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LEVI CIVITA Giacomo

25 aprile 1846 - 30 marzo 1922 Nominato il 03 giugno 1908 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Filippo Torrigiani, Vicepresidente e poi Tommaso Tittoni, Presidente e in fine Antonio Cefaly, Vicepresidente

Onorevoli colleghi, purtroppo anche oggi ho il dolore di annunziarvi un nuovo lutto. Ieri sera nella sua amata Padova si è spento un nostro carissimo collega, l'avvocato Giacomo Levi Civita, che fino a qualche tempo fa abbiamo visto assiduo ai nostri lavori.
Nato a Rovigo il 25 aprile 1846, egli venne crescendo mentre si maturavano i destini della nuova Italia e, di animo nobilissimo e di ingegno assai vivace, non poteva rimanere insensibile ai tristissimi ricordi dei recenti martiri, all'entusiasmo di quel periodo. Con tutta la passione dei suoi giovanissimi anni fu nel 1860 nell'Italia meridionale tra le file garibaldine e nel 1866 poi nel Trentino, dando prova di ardimento non comune a Bezzecca, dove, con un coraggioso drappello, sostenne strenuamente l'artiglieria del Doglietti meritandosi la medaglia al valor militare.
Rientrato dopo l'annessione a Padova e compiuti brillantemente gli studi di giurisprudenza, dopo essere stato per breve tempo avvocato erariale, si diede con successo all'avvocatura. E ben presto nell'esercizio della libera professione venne emergendo: la sua cultura non comune nelle discipline giuridiche, il suo spirito particolarmente equilibrato e pratico, la dirittura del carattere, la squisita signorilità dei modi gli procurarono la stima e l'ammirazione dei colleghi e dei magistrati e una posizione davvero eminente.
Con una tale preparazione egli non poteva non diventare gran parte della vita amministrativa di Padova, ed eletto consigliere comunale fu poi per molti anni capo di quell'amministrazione, circondato dal consenso e dalla simpatia di tutti, portando un validissimo contributo alla risoluzione dei più importanti problemi locali.
In considerazione dei suoi particolari meriti il 3 giugno 1908 Giacomo Levi Civita fu nominato senatore ed anche qui si acquistò presto vivissime simpatie. Ai nostri lavori fu sempre assiduo, fino a quando glielo permisero le condizioni di salute, portando il contributo della sua larga preparazione e della lunga esperienza: fu relatore di importanti disegni di legge e nelle discussioni di maggior rilievo non mancò la sua lucida ed efficace parola, sopratutto in materia di tributi, di amministrazione locale e di bilanci.
Il senatore Levi Civita riassumeva in sé le più elette doti ed è perciò che oggi noi, con grande dolore, lo vediamo scendere nella tomba.
Vada alla sua eletta memoria la espressione vivissima dei nostri commossi sentimenti ed alla famiglia inconsolabile giungano le nostre sincere condoglianze. (Vive approvazioni).
ROSSI LUIGI, ministro della giustizia e degli affari di culto. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROSSI LUIGI, ministro della giustizia e degli affari di culto. A nome del Governo io mi associo alle nobili parole dell'illustre Presidente del Senato. Nella figura morale del compianto senatore Levi Civita erano composite le doti più alte del perfetto tipo del giurista italiano. Patriota della prim'ora, competentissimo nella vita amministrativa, soprattutto dominava in lui un largo, acuto senso giuridico.
Noi veneti, che pure avevamo delle grandi figure di magistrati e di avvocati, potevamo sempre riverire nel senatore Levi Civita una delle figure migliori del nostro foro. Nella vita pubblica, e soprattutto nella vita amministrativa di Padova, egli prestò opera che sarà sempre ricordata.
Per questo io mi associo così fervidamente a ciò che così bene ha detto l'illustre Presidente del Senato. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 31 marzo 1922.