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MAZZA Francesco

25 ottobre 1841 - 06 maggio 1924 Nominato il 04 aprile 1909 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Niccolò Melodia, Vicepresidente

Onorevoli senatori,
Il lungo periodo di chiusura dei nostri lavori ha visto purtroppo scomparire le nobili figure di non pochi dei nostri amati colleghi che di questa Assemblea erano decoro e vanto. Ad essi rivolgiamo anzitutto il nostro memore ed accorato pensiero. [...]
Il 6 maggio volgente si spense in Torino, a brevissima distanza dalla morte dell'adorata consorte, il conte tenente generale Francesco Mazza. Nato in Rivanazzano il 25 ottobre 1841 e cresciuto in mezzo alle speranze ed alle lotte del risorgimento, sentì anch'egli ben presto il potente richiamo della patria in armi e infatti, lasciati gli studi fisico-matematici in cui tuttavia emergeva, entrò a 18 anni nell'Accademia militare di Torino e poi nella scuola d'applicazione per l'artiglieria e il genio, uscendone tenente d'artiglieria a 21 anni e partecipando poi da valoroso alla campagna del 1866. Promosso nel 1877 per scelta eccezionale al grado di maggiore, fu per alcuni anni valoroso insegnante alla scuola di guerra. Trasferito nel 1882 nel corpo di Stato maggiore, vi restò fino alla promozione a maggior generale, col quale grado fu comandante d'una brigata di fanteria nella infausta guerra d'Africa. Promosso tenente generale, fu successivamente comandante delle Divisioni di Ravenna, Napoli e Roma e poi comandante del corpo d'Armata di Palermo: allorquando sulla Sicilia e sull'Italia tutta si abbatté l'immane catastrofe del terremoto di Messina, egli, quantunque non ancora ristabilito da grave malattia, accorse a dirigere l'opera di salvataggio e di recupero e, nominato dal Governo commissario straordinario, seppe assolvere i terribili compiti che gli erano affidati con energia pari all'abnegazione, sì da meritare la concessione della medaglia d'oro dei benemeriti del terremoto. A riconoscimento dei suoi meriti, S.M. il Re il 4 aprile 1909 lo nominava senatore e il 12 agosto 1910 gli conferiva il titolo di conte.
Collocato in posizione ausiliaria nel 1909 per ragione d'età, ebbe ancora a rendere preziosi servizi all'esercito, come presidente della Commissione per le ricompense al valore per la guerra libica e poi di quella per gli esoneri degli ufficiali durante la guerra europea. Nel 1919 fu collocato a riposo definitivamente, dopo quasi sessant'anni di servizio militare, esempio mirabile di tutta una vita spesa per l'esercito.
Fu sempre, quando glielo permisero gli alti incarichi conferitigli, assiduo ai nostri lavori e pronunziò importanti discorsi, sovratutto sulla condotta delle operazioni militari in Libia e sulla organizzazione dell'esercito; di questioni militari fu competentissimo e collaborò assiduamente a riviste tecniche, sì da procacciarsi bella fama di scrittore.
Col generale Mazza un'altra nobile figura di veterano e di valoroso e ferreo soldato scompare. Vada alla sua nobile memoria il nostro commosso ricordo, alla famiglia desolata il nostro vivo cordoglio. (Bene).
DI GIORGIO, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI GIORGIO, ministro della guerra. In nome del Governo e dell'esercito invio un saluto reverente alla memoria dei generali [...] e Mazza.
Io nulla aggiungerò. a quanto l'illustre Presidente del Senato ha già detto, con tanta autorità, per ricordare le loro benemerenze.
Aggiungerò soltanto che essi, dopo aver combattuto le battaglie del risorgimento, contribuirono efficacemente alla grande guerra vittoriosa, preparando tutta una generazione di soldati che guardò ad essi come ad un simbolo vivente di patriottismo e di dovere. (Benissimo). [...]
Alla memoria del generale Mazza, oltre che come ministro della guerra, rivolgo un reverente saluto come messinese per l'opera benefica e nobile che egli svolse in occasione del disastro del 1908.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 29 maggio 1924.