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MASDEA Edoardo

23 luglio 1849 - 12 maggio 1910 Nominato il 26 gennaio 1910 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi. Un nuovo dolore oggi inaspettatamente ci funesta: non è ancora chiusa una tomba, che un'altra se ne apre al nostro pianto. Edoardo Masdea, che sedeva ieri qui fra noi, è oggi cadavere. Doveva essere questa mane a corteo funebre con il cuore del Senato, sorpreso da morte, sono anche per lui le esequie.
Quest'altro illustre il Senato perde, appena accolto fra i suoi; la perdita è somma per la marina militare; nella quale il Masdea era il rinomato tenete generale del Genio navale, uno dei più insigni ingegneri; il celebrato autore dei piani di molte delle migliori navi, ultimamente di quelle grandi quattro in costruzione; ai cui talenti è riconosciuto di avere contributo nell'ultimo ventennio a rendere stimata la nostra marina da guerra in tutto il mondo per il tipo delle sue navi da battaglia.
Notabile che nella famiglia Masdea si vide scendere per li rami la severità della vita, l'amore delle scienze esatte, l'ingegno nautico, la vocazione a servirvi. Edoardo, nato in Napoli il 23 luglio 1849, da allievo di quella scuola di marina, entrato ai gradi, li salì rapidamente per valore, essendo in ciascun d'essi sempre il più giovane, fino ad occupare il più alto posto, del quale tanto degno era, e nel quale raccolse onori e la medaglia d'oro di quarant'anni di servizio in una età, che prometteva un decennio ancora di questo prezioso servizio prima del collocamento a riposo per legge.
Nobile carattere, scrupoloso osservatore del dovere, pretendente pari la diligenza dai dipendenti; rigoroso, ma giusto, amabilissimo delle maniere.
La sua nomina a senatore del 26 gennaio destò plauso come di premio degli eminenti servizi suoi di quarantacinque anni nella marina. Il Senato lo accolse pregiandosene. Aveva il senatore Masdea preso ad essere assiduo, e ce ne aspettavamo grande aiuto di cognizioni e di esperienza nelle materie specialmente di suo possesso; ma troppo presto ce lo ha rapito il destino. Breve è stato l'acquisto, ed è amaro il nostro lamento. Anche questo nostro estinto sarà seguito dal nostro affetto nel sepolcro. (Approvazioni).
REYNAUDI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
REYNAUDI. Mi associo alle egregie e commoventi parole del nostro illustre Presidente; e col cuore affranto e l'animo turbato permettete, onorevoli colleghi, ch'io porti in mezzo a voi a nome anche dei camerati che siedono in quest'Aula, l'espressione di dolore della famiglia marinara, gravemente colpita dalla crudele improvvisa morte del generale Eduardo Masdea.
Io sento che colla Regia marina ne piange l'irreparabile perdita l'intiero paese; privato di colui che fu sì gran parte nella creazione delle nostre moderne potenti unità navali.
Compagno ed amico da oltre 40 anni del caro Masdea, ammiratore costante delle sue doti elettissime di menti, di cuore e di carattere, io vorrei, ma non posso, né saprei degnamente dire della geniale, feconda opera sua, e delle sue alte benemerenze.
Mi limito a rilevare come egli sia stato il degno successore del grande Benedetto Brin, il quale, ben giudicando delle particolari attitudini, dell'amore del Masdea ai severi studi dell'ingegneria navale, lo volle presso di lui a suo collaboratore prediletto. Alieno dal far parlare di sé, modesto, forte lavoratore, d'indole mite, potrei dire che le sue caratteristiche personali era il genio e la bontà.
A lui vada il mesto, affettuoso nostro saluto e possa l'alto, indimenticabile ricordo del suo valore, segnare la via ai chiamati a rafforzare la nostra potenza sul mare. (Bravo, benissimo, vive approvazioni!).
LEONARDI-CATTOLICA, ministro della marina. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LEONARDI-CATTOLICA, ministro della marina. Dopo le nobili parole di compianto pronunciate dall'illustre nostro Presidente e dal nostro collega ammiraglio Reynaudi, permettetemi che io completi le benemerenze dell'uomo che la marina ed il paese hanno perduto e che io ebbi occasione di conoscere e apprezzare. Sarebbe troppo lungo passare in rassegna tutta l'opera navale del Masdea, cominciata a fianco del Brin, di cui fu prezioso collaboratore nello studio dei progetti dell'Italia della Lepanto e delle navi tipo Re Umberto. La serie dei sui progetti si iniziò col tipo Lombardia, nel 1887, e proseguì coi tipo Carlo Alberto e Garibaldi. Tanto fu apprezzato quest'ultimo tipo d'incrociatore che, oltre alle nostre navi, altre sette ne furono costruite nei cantieri nazionali per marine estere, e fra queste il Nisshine il Kashuga, che sostennero brillantemente il fuoco a Tsushima. Il S. Giorgioe il S. Marco furono anche progetti del Masdea e questi è stato pure l'autore dei disegni delle nuove grandi corazzate.
Mentre era in costruzione la Dante Alighieri promise al ministro Mirabello di concretare in tre mesi soltanto i piani delle tre nuove unità più potenti, tipo Giulio Cesare, e mantenne l'impegno, consegnando i disegni il 2 settembre dello scorso anno. Quanto sforzo concentrato in quei tre mesi di pertinace lavoro!
Quelli che l'hanno seguito da vicino, sanno che la mente di Edoardo Masdea non un istante solo si allontanava dal meditare le grandi questioni tecniche che giorno per giorno gli toccava risolvere, e come tutto ciò che veniva da lui avesse sempre l'impronta di ingegno acuto e equilibrato. Egli presentì, e lo manifestò in una lettera al Mirabello del quale fu validissimo cooperatore nel vigoroso impulso dato alla costruzione del naviglio.
Alla memoria dell'illustre ingegnere, onore e vanto del corpo del genio navale e della nostra marina, in nome del Governo e dell'Armata, io mando un riverente ed affettuoso saluto. (Bravo, vivissime approvazioni).
DEL CARRETTO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DEL CARRETTO. Onorevoli colleghi! Vogliate concedermi di aggiungere una mia modesta parola di rimpianto a quelle già pronunciate in modo così solenne e degno, in memoria del generale Masdea, dal nostro illustre Presidente, dall'ammiraglio Reynaudi e dall'onorevole ministro della marina. Vogliate consentirlo a me, che ebbi l'onore di averlo a capo del corpo a cui appartennni ed appartengo, a me che ho avuto agio di valutarne le rare virtù di mente e di cuore, e la forza degli studi e della volontà, che ha sempre guidato quest'uomo, veramente insigne, nella sua rapida carriera, carriera degna del suo valore, per la conquista dei trionfi di quel corpo del genio navale, di cui fu degnissimo capo.
E questa è ora di vero lutto per la marina italiana, perché la marina perde un uomo che aveva saputo, serbando altissime le tradizioni di questo corpo, innalzarlo sempre più nel campo delle benemerenze verso la patria; oggi la marina perde il capo insigne del genio navale, che ha saputo farci conquistare il posto che teniamo fra le marine e mercé l'affermazione scientifico militare delle nostre navi sul mare.
In quest'ora di vero dolore, che colpisce anche la città che ho l'onore di rappresentare e che lo aveva fra i suoi più amati concittadini, sia a me concesso di portare una parola di mesto e deferente saluto alla memoria del collega insigne e dell'amico carissimo, che oggi l'Italia ha perduto. (Vivissime approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 maggio 1910.