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MIGLIORATI Giovanni Antonio

12 maggio 1825 - 29 maggio 1898 Nominato il 12 marzo 1876 per la categoria 07 - Gli inviati straordinari dopo tre anni di tali funzioni provenienza Liguria

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Vicepresidente

Signori senatori! Pur troppo il Senato non può quasi mai sospendere i suoi lavori, anche per poche settimane, senza che al riprenderli non debba rimpiangere la perdita di qualcuno de' suoi membri. E questa volta pure, la morte non fu parca nella triste sua messe fra noi. [...]
Il 29 maggio ultimo si spegneva in Firenze un'altra preziosa esistenza, consacrata anch'essa tutta intiera al servizio del paese: quella del senatore marchese Giovanni-Antonio Migliorati.
Nato a Genova il 12 maggio 1825 - dopo aver compiti rapidamente i suoi studi, fin dal marzo 1846 venne ammesso al Ministero degli esteri. Non insensibile al fremito che agitava nel 1848 tutta la gioventù italiana anelante all'indipendenza della patria - si arruolò volontario, come semplice soldato, nella brigata Guardie: e nel successivo ottobre, dimessosi dal servizio militare col grado già meritato di sottotenente, tornò alla diplomazia. Nominato addetto nell'anno stesso, e nel successivo segretario di legazione, prese subito parte alla missione del colonnello Monti, inviato in Ungheria durante la guerra per l'indipendenza di quella nazione, che ebbe allora un periodo di tanto splendore e di sì generali simpatie.
Messo nel 1859 a disposizione del regio commissario generale delle Romagne ed inviato da questo come regio commissario a Ferrara fu dal Governo provvisorio romagnolo nominato intendente generale di quella provincia e venne eletto deputato all'Assemblea della Romagna. Rientrato sullo scorcio di quel medesimo anno nella carriera diplomatica col suo antico grado di segretario di legazione, resse dal 1854 al 1858 la legazione di Roma.
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario nel 1867, fu capo successivamente in tale qualità dei regi uffici diplomatici all'Aja, a Stoccolma, a Copenaghen. Fu ministro a Lima ed in missione presso varie repubbliche dell'America del Sud, prestando servizio in quei paesi fino al 1866, quand'ebbe l'incarico interinale della direzione superiore degli affari commerciali al Ministero degli esteri. Destinato poi alla legazione di Monaco di Baviera e quindi a quella di Atene, fu nel 1876 collocato a riposo e fatto senatore il 12 marzo.
Se le sue circostanze personali non gli permisero di prendere continuatamente parte attiva ai lavori del Senato, non tralasciò tuttavia di farlo sempreché il potesse. Con una competenza ed una autorità incontestata, sostenne il disegno di legge per l'istituzione di depositi franchi nella principali piazze marittime del Regno.
Anche la vita del senatore Migliorati fu una di quelle che lasciano vestigia onorate e feconde per civili virtù e per intelligente operosità. Al loro eclissarsi, fanno sentire più vivo il desiderio che dalla nuova generazione sorgano presto altre figure non meno valenti e vigorose nei gravi momenti per cui passa ora la diletta nostra patria. (Bene). [...]
DI SAN MARZANO, ministro della guerra. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
DI SAN MARZANO, ministro della guerra. [...]
A nome poi del Governo mi unisco a quello che ha detto il nostro Presidente per la perdita che il Senato ha fatto dei nostri colleghi Ceneri e Migliorati. Entrambi, benché divenuti celebri nella carriera civile, si arruolarono fra i volontari in quegli anni fatidici in cui tutto cominciava con le armi. Tanto il Migliorati che il Ceneri strinsero in mano il fucile e portarono lo zaino. (Bene). [...]
BONVICINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BONVICINI. Io veramente dovrei rinunciare alla parola, poiché, dopo i discorsi fatti dal nostro egregio Presidente e da altri colleghi, non vorrei abusare della vostra indulgenza; ma l'amicizia che mi legava al marchese Migliorati e a Giuseppe Ceneri fin dalla mia gioventù, mi fa vincere ogni esitanza, e dichiaro però che v'intratterrò breve di loro.
Il marchese Migliorati io lo conobbi nel 1859, quando il circondario di Lugo era unito alla Provincia di Ferrara.
Comprendo io a quei tempi il modesto ufficio di giusdicente del mandamento di Massa Lombarda, ebbi occasione di conoscere il suo patriottismo.
Fin da allora egli seppe infondere nell'animo dei romagnoli l'amore alla Dinastia di Casa Savoia ed all'unità della patria, e venne eletto rappresentante politico di uno dei collegi di Argenta nell'Assemblea delle Romagne.
Fu fedele sempre a quella Dinastia che (come ebbe a dire in quest'Aula il compianto senatore Gioacchino Pepoli nella chiusa d'uno splendido suo discorso, pronunciato il 13 marzo 1879), è quella Dinastia di cui Umberto Biancamano è la tradizione, Carlo Alberto è il martirio, Vittorio Emanuele II la gloria, Umberto I la speranza; speranza che oggi più che mai noi dobbiamo avere vivissima nel suo patriottismo, nella sua fede alle politiche nostre istituzioni che saprà, seguendo le orme paterne, difendere da ogni insidia, mantenendo quella unità della patria della quale il marchese Migliorati fu sempre, fin dal politico nostro risorgimento, uno dei più caldi sostenitori. [...]
Credo infine di essere interprete dei vostri sentimenti col proporre al Senato che la Presidenza mandi alle famiglie degli estinti oggi commemorati una lettera di compianto. (Benissimo).
PRESIDENTE. Come il Senato ha udito, il senatore Bonvicini propone di mandare una lettera di condoglianza alle famiglie dei defunti oggi commemorati.
Chi approva questa proposto è pregato di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 16 giugno 1898.