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LEOPARDI Pier Silvestro

31 dicembre 1797 - 14 luglio 1870 Nominato il 08 ottobre 1865 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lazio

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Gabrio Casati, Presidente

Signori senatori! Il non vedere più tra noi il senatore Pietro Silvestro Leopardi è cosa siffattamente insueta che quasi ci riesce difficile il persuaderci che più non abbia a mantenere con noi quella amichevole consuetudine ch'era così uso ad avere. Eppure sgraziatamente non avremo di lui che una reminiscenza affettuosa e durevole. Io ciò non ostante vi richiamerò alcune cose sul conto di lui. Nacque il Leopardi il 31 dicembre 1797. Crebbe animato da sentimenti patriottici e nel 1820 prese parte alla rivoluzione del Regno di Napoli. Nel 1821 fu allo Stato maggiore del generale Pepe; ma volte sgraziatamente le vicende a mala parte, rientrò nella vita del silenzio e ritornò cospiratore contro il Governo borbonico. Arrestato nel 1833 ed esiliato nel 1834, provò quanto sia duro l'esiglio ed amaro il ramingare in terra straniera.
Le sue cognizioni gli procurarono lavoro e nel medesimo tempo il suffragio delle persone più distinte che in allora illustravano la Francia. E siccome il suo carattere era dolce e benevolo, così trovò sollievo nell'amicizia di elette persone che cercarono rendere possibilmente meno acerbi i suoi patimenti. Ma per il Leopardi l'unico conforto era il pensiero di vedere appagata la speranza che fra non molto tempo la sua patria avrebbe acquistata quella libertà alla quale agognava. Sorse il 1848 e poté rivedere la terra natia.
Fu in allora destinato a rappresentare il Governo di Napoli presso il Re Carlo Alberto ed il Governo provvisorio di Lombardia.
Fu in quella occasione che strinsi relazioni ed ufficiali ed amichevoli col Leopardi. Fece egli dal canto suo quanto poté per mantenere il Re Ferdinando fedele all'alleanza con Re Carlo Alberto; ma Ferdinando molinava nel suo cuore tutt'altri sentimenti e ne diede prove purtroppo palesi. Ed il Leopardi ne sentì i tristi effetti con quattro anni di carcere.
Quindi condannato di nuovo all'esilio, non ebbe la sventura di ricoverare in terra straniera: nell'ospitale Piemonte poté trovare stanza. Finalmente nel 1860 cadde la borbonica tirannide. Leopardi respirò. Fu in seguito nominato senatore e fu diligentissimo. Ma la salute sua aveva ricevuti colpi terribili e quindi andò declinando. Vide prossimo il suo fine, lo guardò imperterrito, volgendosi a chi è conforto specialmente negli estremi momenti. Con sentimenti ed atti di buon cattolico trascinò giorni tormentosi e da quelli sorretto abbandonò questa vita il 14 di luglio scorso. Molto fu il compianto e lo espressero i suoi amici e colleghi nell'accompagnare la salma. E come diceva da principio non sappiamo quasi persuaderci di non vederlo assiso con noi.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 2 agosto 1870.