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MONTI Domenico

21 gennaio 1816 - 12 agosto 1873 Nominato il 20 gennaio 1861 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Marche

Commemorazione

 

Francesco Maria Serra, Vicepresidente
Signori Senatori:
In assenza dell'autorevolissimo personaggio a noi tutti caro e da me in special modo venerato, l'illustre marchese di Torrearsa, tocca a me di compiere l'ufficio doloroso di rendervi informati di due recenti e lamentevolissime perdite fatte dalla nostra Camera tra la proroga della precedente Sessione, e la inaugurazione dell'attuale. [...]
Al Senatore Conte Filippo Quaranta tenne dietro solo un mese dopo il conte cav. Domenico Monti, membro anch'egli di questo augusto Consesso.
Nato di antica ed illustre famiglia fermana, dotato d'animo nobile e generoso, la ricchezza del censo non valse a distoglierlo dall'applicazione a studi serii e svariati, e dal culto della patria italiana.
Instrutto prima da abili e dotti maestri, completò da se stesso l'educazione della mente e del cuore colla lettura assidua dei libri più accreditati di filosofia, di storia e di letteratura.
Le vicende politiche del 1848 lo trovarono uomo liberale per convincimento profondo e di proposito incrollabile, onde i voti secolari d'Italia avessero complemento.
Associato ad altri generosi Fermani, agì con coraggio imperterrito onde incarnare il desiderio ed il proposito comune, e fu sottoposto a procedimento penale ed al carcere per un quinquennio.
Non per questo ristette dallo studiare e dall'operare, costante sempre nella fede vivissima, che i destini d'Italia sarebbonsi un giorno o l'altro compiuti.
Nel 1859 fu assoggettato, sebbene per breve tempo, a nuova carcerazione preventiva, e di questa, come della precedente, fu compensato ad usura, quando nell'anno successivo, mercé la proclamata libertà ed indipendenza della patria, vide finalmente compiuto il desiderio ed il voto di tutta la sua vita.
La conferitagli dignità Senatoria gli diede campo di cooperare colla sua dottrina e colla sua esperienza a tutti i provvedimenti che compievano ed assodavano l'unità nazionale, ed il giorno più lieto della sua vita fu quello in cui seppe essere stato inalberato sulla Torre del Campidoglio il glorioso vessillo dell'Italia risorta.
Più che dagli anni, affranto da dolori morali e da mali fisici, il Senatore Domenico Monti cessò di vivere in Fermo, sua città natale, il 16 ultimo scorso agosto.
Può dirsi che tutta la popolazione fermana accompagnò piangente le di lui spoglie mortali all'ultima dimora. Fu un tributo ben meritato dal cittadino integerrimo e benefico e dall'amministratore intelligente e solerte delle cose municipali. Il Senato, non ne dubito, si associerà di cuore all'afflizione della di lui famiglia ed al compianto di tutti coloro che amano sinceramente la patria.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 17 novembre 1873.