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MAZÉ DE LA ROCHE Gustavo

27 luglio 1824 - 29 marzo 1886 Nominato il 19 dicembre 1878 per la categoria 05 - I ministri segretari di Stato provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giacomo Durando, Presidente

Signori senatori! [...]
Avant'ieri ancora una crudele disgrazia, una fatale caduta di cavallo ci rapiva un altro collega nostro, il conte Gustavo Mazè de la Roche, in Torino dove era nato il 27 di luglio del 1824.
Educato da giovane alla scuola delle armi nella militare Accademia della stessa Torino, percorse in modo splendido la sua carriera fino al sommo grado di tenente generale di cui era investito. Ebbe la sorte di prender parte a tutte le campagne dell'indipendenza italiana, dal 1848 in poi, compresa la spedizione di Crimea, e in tutte si comportò da valoroso e intelligente soldato, riportandone meritate ricompense fra cui vanno particolarmente notate due medaglie al valor militare. Nella sua vita politica fu onorato della fiducia di valenti statisti e particolarmente del sommo Cavour dal quale ebbe incarichi importanti e delicati. Tenne il portafoglio della Guerra dal 19 dicembre 1878 al 14 luglio 1879. Copriva attualmente la carica di comandante del 1° corpo d'Armata. Per le sue virtù militari e sociali era altamente rispettato ed amato dall'esercito dove lascia un gran vuoto. E in noi tutti durerà lungamente viva l'onorata sua memoria.
CADORNA R. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
CADORNA R. Sia concesso ad un antico commilitone del generale Mazè de la Roche, una parola di compianto per così amara perdita; amara realmente pei segnalati servigi già prestati al paese, e per quelli che prometteva una sperata lunga esistenza, senza il funesto accidente che ne ha ad un tratto troncato il corso. Carattere antico, vero tipo di soldato, inflessibile nelle esigenze delle discipline militari, e ad un tempo, compiacente ed amorevole padre verso i suoi dipendenti: la sua memoria rimarrà sempre cara ai superstiti, la memoria dei perfetto e colto gentiluomo, dell'intemerato cittadino, dell'illustre cooperatore al glorioso risorgimento d'Italia. (Bene).
MEZZACAPO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
MEZZACAPO. Ritengo che in questa Aula tutti ci associamo unanimi alle nobili parole pronunziate dall'onorevole senatore Cadorna per l'immatura perdita del nostro collega senatore Mazè de la Roche. Ma se tutti debbono deplorarla, il dolore sarà maggiore per l'esercito che in lui aveva uno dei generali più intelligenti, uno dei più bei caratteri, uno dei più prodi e robusti soldati; uno di coloro che, in circostanze difficili, avrebbe potuto ancora rendere grandi servigi al paese.
Ed io credo di potermi anche fare interprete del dolore profondo che l'esercito ne ha sentito. Tutti ieri erano addirittura sbalorditi per questa dolorosa quanto inattesa triste notizia.
Uniamo dunque concordi il nostro compianto a quello dell'onorevole senatore Cadorna. (Bravo).
BERTOLÈ-VIALE. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
BERTOLÈ-VIALE. Alle nobilissime parole dette dal nostro onorevole Presidente nel deplorare la perdita irreparabile del generale Mazè de la Roche, ed a quelle pronunciate dai nostri colleghi senatori R. Cadorna e Mezzacapo, lasciate che io aggiunga brevi parole coll'animo commosso da sì grave sciagura.
Amico da moltissimi anni del generale Mazè de la Roche, io l'ebbi collega carissimo fino dal grado di capitano, e l'amai sempre per il suo carattere improntato a fermezza virile, ma in cui la bontà dell'animo traluceva sempre ad ogni occasione.
Non dirò di lui come cittadino e come soldato, poiché lo disse molto bene l'onorevole nostro Presidente, e quale egli fu lo attesta lo splendido stato di servizio militare.
Forte, robusto, amato da tutti egli avrebbe potuto per lunghi anni ancora servire il Re e la patria, col senno e col valore dimostrato in tutte le guerre che si combatterono per l'indipendenza italiana, dal 1848 in poi. Una luttuosa catastrofe lo rapì inesorabilmente alla vita. Oggi a noi è dato soltanto d'inchinarci, davanti alla tomba che si è improvvisamente aperta per uno dei migliori nostri colleghi, per uno dei miei migliori amici e commilitoni. Mi sia quindi lecito di mandare da questo posto un ultimo saluto a questo tipo perfetto di gentiluomo, di soldato e di cittadino, certo come sono, che l'esercito custodirà lungamente l'eredità ch'egli lascia di così nobile esempio di virtù militari e civili. (Bene).
DEPRETIS, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha Ia parola.
DEPRETIS, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Il Senato permetterà che io mi associ, e con tutto l'animo, alle parole di cordoglio, di rimpianto e di lode che furono pronunciate sulla tomba immaturamente aperta del generale Mazè de la Roche. Io ebbi la fortuna di averlo a compagno nella amministrazione dello Stato, e potei apprezzarne le virtù di cittadino, la bontà dell'animo, la fermezza nell'adempimento dei propri doveri verso l'esercito, verso il Re e la patria. Di lui si può dire meramente che era il modello del cavaliere senza macchia e senza paura, il tipo del soldato e del cittadino. L'Italia, perdendo un tanto nobile figlio, soffre una delle più sensibili sventure da cui un paese possa essere afflitto. Io mi associo con tutto l'animo alle parole pronunciate in onore del prode defunto dall'onorevolissimo Presidente del Senato e dagli onorevoli senatori che mi precedettero.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 31 marzo 1886.