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MAGLIANI Agostino

17 luglio 1824 - 21 febbraio 1891 Nominato il 15 marzo 1871 per la categoria 12 - I consiglieri del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti dopo cinque anni di funzioni provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Nel giro di tredici giorni abbiamo avuto da deplorare cinque morti!
[...]
Ed in Roma mancava ai vivi, il senatore Agostino Magliani nelle prime ore del 21 di febbraio.
In Laurino era nato addì 20 di luglio 1824, in Napoli aveva studiato giurisprudenza. Addetto a quel Tribunale civile, vari gradi conseguì poi nell'agenzia del contenzioso. Da capo di ripartimento del dicastero delle finanze, passò ispettore generale nell'amministrazione italiana, nella quale salì in bella rinomanza per la valentia addimostrata in quello e nei diversi uffici tenuti presso la Corte dei conti.
Sullo scorcio del 1862 era stato, per breve tempo, segretario generale; dal dicembre 1877 al gennaio 1889, fu ministro delle finanze tre volte; in tutto circa 10 anni; di seguito per oltre nove. Fatto notevole in ogni Governo, straordinario nei parlamentari, il primo in Italia, bastevole a mostrare l'uomo.
Di Agostino Magliani, del poderoso ingegno, della vasta cultura di lui, parla il luminoso segno che esso lascia nella storia contemporanea. Accenno, non narro.
Al suo nome si collega l'ardita trasformazione tributaria che, sgravando i tributi sui consumi necessari alla vita, ed aggravando i meno necessari li proporzionava alla ricchezza del contribuente. Avvedimento di uomo di stato suggerito dal cuore pietoso, alla mente presaga dei pericoli sociali, per antivenirli con l'equità.
Questo parevagli conforme all'indole, ai sentimenti, alle necessità del tempo presente; da altre necessità, parevangli richiesto l'alleviamento degli aggravi sulle terre, la perequazione loro, la soppressione del corso forzoso.
Sotto l'impulso della sua mano sapiente, in tanta innovazione, il bilancio stava tetragono ad ogni riforma; il credito della finanza italiana, auspice il nome di lui, acquistava saldezza: tutto sembrava spirare pace pei contribuenti.
Che se negli ultimi anni del suo Governo l'aumento delle spese e la crisi economica, che sull'Italia ebbe ed ha effetti, più che altrove, per la meno robusta complessione, perniciosi, fecero intristire la pubblica fortuna e si riaprì il baratro del disavanzo con tanti sacrifizi ricolmo; che se la fine della vita di lui non allietò l'aureola del successo, da cui, il politica traggono autorità sistemi e uomini; soltanto quando sia tolta l'angustia, che or farebbe velo ai giudizi, si potrà sentenziare quanta e quale parte gli incomba di responsabilità.
Dimenticando l'ambiente nostrano e forastiero e le pressure di esso fu tassato di contraddizione per avere, lui libero scambista, nella riforma della tariffa doganale, sottomessa la dottrina all'opportunità: come se potesse chiamarsi in colpa di contraddizione chi, nell'applicare i teoremi della meccanica razionale, non trascurasse gli attriti e la resistenza dei materiali.
Incontestabile intanto è sino da oggi che Agostino Magliani, economista valente, scrittore elegante, oratore limpidissimo, va annoverato fra i più notevoli finanzieri del tempo nostro. (Bene).
Colla disposizione, colla chiarezza, colla proprietà del discorso volgarizzava ogni argomento, per arido che fosse: ogni astruso problema intorno al credito, alla moneta, alla circolazione bancaria, al lavoro, alla produzione, alla concatenazione e ripercussione dei fenomeni economici distendeva tanto pianamente dinanzi agli occhi di tutti, che agli ascoltatori, pur profani, le da lui udite parevano cose risapute.
La cifre di un bilancio sciorinava con rara sicurezza; le risultanze non ne architettava a gretta scienza d'abbaco; non trattava le cifre come un'astrazione; per lui ogni cifra, quasi persona palpitante, rappresentava una parte della forza vitale della nazione: analizzava con rara maestria le cagioni d'ogni fatto economico o finanziario; con sintesi potente ne presagiva gli effetti, proponeva le risoluzioni.
Schivo della fumosa eloquenza, aborrente dall'orpello, in ogni atteggiamento pubblico recava i modi semplici dello studioso, una cortesia, un'affabilità unica.
Di animo mite, e modesto anche nei momenti del trionfo, non ebbe mai capogiro di ebbrezza: non lo scossero dalla calma bonaria, le critiche per quanto acerbe. Freddo, impassibile, in mezzo alle lotte, al fragore della vita pubblica, opponeva all'altrui rovello la placidezza.
Benevoli ed avversari consentirono essere in lui all'eccellenza della mente rispondente la bontà del cuore. Chi con esso lui intimamente usò, seppe qual tesoro di rettitudine racchiudesse l'animo suo: molti gli vollero e gli desiderarono bene.
È grande la perdita del Senato per la morte di Agostino Magliani; all'Italia è mancato uno statista insigne! (Bravo, benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 marzo 1891.