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MINICH Angelo

30 settembre 1817 - 28 ottobre 1893 Nominato il 26 gennaio 1889 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Pietosa consuetudine vuole che noi mestamente volgiamo il primo pensiero ai nostri trapassati.
Dico adunque che dappoi il nove di agosto morirono i senatori Di Baucina, Visone, Cusa, Plezza, Muratori, Brunet, Scacchi, Martinelli, Di Calabiana, Guala, Minich. [...]
Compiuti quasi i settantasei anni di vita moriva in Venezia, il 23 [sic] ottobre, il senatore Angelo Minich, che vi era nato il 30 novembre 1817.
Allievo della Università di Padova, l'ingegno precoce e l'amor dello studio che lo prese ed avvinse, furono cagione che, a soli ventotto anni, egli professasse nello stesso ateneo, famoso fra i primi d'Italia. E come negli animi generosi avviene, che ad ogni nobile sentimento altri non meno eletti facciano riscontro e corona, così nel Minich l'amore della scienza andò a paro con quello della patria.
A Venezia, medico in capo dell'Armata veneta, il chirurgo sapiente, il filantropo, il patriotta, si consacrarono alla gran causa che il miasma letale, la fame, la pestilenza, il ferro straniero abbatterono.
Difesa memoranda, ultimo baluardo dell'onore italiano, in cui il valore assurse ad eroismo, dove l'abnegazione raggiunse il sacrificio; difesa che sarà merito perenne di chiunque vi si trovò.
Nella rovina delle patrie speranze ridatosi tutto alla scienza, acquistò nome più bello, intendendo al sollievo dell'umanità sofferente come ad altissima missione. Nell'ospedale civile, di cui fu chirurgo primario per oltre trentasette anni, come nella casa del ricco; fra la miseria dei tuguri, quanto in mezzo alle sfarzose sale, purissimo anelito di carità, raro disinteresse lo infiammarono.
Del Consiglio provinciale, anche vicepresidente per più anni; per più anni consigliere comunale, non vi fu carica pubblica, non sodalizio umanitario della città a cui non appartenesse, a cui non attendesse con zelo. In questo assorto si tenne discosto dalle garrule quotidiane discussioni; poco parlava, voleva tenacemente, fortemente sentiva ed operava.
Al Veneto istituto, annoverato per i suoi meriti, ne fu presidente e vicepresidente; molti scritti pubblicò negli atti di quello e nei giornali di scienze mediche.
Era dei nostri dal 26 gennaio 1889.
Morendo volle che le cospicue sostanze accumulate curando i ricchi andassero ad incremento della scienza, in aiuto e soccorso degli umili, dei poveri, dei languenti.
Il prediletto Istituto veneto fu suo erede; l'ospedale, al quale tanta parte della esistenza aveva donato, ogni caritatevole e benefica istituzione della città nativa con munificenza dotò.
Esempio degno di imitazione e che del Minich parlerà lungamente; perché lui, consolatore dell'indigenza, benediranno i dolori leniti, le lagrime asciugate: tutti i beneficati. Ed ogni anima bennata darà lunga lode a lui che nel cuore dei diseredati eresse a se stesso un indistruttibile monumento che ne eternerà la memoria (Benissimo). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Sprovieri Francesco.
SPROVIERI F. [...]
Completando la mia proposta, propongo che a tutte le famiglie dei colleghi defunti ed a quella del ministro Genala si inviino le condoglianze del Senato.
GIOLITTI, presidente del Consiglio. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
GIOLITTI, presidente del Consiglio. Il ricordo, fatto dall'illustre Presidente del Senato, dei meriti patriottici, della sapienza e dei servigi resi allo Stato nella scienze e nell'amministrazione dai senatori recentemente defunti, dimostra quanta somma e quanto valore di patriottismo e di scienza sia andata perduta per lo Stato. [...]
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede i parlare, pongo ai voti la proposta fatta dal senatore Sprovieri Francesco nella quale è compresa anche quella del senatore Bartoli, che cioè il Senato voglia esprimere le sue condoglianze alle famiglie dei senatori defunti, dei quali ho tessuto l'elogio.
Chi approva questa proposta voglia alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 novembre 1893.