MICHIEL Luigi
03 giugno 1814 - 15 novembre 1904 Nominato il 05 novembre 1866 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza VenetoCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente
Signori senatori! Duolmi dover cominciare il mio ufficio dalle dolenti note.Ma pur troppo è ben raro che durante un periodo, anche non lungo, d'interruzione dei nostri lavori, non si abbiano a deplorare perdite dei nostri colleghi. [...]
Un'altra modesta, ma nobile vita si è spenta nella persona più che novantenne del conte Luigi Michiel, nato il 3 luglio [sic] 1814 a Venezia e morto in Bassano il 15 scorso novembre.
Vita modesta; perché, schivo di lodi ed avvezzo ad occuparsi, non di sé, ma unicamente di fare il bene, solo chi lo conosceva da vicino poteva apprezzarne il vero valore.
Nobile vita; perché il suo nome si rannoda a due momenti importanti per Venezia e per la storia del nostro risorgimento nazionale.
Nel 1848, quando Venezia scosse la prima volta il giogo straniero, fu chiamato a far parte del Comitato che licenziò gli Austriaci dalle venete lagune: e, dopo la capitolazione del 1866, fu egli che fece al commissario Pasolini la consegna della liberata città. Il 5 novembre di quello stesso anno venne chiamato a sedere in quest'Aula.
Gentiluomo perfetto, di fede sincera e robusta, il suo schietto e saldo carattere, l'eletto ingegno, l'anima aperta a tutto ciò che vi è di nobile e grande, lo facevano amato da tutti i buoni.
Benché la tarda sua età non gli consentisse in questi ultimi anni di partecipare attivamente ai lavori del Senato, il Senato non dimenticò e non dimentica questo venerando nostro collega; ed associandosi al lutto della sua famiglia, augura al paese molti cittadini che gli somiglino. [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. A nome del Governo mi associo al dolore del Senato per le perdite gravissime che ha subito durante questo periodo di chiusura dei suoi lavori.
Quando si pensa al tesoro di patriottismo, di sapienza e di valore che il paese ed il Senato hanno perduto con la scomparsa di questi uomini non si può a meno di essere compresi da un senso di profonda mestizia.
Io auguro che la nuova generazione possa darci uomini che per patriottismo, per valore e sapienza possano equivalere a quelli dei quali oggi piangiamo la perdita. (Bene).
Mi consenta il Senato una parola di speciale rimpianto per la perdita del senatore Ottolenghi che mi fu compagno di scuola, e che ebbi poi collega come ministro della guerra. Egli era un cuore nobilissimo, affezionato all'esercito come, forse, pochi uomini lo sono stati, e se avesse avuto anche maggiori occasioni di dimostrare il suo valore e l'altissima sua intelligenza certamente avrebbe saputo acquistarsi ancora maggiori benemerenze verso il paese.
Io mi associo al profondo dolore del Senato, e rinnovo l'augurio che la generazione che sorge, riempia questi vuoti che, disgraziatamente, si vanno continuamente facendo nel Senato e nel paese. (Vive approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 3 dicembre 1904.