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MANGILLI Antonio

26 dicembre 1829 - 09 aprile 1900 Nominato il 04 dicembre 1890 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori.
Anche oggi, compio il mesto ufficio di annunziare al Senato la dolorosa perdita di altro fra i più distinti suoi membri, il commendatore Antonio Mangilli, morto il dì nove corrente mese in Cento, dov'era nato nel 1829.
Chiamato dalla fiducia dei suoi conterranei, per ben quattro volte dal 1870 in appresso, agli onori della rappresentanza nazionale, Antonio Mangilli che già nel ristretto ambito della vita locale aveva avuto opportunità di spiegare una rara attività, ed offerto amplissime prove dell'amor suo verso la terra che gli aveva dato i natali, Antonio Mangilli salito a maggior altezza, mostrò subito di saper comprendere del pari, e di possedere le migliori qualità che lo fecero atto a trattare degnamente i grandi interessi della nazione che gli venivano affidati.
Vero è, che nell'esercizio delle sue alte funzioni gli avvenne più spesso, per ventura di circostanze, di essere chiamato a spendere la sua parola, e sempre con raro successo, nell'interesse specialmente della regione a cui Esso apparteneva, ma è anche vero, che nella sua lunga carriera pose sempre in cima de' suoi pensieri la devozione, e la cura più illimitata dei supremi interessi della patria grande.
Più tardi, cioè nel 1890 l'egregio uomo fu elevato alla dignità di senatore.
E noi pure l'abbiamo visto alla prova, tanto che gli era facilmente riescito di procacciarsi la stima universale. Posso anche soggiungere che mosso dal desiderio sempre vivo in lui di attendere a' suoi doveri di senatore, avrebbe voluto anche in questi ultimi giorni che visse, prender parte ai nostri lavori, siccome ne aveva espresso l'intendimento in una sua domanda di congedo indirizzata al Senato; ma pur troppo la separazione doveva essere eterna, e non lo vedremo più mai seduto in mezzo a noi.
Di Antonio Mangilli sindaco di Cento e presidente in atto del Consiglio provinciale di Ferrara rimarrà tuttavia, presso i suoi conterranei particolarmente, il più dolce e caro ricordo, che non si spegnerà mai fino a che il culto della riconoscenza verso coloro che hanno benemeritato della patria, rimanga scolpito nella mente e nel cuore degli uomini. Tale invero fu Antonio Mangilli per consenso di amici e di avversari che tutti con eguale animo e con la stessa reverenza si inchinarono avanti alla tomba di quel degno uomo.
Basti ricordare la bonifica di Burana, la grande opera già iniziata da Napoleone I e rimasta giacente fino a che l'Italia nuova volle e seppe condurre a compimento, perché il nome di Antonio Mangilli debba perciò solo passare alla posterità, come di uno che rese alle contrade redente il servizio maggiore a cui potessero mai aspirare.
Iniziata con scarsi mezzi d'azione, l'opera gigantesca trovò infiniti ostacoli per via, e se nullameno fra pochi giorni quelle popolazioni la vedranno compiuta, niuno sarà che non sappia e non senta, che deputato e senatore, Sindaco, presidente del Consiglio provinciale e del Comitato permanente, Antonio Mangilli fu il grande artefice, che con una forza di volontà incomparabile, qualche volta con audacia, ispirato sempre al pubblico bene, contribuì, assai più di ogni altro, a condurre in porto la malagevole impresa, che rimarrà l'onore e il vanto maggiore della sua vita.
Riposa dunque in pace, o Mangilli nostro, poiché si dirà di Te, con verità e giustizia, che hai vissuto nobilmente i tuoi giorni su questa terra! E la pace del giusto ti augurano con me i tuoi colleghi del Senato, che lamentano amaramente di averti perduto. (Approvazioni).
PELLOUX, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PELLOUX, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Non saprei aggiungere nulla a quanto ha detto ora l'illustre Presidente per commemorare il compianto collega. Dichiaro quindi, a nome del Governo, di associarmi alle sue nobili parole.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 aprile 1900.