÀ. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI BRAZZÀ. Malgrado che il nostro collega Di Prampero abbia detto che parlava anche a nome dei colleghi friulani, mi sento il dovere di esprimere personalmente il mio dispiacere, per la perdita che abbiamo fatta nella persona del senatore Gustavo Monti. (Bene).
DI SAN GIULIANO, ministro degli affari esteri. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI SAN GIULIANO, ministro degli affari esteri. A nome del Governo mi associo ai nobili sentimenti che sono stati espressi dal nostro Presidente, e dagli onorevoli senatori Di Prampero, Tami e Di Brazzà.
Conobbi, e fui per lunghi anni collega del compianto senatore Monti nell'altro ramo del Parlamento, unisco perciò il mio personale rimpianto a quello del Governo e del Senato. (Bene).
PRESIDENTE. Ieri, appena giunse alla Presidenza dalla famiglia la notizia della morte del collega Monti, mi feci un dovere di rispondere e di inviare le nostre sentite condoglianze alla famiglia stessa.
È stato ora proposto che vengano inviare le condoglianze del Senato anche al sindaco di Pordenone, ed io mi farò un dovere, anche a questo riguardo, di corrispondere al desiderio del Senato.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 14 giugno 1913.