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MANNELLI Luigi

30 novembre 1803 - 17 gennaio 1872 Nominato il 12 marzo 1868 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Terenzio Mamiani, Vicepresidente
Signori senatori,
benché sia varcato assai poco tempo dalla intermissione delle nostre tornate a quest'oggi, tuttavolta a me tocca il dolore di dovervi annunziare la perdita fatta nell'intervallo, di tre degni colleghi, il cavaliere Luigi Mannelli-Galilei [...].
Usciva il primo d'una di quelle famiglie patrizie della repubblica fiorentina, le quali diventano di mano in mano tanto più care e più memorevoli, quanto ad ogni giro di due o tre lustri se ne va spegnendo qualcuna. E alla nobiltà antica del sangue tenne fede continua il nostro collega. riuscendo nelle virtù private ottimo ed esemplare, e ornandole di squisita modestia, affabilità e cortesia. Come cittadino, volle splendere singolarmente nella carità verso il popolo minuto, intervenendo in tutte le opere che ne scemavano o l'ignoranza, o i patimenti o l'inopia.
E la modestia medesima testé ricordata l'accompagnava in cotale intento, fuggendo egli con massima cura ogni ostentazione e tutto ciò che suol procacciare i vivi applausi e il rumoroso favore delle moltitudini. Di tal sua carità porge prova notabile il suo testamento, in cui dopo avere riconosciuti assai largamente i famigliari di casa, assegna lire 100 a ciascun asilo infantile della città, lire 500 alle vedove povere di sua parrocchia, 22 mila alla famosa Congregazione di San Martino, ed altre 22 mila a quella denominata di San Giovanni. Agli eredi poi universali raccomandava con semplici e schiette parole di serbarsi in cuore la pietà religiosa e di servire degnamente la patria, due documenti solenni i quali compendiano in fatto ogni bontà e rettitudine della vita pubblica e della domestica.
Sebbene per pochi anni abbia seduto in mezzo di noi, mostrò abbondantemente lo zelo onde era animato, sì con assistere sempre alle nostre adunanze e sì con accettar volontieri il mandato di commissario quante volte eragli conferito. Compianto da tutti moriva sicuro o sereno siccome colui che avea beneficato moltissimi, a nessuno recato offesa.

Senato del Regno, Atti Parlamentari. Discussioni, 24 febbraio 1872.