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MERINI Andrea

19 aprile 1799 - 26 ottobre 1867 Nominato il 29 febbraio 1860 per la categoria 20 - Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Gabrio Casati, Presidente
Signori Senatori!
Mi duole per verità che io debba ora intrattenervi di tristi avvenimenti. Noi abbiamo perduto nell'intervallo scorso fra l'ultima nostra seduta e quella di oggi, sette de' nostri colleghi. Darò alcuni cenni intorno ad essi, accennando alle cose in cui si sono particolarmente distinti. [...]
Proseguo ora la lettura de' cenni necrologici. [...]
Sacerdote Andrea Merini. Nacque il 19 aprile 1799. Allievo del Seminario maggiore di Milano si distinse pe' suoi talenti in modo che, appena quasi compiuti gli studi suoi, destinato venne a coprire la cattedra di diritto ecclesiastico nel Seminario medesimo. Ivi fece buona e distinta prova di sé per doni didattici non comuni, nonché per ampiezza di dottrine dovute ad indefessi studi. Non fu da alcuni approvata la dottrina sua, perché propugnava la libertà degli ordini ecclesiastici in confronto delle pretese d'altri canonisti troppo ligi alla Curia romana, e difendeva i diritti del civile potere. Per sette anni sostenne la cattedra, poi si allontanò per ridursi a par[r]occhia rurale: colà il suo zelo, la sua carità accaparrò gli animi ed il suo nome acquistò rinomanza, sicché l'Arcivescovo lo volle porre in isfera d'azione più ampia, destinandolo alla prepositura parrocchiale di S. Francesco di Paola in Milano. La sua presenza in città diede al superiore ecclesiastico la possibilità d'averlo a consultore e lo destinò a vari importanti incarichi. Fu per la sua dottrina aggregato fra i membri dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Al Governo provvisorio di Lombardia del 1848 fu largo di eccellenti consigli. Dopo il 1859 fu Senatore, né mancò d'assistere alle riunioni per quanto i suoi doveri lo permettessero. Mancò il 26 ottobre scorso, compianto da tutti che lo stimavano, cioè dall'immensa maggioranza de' suoi concittadini; se ne rallegrarono cinicamente que' pochi, i quali bestemmiano al connubio auspicato della libertà colla nostra santissima religione, e soffrire non possono che un sacerdote ami la sua patria per quanto sia intemerato ne' costumi, zelante per l'adempimento dei suoi sacerdotali doveri, banditore facondo della divina parola, alieno dal parteggiare, profuso nella carità come il Merini lo era, e ne desideri il benessere e la prosperità.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 dicembre 1867.