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MARSELLI Nicola

05 novembre 1832 - 26 aprile 1899 Nominato il 10 ottobre 1892 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazioni
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori!
Nel pomeriggio di ieri, qui in Roma, Nicolao Marselli lasciava questa terra per salire ad un mondo migliore, verso del quale si sentiva tratto da un invincibile disgusto della vita. Egli era nato a Napoli nel dì 5 novembre 1832 ed apparteneva al Senato dal 10 ottobre 1892.
Io dovrei adesso lumeggiarne, fosse pur brevemente, la vita e le opere che gli sopravvivono, ma innanzi all'immane sventura che ha orbato la patria di un tanto uomo, sovra del quale si sono stese in modo così tragico le ombre della morte, non mi regge l'animo e, volendo, non riuscirei a metterne in evidenza i meriti e le qualità eminenti, onde più amara dovesse apparire al vostro sguardo, come al mio, la perdita dell'amato collega. Nicolao Marselli non era più da assai tempo, che l'ombra di se stesso, e parea che già il mondo lo avesse dimenticato; ma la stessa infelicità sua lo faceva sacro agli occhi di coloro che aveano avuta l'opportunità di apprezzarne il valore, ed il senso di profondo dolore che ha svegliato nell'animo nostro la dipartita di quest'uomo dalla faccia della terra, ha dimostrato ancora una volta, che non è sempre vero, che il mondo non conosca, e molto di rado serbi grata memoria degli uomini, che hanno servito ed illustrato la patria con la penna o con la spada, ovvero coll'una e coll'altra insieme. (Bene).
Tale fu Nicolao Marselli, a giudizio di quanti lo conobbero, e ne ammirarono le virtù e l'altezza dell'ingegno.
Uscito nel 1860 dalle file dell'esercito borbonico, ed entrato a far parte, come ufficiale del Genio, dell'esercito italiano, ebbe la ventura di rendere utili servigi al paese nella disgraziata campagna del 1866, che gli procacciarono la medaglia dei prodi. Ma è anche vero, che questa fu occasione propizia per lui, di far prova di quella valentìa nelle discipline militari, congiunta ad una rara coltura dell'ingegno educato a lunghi e maturi studi, che lo fecero degno, non appena fu istituita la Scuola superiore di guerra in Torino, di occupare in essa il posto di professore di storia, col grado di maggiore che gli venne quasi contemporaneamente conferito. Di lì salì in breve tempo al sommo della carriera militare. Maggior generale, quando entrò segretario generale nel Ministero della guerra, comandante in 2° nel Corpo di stato maggiore, raggiunse il grado di tenente generale comandante il Corpo d'armata di Bologna, che tenne fino al giorno, in cui gli toccò di dover abbandonare il servizio attivo, rimanendo tuttavia a far parte dell'esercito in servizio ausiliario.
Anche nella politica Nicolao Marselli tenne e conservò lungamente un posto distinto, quale deputato per sei legislature, prima del collegio di Pescina, poi di Aquila, che ricorda con memore affetto la parte importantissima ed efficace, presa dal suo deputato nella costruzione delle ferrovie di interesse precipuamente militare, che attraversano quel territorio. Rimangono anzi e rimarranno di lui molti e dotti discorsi, veramente degni dell'oratore che li pronunciava, onde parecchi de' suoi colleghi che ne ammiravano la rettitudine e la vastità delle cognizioni, si erano messi a considerarlo come loro capo e maestro. Però questo non era forse il campo che più si convenisse alla natura del soldato, e dell'uomo che inclinava a forti e severi studi nella solitudine del suo gabinetto, e però più volentieri si dispose a collaborare in qualità di segretario generale col ministro Ricotti, accanto al quale rimase per assai tempo, finchè questi, nel 1887, lasciò ad altri la direzione del Ministero della guerra.
Ma fu detto con buona ragione, e si dirà ancora, che il senatore Marselli, più che uomo d'azione mostrò d'essere uomo di studio, e forse l'eccessiva tensione della mente gli doveva riescire particolarmente fatale. Di fatti, il nome di Nicolao Marselli rimarrà a lungo celebrato per i numerosi scritti che diede alla luce, onde ebbe meritamente fama di scrittore elegante e purgato, fra i più valorosi del suo tempo, dedito sopratutto - ed è ciò di che gli è dovuta specialmente amplissima lode - a indirizzare le menti del nostro giovane esercito, così negli scritti, come aveva sempre cercato di fare dalla cattedra, verso quegli alti ideali, che formano, o dovrebbero essere, il patrimonio più nobile ed il più puro della moderna civiltà. (Approvazioni).
Ma è tempo che io mi taccia, perché non vorrei che la povertà della parola nuocesse al nome ed alla fama di Nicolao Marselli. Altri potrà dire di lui, soldato, uomo politico, scrittore, con maggiore autorità della mia.
Io intesi semplicemente parlare al cuor vostro, perché piangiamo insieme, e portiamo l'ultimo saluto al collega nostro, che domani avremo il dolore di accompagnare alla sua ultima dimora. (Vive approvazioni).
DI SAN MARZANO, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI SAN MARZANO, ministro della guerra. Il Governi si associa alle meste che ha pronunziato il nostro Presidente per la immatura morte del senatore Marsello; ed io, che oggi ho l'onore di essere a capo dell'esercito, non trovo espressioni sufficienti per dire quanto grave perdita sia stata dolorosamente sentita, benché le condizioni di salute del generale Marselli lo avessero sfortunatamente da qualche anno costretto a non dedicare più la sua attività all'esercito, al quale aveva potuto rendere in passato così importanti servigi.
Ad ogni modo, la sua memoria rimane fra noi militari e rimarrà certamente anche nel Senato come quella di persona che onorò altamente il paese.
Il generale Marselli lascia grande traccia di se, quale soldato e quale scrittore, come ha benissimo accennato l'onorevolissimo Presidente.
Scrittore di alta filosofia, ha pur dato all'arte che professava un libro che rimarrà nell'esercito: La vita nel regimento,un libro che i nostri ufficiali leggono oggi ancora volentieri e serve loro di guida nell'adempimento dei più alti doveri.
Io fui compagno al generale Marselli in un lungo periodo della sua carriere ed ho potuto apprezzarne i sentimenti elevati, la mente vasta, il cuore vivo e, nel riparlare di quest'uomo che ci è stato sfortunatamente rapito, mi sento commosso vivamente. (Bene! Bravo!).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 27 aprile 1899.