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LUCIANI Matteo

23 gennaio 1812 - 11 settembre 1888 Nominato il 26 novembre 1884 per la categoria 16 - I membri dei Consigli di divisione dopo tre elezioni alla loro presidenza provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! È mio dovere, e pietoso ufficio ad un tempo, ricordare quei colleghi nostri che passarono di vita dalla scorsa estate ad oggi: i senatori Vegezzi, Morandini, Luciani, Correnti, Di Robilant, Di Castagnetto. [...]
Il 26 novembre 1812 nacque in Salerno Matteo Luciani, il quale, seguendo le orme paterne, fu medico nella sua città, assai riputato.
L'epidemia colerica che, nel 1837, menò gran strage e percosse di terrore il Mezzodì, per novità e fierezza letale, combatté il Luciani al capezzale dei suoi concittadini, sempre inteso, in quella come nelle epidemie che seguirono, a soccorrere, con abnegazione costante, gli infermi corpi; a sollevare coll'esempio gli spiriti depressi; a sbugiardare le superstizioni; a vincere i pregiudizi.
Dalla gratitudine paesana levato alto nella pubblica stima, egli, costituito il Regno d'Italia, il cui avvento aveva aiutato di consiglio, di danaro, di opera, fu, per ben diciotto anni, sindaco della città natale.
Tutto ad essa, ne volle il rinnovamento; e lo procacciò con fermezza, rimuovendo gli ostacoli, spezzando le resistenze, non curando la malvolenza.
Nell'azienda del comune, in quella della provincia, al cui Consiglio presiedette lungamente, si svolsero la maravigliosa operosità e tenacia di questo benemerito, cui la grave età e la salute malandata non consentirono di prendere parte ai lavorii questa Assemblea, alla quale apparteneva dal 26 novembre 1884.
Morì il 16 settembre passato in Napoli. La sua salma e la sua memoria furono dai concittadini con grandi segni di lutto e di onore accompagnate e lodate.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il signor ministro guardasigilli.
ZANARDELLI, ministro di grazia e giustizia.A nome del Ministero sento il dovere di associarmi ai sentimenti espressi con tanta verità, con tanta nobiltà, con tanta esattezza dal nostro illustre Presidente e dagli onorevoli senatori che degnamente fecero eco alle sue parole.
Non io saprei aggiungere novella fronda a quella splendida corona, di meritati elogi che il Senato ha dedicati alla memoria di questi uomini insigni. [...]
E, come il Correnti in Lombardia, il Morandini in Toscana, così Matteo Luciani nelle provincie del Mezzogiorno fu fra i più costanti e pertinaci, in mezzo alle prigioni, alle persecuzioni della tirannide borbonica, a tener vivo il sacro fuoco della libertà. [...]
Signori, noi tutti in questo recinto sentiamo profondamente con unanime rimpianto come questi uomini, gli egregi spiriti i quali in questi ultimi mesi furono rapiti al Senato, contribuirono a quei solenni ed immortali avvenimenti che dopo tanti secoli di divisioni e di servaggio diedero agli italiani una patria. (Bene, benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 8 novembre 1888.