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MAURIGI Ruggiero

04 agosto 1843 - 10 dicembre 1919 Nominato il 26 gennaio 1910 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Torniamo appena dalle estreme onoranze a un nostro illustre collega, ed ecco che mi tocca darvi un altro funebre annuncio. Ai Bagni di Lucca, in una sua villa, è morto ieri, di 76 anni, il senatore marchese Ruggero Maurigi di Castel Maurigi.
Da molto tempo, per grave infermità, assente dal Senato, aveva però lasciato, qui e alla Camera dei deputati, amici non dimentichi della sua vivace conversazione e delle altre brillanti qualità di gentiluomo. Dell'Assemblea elettiva aveva fatto parte, a più riprese, per ben sette legislature, rappresentando dal 1874 al 1892 il collegio di Trapani; nella XVII legislatura il collegio di Siracusa e nelle due successive quello di Borgo a Mozzano pel quale optò quando, nel 1897, ebbe anche i suffragi degli elettori di Corleone. Nel Senato entrò, appunto come ex deputato, per le nomine del 26 gennaio 1910 e durante quella legislatura prese la parola o riferì per iscritto su problemi di comunicazioni e trasporti, ma con particolare amore si occupò delle questioni attinenti all'organamento dell'esercito. Questa predilezione non era senza motivo. Egli che giustamente teneva al suo titolo di colonnello della riserva, era stato appena diciassettenne, nella sua Palermo, valoroso milite dell'insurrezione del maggio del 1860.
Da allora seguì sempre fedelmente Garibaldi; lo seguì anche quando altri credettero di dovere, sia pur con sacrificio, lasciarlo. Così si trovò vicino a lui ad Aspromonte; e di questo doloroso episodio scrisse subito dopo, nel 1862, un drammatico racconto, ristampato di recente, e che infatti ancora oggi si legge con interesse e commozione. Rimarginata la piaga dei dissidi civili e riavvicinatosi Garibaldi al Governo, Ruggero Maurigi fu ancora al suo fianco nelle balze trentine, e come volontario del reggimento Guide, combatté a Condino; si conquistò le spalline di ufficiale alla presa del forte di Ampola e la medaglia d'argento al valor militare a Bezzecca per avere (dice la motivazione ufficiale): "portato ordini nei punti più pericolosi, animando sotto un fuoco vivissimo una compagnia ad attaccare alla baionetta il nemico, spingendola con l'esempio".
E della tradizione garibaldina fu ancora devoto seguace con la partecipazione alla campagna del 1867 nell'Agro.
Questa la fervente giovinezza del collega Maurigi che basta a dar carattere a tutta la sua vita. Quando il Senato del Regno commemorò il cinquantenario del risorgimento di Sicilia, il Maurigi fu molto lieto delle onoranze dell'Assemblea e additò fra i colleghi qualche altro dei rari superstiti di quegli avvenimenti dei quali diceva esser stato oscurissimo gregario.
Ora anche egli è sceso nella tomba; e il numero dei combattenti per l'indipendenza dell'Italia si assottiglia sempre più. Inchiniamoci alla sua memoria che ci riporta ai giorni della prima travagliata unificazione della patria. (Approvazioni).
DI TRABIA. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI TRABIA. Io mi associo alle belle parole pronunziate dal nostro illustre Presidente in memoria del senatore Maurigi.
Ruggero Maurigi, nato a Palermo nel 1843, ebbe sempre, fin dalla prima gioventù, sentimenti schiettamente italiani e unitari. Egli, prima di entrare nella vita politica, seguì la capitale a Torino e a Firenze. Da giovane aveva seguito Giuseppe Garibaldi, ed era stato ad Aspromonte. Era insignito della medaglia d'argento al valore militare. Appartenne per lunghi anni alla Camera dei deputati.
Ruggero Maurigi fu dunque un ardente patriota, fu un onesto nel senso più ampio della parola, fu uomo di coraggio.
Alla sua memoria rivolgo un riverente saluto, mentre propongo che il Senato mandi le sue condoglianze alla famiglia. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Pongo ai voti la proposta fatta dal senatore Di Trabia per l'invio di condoglianze alla famiglia del senatore Maurigi.
Chi l'approva è pregato di alzarsi.
È approvata.
ALBRICCI, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBRICCI, ministro della guerra. A nome del Governo e dell'esercito mi associo alle nobili parole che furono dette in memoria del compianto marchese Ruggero Maurigi.
Il marchese Maurigi nella sua gioventù fu un ardente soldato ed appartenne alla schiera di quei prodi e di quei saggi che seppero unire la loro giovanile baldanza al pensiero della necessità dell'ordine, fonte di ogni progresso. Egli fu tra quelli che ebbero scritto sulla loro bandiera, fin da quegli anni" Italia e Vittorio Emanuele", quella bandiera che, a traverso grandi e perigliose vicende, condusse all'attuale grandezza l'Italia, sul cui avvenire abbiamo, come essi ebbero, la fede più completa. A nome dell'esercito mando un vale alla sua memoria. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 11 dicembre 1919.