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LA PORTA Luigi

30 novembre 1830 - 24 luglio 1894 Nominato il 10 ottobre 1892 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti parlamentari Commemorazioni.
Domenico Farini, Presidente

Dal giorno ventitre del mese di luglio ad oggi noi avemmo a lamentare la morte dei senatori La Porta, Pernati di Momo, Durando, Fabretti, Lauri, Amore, Pavese, D'Ancona, De Crecchio.
A ore 19 del 24 di luglio cessava di vivere a Monteporzio Catone Luigi La Porta.
Nativo di Palermo fu della Camera dei deputati subito dopo il plebiscito e in essa partecipò alle discussioni maggiori, ai più notevoli incidenti delle dieci legislature consecutive per le quali il collegio di Girgenti costantemente rappresentò.
Assiduità e studio, il naturale acume aiutando, acquistò a poco a poco delle forme dei dibattimenti e dei moventi parlamentari tale pratica da doversi tenere in molto conto da chiunque volesse preparare, ovvero signoreggiare una certa condizione di cose.
Era giunto alla Camera tutto impeto e sentimento; però si era presto accorto che la passione e l'audacia non bastano per avere voce nelle assemblee. Ferma volontà gli diede atteggiamento e linguaggio sempre più temperati, morbidezza sagace; indagine diuturna, applicazione indefessa gli conferirono autorevolezza e competenza che i colleghi per parecchie sessioni alla Commissione del bilancio ascrivendolo, eleggendolo volta a volta segretario, vicepresidente, e presidente della medesima, o di altri importantissimi incarichi onorandolo, per molti anni gli riconobbero e mantennero.
Combattente per le vie di Palermo e poi col Ribotti in Calabria non ancor diciottenne, aveva nel 1848 dato l'animo ardimentoso e il braccio gagliardo alla causa nazionale, né più li tolse. A Spezzano e Castrovillari invano si scaramuccia; ché la scarsezza e la discordia dei millantati insorti dissipano le illusioni degli sbarcati, i quali, non decorso un mese di vani tentativi e di più vane promesse e speranze, sferrano da Capo Spartivento. Corfù loro meta e salvezza i profughi vedono già, già quasi afferrano: un'insidia borbonica la preclude e li ghermisce.
Alla prova del fuoco succede quella del carcere.
Mandato libero dal castello di Capua, riprende le armi; e quando la rivoluzione è schiacciata, Luigi La Porta non muta, non è domo.
Prigione nella primavera del 1851, nel 1856 indettato col Bentivegna, la fermezza e la baldanza di lui primeggiano nell'ordire i moti del 1860.
Capo di una squadra, sino dai primi di aprile rumoreggia e scorrazza intorno a Palermo, da Gibilrossa vi piomba con Garibaldi dopo occupata per breve Termini. Segretario di Stato per la pubblica sicurezza, tanto in quei torbidi il dittatore faceva assegnamento sull'ascendente di lui, dopo pochi giorni ritorna alle bandiere e guadagna via via nuovi gradi. Il più alto, quello di tenente colonnello e la croce militare di Savoia premiarono l'intrepidezza e l'intelligenza provate a Santa Maria di Capua; le insegne d'ufficiale dell'ordine stesso lo ricompensarono di quello che operò nello Stato maggiore ed al comando del settimo reggimento dei volontarii, quando nel 1866 riprese l'armi per l'ultima guerra d'indipendenza.
L'infermità spietata che lo aveva già annichilito allorché nell'ottobre 1892 venne ascritto al Senato, tanto che fu una pena il vederlo trascinarsi ad occuparne il seggio, lo ripercorse ed uccise. E noi fummo privati d'un collega che dagli albori del risorgimento e finché visse non fu degli ultimi a servir la patria. (Bene). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il signor senatore Sprovieri Francesco.
SENATORE SPROVIERI F. Dopo quello che ha detto l'onorevole ed illustre nostro Presidente a riguardo di Luigi La Porta, mi si permetta di mandare da questo banco un saluto affettuoso e di stima all'amico estinto. Voglio ricordare un suo fatto: nell'ottobre del 1860, alla testa del suo reggimento, caricò i nostri nemici nella sinistra, e li sbaragliò.
Quella giornata fu splendida per l'Italia; in essa si compì un gran fatto; le provincie meridionali si poterono unire alle provincie d'Italia.
Addio, caro Luigi (Bene). [...]
PRESIDENTE. Il senatore Sprovieri Francesco propone di far pervenire le condoglianze del Senato alle famiglie degli estinti testé commemorati.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 dicembre 1894.