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MICHETTI Francesco Paolo

02 ottobre 1851 - 05 marzo 1929 Nominato il 04 aprile 1909 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Abruzzo

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Niccolò Melodia, Vicepresidente

Onorevoli colleghi, dopo l'ultima seduta della passata legislatura parecchi nostri autorevoli ed amati colleghi sono stati colpiti dalla falce della morte.
Io credo che tutti siano del mio parere, di rivolgere, prima di incominciare i nostri lavori, alla loro memoria l'espressione del nostro mesto rimpianto. (Approvazioni). [...]
Un glorioso esponente dell'arte italiana cessava di vivere il 5 marzo in Francavilla al Mare: Francesco Paolo Michetti, che era nato in Tocco Casauria il 2 ottobre 1851 ed era nostro collega dal 4 aprile 1909.
Il grande artista abruzzese, forse il più impetuoso e penetrante fra i pittori moderni, lascia molti capolavori, monumenti imperituri di un'arte nobile e squisita.
Il suo genio si rivelò fra le lotte della vita: di modesti natali, la sua adolescenza non conobbe agi, ma nella grande passione per la pittura, che per lui costituì fin da principio una seconda natura, il suo spirito si tempra, il suo intelletto si fortifica, facendogli superare ogni ostacolo. Già durante gli studi alla Accademia di belle arti di Napoli, egli mostra quale fresca vigoria d'ingegno in lui si racchiude e si fa apprezzare da Domenico Morelli e Filippo Palizzi con i primi bozzetti ritraenti mirabilmente animali ed oggetti dal vero. Ma egli lascia presto l'Accademia e torna al suo Abruzzo.
Sotto il cielo natio egli crea le sue opere; profondamente innamorato della sua terra, ne ritrae la pittoresca natura e i mille colori. Dal 1877, quando all'esposizione di Napoli presenta quel meraviglioso dipinto che è la processione del Corpus Domini, la sua fama diventa d'un tratto internazionale. Dopo, è tutto un proseguire di successi, è un ascendere della sua arte verso forme più elevate di bellezza, di efficacia, di espressività! La letizia infinita che spira dal "Corpus Domini" si trasforma in un senso di dolce malinconia nel magnifica dipinto "La Domenica delle Palme", diventa profonda e paurosa commozione dinanzi alla grande tela "Il Voto" per la potenza di rappresentazione che ivi trova la fede ardente del popolo delle campagne.
Il successo assurge a trionfo quando il maestro, raggiungendo la più grande semplicità ed efficacia, presenta all'esposizione di Venezia, nel 1895, quel capolavoro che è "La figlia di Jorio". Qui il contrasto dei sentimenti è impressionante e la perfezione e la vivacità della tecnica si fondono mirabilmente con una felice sobrietà di particolari.
Ho accennato alle più note creazioni del grande pittore, ma il suo genio brilla in tanti altri dipinti, in innumerevoli bozzetti e studi. La gentilezza dell'anima sua domina la scelta dei soggetti e l'esecuzione dell'opera, e, nel grande amore per la terra nativa, è sempre vivo il desiderio di evocarne la bellezza e le armonie, onde la produzione di lui assurge ad opera di schietta italianità e la figura dell'artista appare a noi ancor più grande. La sua dipartita perciò è un lutto grave non solo per l'arte, ma anche per la patria, e noi rivolgiamo a lui il nostro pensiero e pieghiamo con reverenza il capo sulla sua tomba. (Benissimo). [...]
MOSCONI, ministro delle finanze.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MOSCONI, ministro delle Finanze. Il Governo, con sensi di profondo cordoglio, si associa alle nobili parole pronunziate dall'onorevole Presidente in memoria dei senatori scomparsi. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 29 aprile 1929.