MEDICI Luigi
20 giugno 1836 - 20 febbraio 1915 Nominato il 21 novembre 1892 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza PiemonteCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli colleghi! [...]
Altro dei nostri perduti fu l'erede di un nome caro all'Italia, il marchese Luigi Medici del Vascello. In Santa Margherita Ligure, dove curavasi, morì la notte del 20 febbraio. Nato il 20 giugno 1836 a Castello d'Annone in quel di Alessandria, traeva dalla famiglia e dalla terra i sensi patrii. Ingegnere in prima gioventù a servizio delle Ferrovie Meridionali, lasciò l'impiego nel 1866 per arruolarsi volontario nelle colonne Garibaldi. Vistoso il patrimonio, l'inclinazione agli studi tecnici ed alle loro pratiche, con larghe vedute di finanziere, quando il nuovo Regno d'Italia bisognò delle arti della pace, egli rivolse la sua attività, l'ingegno ed i mezzi ad alimentare le industrie. Le più grandi opere pubbliche iniziò, o condusse con perizia, forza ed autorità. Fu caloroso, instancabile alle imprese costruttrici; ferrovie, funicolari, acquedotti, compì; ai muraglioni del Tevere, al porto di Genova, cooperò. L'industria dei cementi a Borgotaro, la Società Edilizia Centrale di Milano, quella del Gianicolo in Roma, la Società Laziale di Elettricità, egli fondò; quella de' Beni Stabili fu sua creazione. Incoraggiò ed organizzò la Marina Mercantile. Le bonificazioni del ferrarese, la coltura intensiva nella vasta sua tenuta della Mandria, lo resero pur benemerito dell'industria agraria.
La ricchezza usò eziandio alla beneficenza. Di cuor buono e generoso, molti soccorse; e meritò del pubblico in Roma, istituendo l'Educandato Giacomo Medici, e facendo alla scuola quelle notevoli elargizioni, ch'ebbero premio di medaglia d'oro dal Governo del Re.
Tanto bene operato, che onorò la vita del Marchese Medici, merita il ricordo oltre morte; e lo avrà anche dal Senato (al quale appartenne dal 21 novembre 1892), che il cugino Generale Giacomo tien vivo nella memoria fra i suoi defunti. (Vive approvazioni)
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 marzo 1915.