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MEZZACAPO Luigi

25 gennaio 1814 - 27 gennaio 1885 Nominato il 01 dicembre 1870 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giacomo Durando, Presidente

Onorevoli colleghi. [...] E non basta, onorevoli colleghi, mi tocca di contristarvi ancora coll'annunzio d'un'altra sciagura. Nelle prime ore del mattino di ieri mancava ai vivi in questa città, dove risiedeva comandando il IX Corpo d'esercito e nell'età di 71 anni, il tenente generale Luigi Mezzacapo che dal 1870 faceva parte della nostra Assemblea.
Egli si era da giovinetto dedicato alla carriera delle armi sotto il caduto reame di Napoli, dove trasse i natali. Ufficiale a 18 anni, ricco d'ingegno e di studio percorse rapidamente i gradi della milizia fino a quello di maggiore, e fu tra quelli che, dopo lo spergiuro di Ferdinando di Borbone, ricusarono di obbedire e di ritornare sotto le sue bandiere.
Esulò pertanto e si associò a tutte le vicende avventurate o tristi della sanguinosa epopea nazionale. Prese parte all'eroica difesa di Venezia. Militò col generale Garibaldi nell'infelice e generosa prova che fece la Repubblica Romana, e poscia riparò in Piemonte in quell'asilo dei profughi italiani anelanti alle generose imprese per la libertà.
Ridottosi a Genova durante i dieci anni in cui sostarono le armi, continuò ad applicarsi agli studi di scienza militare, e dettò, fra le altre, un'opera grandemente pregiata sulla geografia militare italiana.
Chiamatovi in seguito dagli eventi guerreschi che condussero felicemente l'Italia alla sua unità, prese parte in ogni circostanza che gli si offriva alle diverse spedizioni, dando prove di valore e di somma perizia e sagacia militare. Continuò indi a far parte dell'esercito italiano occupandone i più alti gradi, e in marzo del 1876 fu elevato a ministro della Guerra, carica che sostenne per due anni, trascorsi i quali ritornò al comando dell'esercito.
Di lui sarà sempre vivo il ricordo di prode e dotto militare, di ottimo cittadino e di benemerito patriota.
Dalla Camera dei deputati in questa triste circostanza ho ricevuto la seguente comunicazione della quale do lettura:.
"In principio della seduta d'oggi, ho dato comunicazione alla Camera della lettera colla quale l'E.V. partecipa la morte del senatore tenente generale Luigi Mezzacapo, avvenuta qui in Roma questa mattina.
Nell'esprimere all'E.V. il sentimento di cordoglio della Camera per tale perdita, pregiomi informarla che una Deputazione presieduta dal Vicepresidente onorevole Taiani, prenderà parte al trasporto funebre del compianto senatore.
Il Presidente della Camera dei deputati.
G. BIANCHERI".
RICOTTI. ministro della Guerra. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
RICOTTI, ministro della Guerra. A nome del Governo debbo dichiarare al Senato che mi associo al cordoglio che certamente esso prova all'annunzio della morte dell'illustre generale Luigi Mezzacapo, e debbo pure partecipagli che il Governo deplora questa perdita, non solo come quella d'un illustre militare ed integerrimo patriota, ma ben anche come quella di un uomo di Stato che poteva ancora rendere eminenti servizi al paese. Devo pure partecipare al Senato che le onoranze funebri del compianto estinto saranno fatte a spese dello Stato.
Io poi personalmente legato, come collega militare, e come amico sincerissimo dell'illustre generale, non posso che manifestare il mio dolore davanti al Senato, all'esercito, alla nazione! (Bene! Bravo!).
SACCHI G. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
SACCHI G. Doloroso ufficio è il mio; pochissime volte presi la parola innanzi a voi, e voi, pur troppo, sempre in consimili dolorose circostanze.
La prima fu per la memoria di un amico del cuore, il generale Medici; altra volta per quella del mio maestro e quasi padre, il generale Garibaldi; ed oggi sento pure il dovere di esprimere il mio profondo cordoglio, che so da voi condiviso per l'irreparabile perdita dell'illustre patriota e distinto soldato il generale Mezzacapo a cui professavo stima ed affezione grandissima e che sì nobili ricordi lascia di virtù e sapienza.
Limito a queste poche parole il mio dire, giacché non saprei, dopo quanto il nostro onorevole Presidente e l'onorevole ministro della Guerra hanno detto, meglio commemorare la perdita dell'illustre defunto.
Permettetevi però di esprimervi un mio desiderio e pregarvi di volerlo assecondare. Io pregherei l'onorevolissimo nostro Presidente di esprimere ai superstiti figli con un breve scritto le condoglianze del Senato.
Sono certo che questo atto sarà un caro e venerato ricordo a quei poveri afflitti che in pochi giorni ebbero lo strazio di vedersi orbati d'ambo i genitori. (Bene! Benissimo!).
CARACCIOLO DI BELLA. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
CARACCIOLO DI BELLA. Credo di rendermi interprete dei sentimenti di tutto il Senato associandomi alle nobili parole espresse dal nostro onorevole Presidente, dal signor ministro della Guerra e dal nostro collega senatore Sacchi in onore dell'illustre mio concittadino generale Mezzacapo di cui il signor Presidente ci ha testé annunciato la dolorosa perdita.
Il generale Mezzacapo fa il vero tipo del soldato italiano e seppe associare alla virtù ed alla scienza militare l'amore della libertà politica e del sentimento della patria italiana.
Combattendo per la indipendenza d'Italia in Lombardia, a Venezia e a Roma fu tra i primi del 1861 che pose il suo braccio ed il suo cuore al servizio dell'unificazione della patria italiana.
Egli non era solamente l'individuo, era il rappresentante di tutta una scuola di soldati napoletani, i quali seppero in tempo di oscura persecuzione e di governo dispotico, mantenere incolume la fiamma dell'amore per la patria e per la libertà.
Egli ebbe a compagni uomini che portarono il nome di Pepe, di Desauget, di Longo, di Cosenza, di Pianell, di Nagle e di altri illustri, dei quali alcuni non videro avverati i loro sogni e come il profeta delle Sacre Scritture, videro da lontano la terra promessa, altri poterono e possono ancora il loro intelletto e il loro valore mettere a disposizione della libertà e dell'indipendenza della patria nostra.
Io mi associo al desiderio espresso dal mio onorevole collega il generale Sacchi, perché il nostro Presidente voglia testimoniare l'espressione del nostro cordoglio alla famiglia dell'illustre generale.
Onore a lui, onore a quei prodi che gli furono compagni nelle prove della scienza e del valore militare, e che il loro esempio possa servire di stimolo ai giovani e alla generazione avvenire, perché illustro, la prosperità e la gloria della patria nostra vogliano sempre e più fiorire e perdurare. (Bravo! Bene!).
BERTOLÈ - VIALE. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
BERTOLÈ - VIALE. Ai tributi di compianto pronunziati in quest'Aula così nobilmente dal nostro Presidente dall'onorevole ministro della Guerra e da altri nostri colleghi mi sia lecito di aggiungere pochissime parole.
L'illustre generale Luigi Mezzacapo, di cui deploriamo la irreparabile perdita, fu uomo valoroso e dottissimo nelle militari discipline.
Egli amò sopra ogni cosa il Re, l'Italia e l'esercito.
Il suo ideale era di vedere la patria grande e temuta, come la preconizzava il Gran Re Vittorio Emanuele, pochi giorni prima di rendere la grande anima a Dio, colle memorabili ed ultime parole rivolte alle Rappresentanze del Parlamento che riceveva nella ricorrenza del capo d' anno.
E per raggiungere lo scopo di una patria grande e temuta, il generale Luigi Mezzacapo non vedeva altro mezzo che quello di rafforzare potentemente gli ordini militari della nazione.
Codesta convinzione fu il suo vangelo; vangelo che egli propugnò con costanza e tenacità di proposito.
La di lui perdita lascia un vuoto doloroso in questa Assemblea e nell'esercito; ma la sua memoria durerà a lungo in tutti coloro i quali amano di onorare i forti e nobili caratteri che servirono la patria con abnegazione, con virtù e con valore. (Bene! Bravo!).
PRESIDENTE. All'invito che mi ha fatto l'onorevole Sacchi Gaetano, di scrivere cioè, a nome della Presidenza del Senato, alla famiglia del defunto, debbo dire che a questo è già stato adempiuto fin da ieri.
Io non ho mancato, appena ho ricevuta la infausta notizia, di scrivere alla famiglia per esprimere, anche a nome del Senato, i sentimenti di cordoglio che per sì grave perdita han fatto la famiglia, il Senato ed il paese, dei cui sentimenti si sono fatti interpreti il ministro della Guerra e gli altri oratori che hanno parlato di questa circostanza.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 Gennaio 1885.