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LESSONA Michele

20 settembre 1823 - 20 luglio 1894 Nominato il 21 novembre 1892 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti parlamentari Commemorazioni.
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Sono dolente di comunicarvi che ieri, a mezz'ora dopo il mezzodì, moriva di morte subitanea in Torino il professore Michele Lessona.
Nato il 20 settembre 1823 a Venaria Reale, da umile stato, seppe di per se stesso elevarsi in grado e rinomanza.
Laureato in medicina e chirurgia, attese in particolar modo alle scienze naturali che professò con intenso amore e molta dottrina.
Di storia naturale, di mineralogia, di zoologia ed anatomia comparata tenne cattedra prima nelle scuole secondarie, poi nelle Università di Genova, Bologna e Torino.
Dell'ultima tre volte rettore e ripetutamente direttore della scuola di farmacia e dell'altre di magistero delle scienze, egli era uno fra i maggiori; e nella città uno dei cittadini più stimati e ben voluti. Conferivano a renderlo caro ai colleghi, ai discepoli, oltre il sapere, la rettitudine a tutta prova, amorevolezza paterna, animo sincero e semplice: ai cittadini quell'uomo salito su, su per forza ingenita di ingegno, di cuore, di volontà era sprone, infondeva lena e coraggio, rinverdiva le speranze, incuteva reverenza.
Nei numerosi suoi scritti non sapevasi se fosse più da encomiare l'operosità singolarissima, lo studio assiduo, le acute osservazioni, il fine criterio; in ogni atto della sua vita non sapevasi quale fosse più da ammirare: la bontà, o la modestia (Benissimo).
I non dotti ignoravano certo il valore dell'insegnante, i meriti del naturalista, del presidente dell'Accademia delle scienze, le vaste cognizioni di che percorrendo l'Europa, l'Egitto, la Turchia, la Persia aveva fatto tesoro. Ma non vi era persona, per poco colta, alle cui mani non fosse giunta qualcuna delle disinvolte e briose scritture colle quali egli andava generosamente spezzando, volgarizzando la scienza. Ed era addirittura moltitudine il numero di coloro dei quali egli indirizzò o raddrizzò la vita con quel libro in cui trasfuse tutta l'anima sua, mise tutto sé medesimo; mostrando, insegnando agli italiani, con esempi nostrali, quanto mai l'uomo, per forza di volontà possa poggiare in alto (Bene, bravo). Brillanti pagine a cui, un giorno, un'altra luminosa si aggiungerà per celebrare il nome di chi le dettò.
E questa Camera alla quale Michele Lessona apparteneva da appena venti mesi, apprese con vivissimo rammarico la morte di lui, che per la virtù educatrice dell'esempio d'altri e di se stesso, merito che avanza ogni lume di dottrina e di scienza, fu un benefattore dell'età nostra. (Vive generali approvazioni).
CANNIZZARO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
CANNIZZARO. Io propongo che il signor Presidente si compiaccia di inviare alla famiglia dell'illustre estino le condoglianze del Senato, e non aggiungo altro a quanto disse egregiamente il nostro Presidente.
CANONICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il signor senatore Canonico.
CANONICO. Amico da circa 50 anni di Michele Lessona, è dal profondo del cuore che io mi associo alle parole di compianto, così nobilmente espresse a nome di tutti dall'egregio nostro Presidente.
Aggiungo una cosa sola.
Io credo che il migliore omaggio da rendersi ai valentuomini estinti, sia quello di seguirne gl'insegnamenti.
Il nostro Presidente ha accennato ad un libro popolarissimo del Lessona il cui titolo Volere è potere, riproduce il detto di Napoleone” J'ai toujours réussi, parce que, j'ai toujours fortement voulu”.
Il migliore omaggio alla memoria di Michele Lessona sia di prendere questo suo motto come nostra consegna nei tempi difficili in cui siamo: in esso troveremo la forza di uscire vittoriosamente dalle difficoltà che ne circondano. (Vive approvazioni).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il signor senatore Ferrero.
FERRERO. Una sola parola sia permessa ad un discepolo del compianto Lessona.
Io credo che se l'anima sua può ascoltare le nostre parole, sarà molto lieta di sentire che mi faccio interprete del dolore di tutti i suoi discepoli (Benissimo).
CRISPI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
CRISPI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Il Governo si associa di gran cuore alle meritate lodi proferite in quest'Aula per Michele Lessona dal nostro Presidente e da altri senatori.
E purtroppo giova ripetere quel che diceva il senatore Canonico: per potere bisogna volere, e noi faremo bene d'imitare l'illustre defunto e di tenere sempre presente la massima da lui professata (Approvazioni).
PRESIDENTE. Pongo ai voti la proposta del senatore Cannizzaro, che voglia il Senato inviare le sue condoglianze alla famiglia dell'estinto.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 luglio 1894.