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LUCCHINI Giovanni

15 settembre 1842 - 15 gennaio 1916 Nominato il 10 ottobre 1892 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Giovanni Lucchini è morto il 15 gennaio in Vicenza, ove ebbe i natali il 15 settembre 1842. Giovanetto prese odio dello straniero, vedendo il padre inquisito nel famoso processo di Mantova, ed a patria risorta fu dei più caldi nei liberali principi. Laureato in giurisprudenza, vestì la toga dell'avvocato; ed esercitò nel civile nobilmente. Intelletto ed integrità gli acquistarono reputazione. Le cariche nella città con dignità e coscienza adempì; nel Comune lungamente consigliere e talvolta assessore; nel Consiglio provinciale, nel civico ospedale. I voti del collegio di Rovigo nel 1876 gli diedero l'ingresso alla Camera dei deputati. Quel collegio rappresentò nelle legislature XIII e XIV; fu dei rappresentanti di Vicenza nella XV e XVI. Dalla Camera elettiva passò al Senato il 10 ottobre 1892. Ai consigli come alle assemblee fu diligente ed operoso; e nella consuetudine della vita pubblica si fornì di utile esperienza. Intervenne frequentemente ai lavori e alle discussioni principalmente dandosi a valere ne' temi giuridici, economici e finanziari. Calmo e ponderato parlava, con temperanza e chiarezza. Menzionabili sono i suoi discorsi sulla conservazione della laguna di Venezia del giugno 1899; sulla assunzione diretta dei pubblici servizi da parte dei comuni del febbraio 1903; sul concordato preventivo e sui piccoli fallimenti del maggio 1903. Oltre le numerose memorie legali, qualche altro pubblicò di politico e letterario. Noi sentiamo la perdita di sì egregio collega come Vicenza del cittadino che fu de' suoi più onorandi. (Benissimo). [...]
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.[...]
E nel campo del diritto, pur piange il Senato la perdita di Giovanni Lucchini, insigne valoroso giurista. [...]
Onorevoli senatori, io non so adeguatamente esprimere un sentimento complesso, che in questo momento mi grava sull'animo; ma io vorrei dir questo: che sembra quasi un triste destino la scomparsa di uomini così insigni in questo e in quell'altro ramo del Parlamento, in un'ora in cui alla patria più che mai occorrono le forze e le virtù di tutti i suoi figli, e specialmente dei suoi figli maggiori. (Approvazioni).Ma quanto in questo sentimento può esservi di ansia patriottica, si tramuta in un argomento di conforto, se pensiamo che da queste illustri tombe, testé dischiuse, sorge a noi, come sacro retaggio, l'ammonimento che c'incita sempre più ad una devozione piena verso la patria: quella patria cui essi, gl'insigni nostri morti, diedero tanta opera e apprestarono tanto onore nei campi del pensiero e della politica, per le virtù domestiche e per le virtù pubbliche. (Approvazioni vivissime - Applausi).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 22 marzo 1916.