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GUALA Luigi

18 dicembre 1834 - 23 ottobre 1893 Nominato il 04 dicembre 1890 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori!
Pietosa consuetudine vuole che noi mestamente volgiamo il primo pensiero ai nostri trapassati.
Dico adunque che dappoi il nove di agosto morirono i senatori Di Baucina, Visone, Cusa, Plezza, Muratori, Brunet, Scacchi, Martinelli, Di Calabiana, Guala, Minich.
[...]
Il senatore Luigi Guala nacque e morì a Vercelli.
Natura diedegli ingegno facile, animo pronto per i quali nella Università di Torino andò distinto; per essi ebbe amorevoli condiscepoli ed insegnanti.
Vaghezza, ardore di novità, impazienza d'azione lo trassero ad affrontare da studente i cimenti letterari, la politica: fu scrittore, fu giornalista. Laureato in giurisprudenza nel 1856, insegnò nella città natale economia e storia industriale; dalla scuola e dalla città a poco a poco il suo nome diffondendosi. Lo aiutarono il cuore aperto ai generosi sensi; vi contribuì la vivezza che lo animava o insegnasse o scrivesse: in ogni atto.
La virilità, maturando i germi sino dai primi passi nella vita con affrettato rigoglio rampollati, fu insegnante solerte, erudito ed abbondante scrittore di economia politica e di giurisprudenza, volgarizzando la legge sui giurati, il codice civile.
Gli elementi di economia politica, i consigli di economia domestica, le conferenze sulla famiglia, gli elementi di statistica italiana furono lodati e premiati in Italia, encomiati fuori. Uno studio sulle casse postali inglesi di risparmio, nuove lodi gli procacciò; nome di antiveggente e coraggioso una monografia sui canali Cavour. Lo scritto della istruzione pubblica in relazione allo stato attuale della civiltà, le lettere intitolate Scuola e democrazia, uno studio sulla perequazione fondiaria, scielgo non enumero, lo confermarono versatile, culto, operoso.
Per venticinque anni consigliere comunale nulla trascurò perché la sua città fiorisse: al ricovero di mendicità, alla biblioteca, ai collegio-convitto del comune attese colla solerzia che gi era connaturale.
Sperò potesse la idoleggiata Vercelli essere quandochessia risarcita della supremazia onde i fasti della patria l'avevano privata; certo reputava che, quanto più si levasse in nome di civile e savia, tanto più lo meriterebbe. Anzi all'operare in pro della terra natale era sospinto dall'amore della patria grande, che il lustro e la contentezza di ogni suo membro in sé riassume e rispecchia.
Del Consiglio provinciale consigliere e segretario autorevole; nella Giunta provinciale l'opera sua sarà lungamente ricordata come quella che diede al novello istituto indirizzo sicuro a ragione di equità, di diritto, di legge.
Deputato al Parlamento per cinque legislature successive (11ª, 12ª, 13ª, 14ª, 15ª) lo fu prima della città, poi dell'intiero circondario. E nella Camera parlò con copia di parola e di argomenti, con osservazioni argute sui bilanci, sui trattati di commercio e le tariffe, sui giurati, sul macinato, della riforma elettorale, dell'istruzione, dei consorzi d'irrigazione, sull'assicurazione degli operai contro gl'infortuni, a dire soltanto le cose maggiori. Ed anche nel Senato, al quale era stato ascritto non decorsero ancora tre anni, ragionò degli infortuni sul lavoro, sulla competenza dei conciliatori, intorno alla condizione finanziaria dei comuni e delle provincie ed ai bilanci dello Stato.
senatore o deputato; negli uffici del comune o della provincia; nel fôro o nel Parlamento mise tutta l'anima sua alla ricerca del vero e del bene. Morì a cinquantanove anni non finiti la mattina del 23 di ottobre: la sua morte fu cittadino lutto.
Ebbe amici molti e sviscerati; anche gli avversari, per quanto rudi, non dubitarono mai della rettitudine, della santità dei suoi intenti.
In nome vostro che ai medesimi sentimenti, al dolore istesso partecipaste, io do tributo di compianto alla memoria di Luigi Guala. (Bene).
[...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Sprovieri Francesco.
SPROVIERI F. [...]
Completando la mia proposta, propongo che a tutte le famiglie dei colleghi defunti ed a quella del ministro Genala si inviino le condoglianze del Senato.
GIOLITTI, presidente del Consiglio. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
GIOLITTI, presidente del Consiglio. Il ricordo, fatto dall'illustre Presidente del Senato, dei meriti patriottici, della sapienza e dei servigi resi allo Stato nella scienze e nell'amministrazione dai senatori recentemente defunti, dimostra quanta somma e quanto valore di patriottismo e di scienza sia andata perduta per lo Stato.
[...]
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede i parlare, pongo ai voti la proposta fatta dal senatore Sprovieri Francesco nella quale è compresa anche quella del senatore Bartoli, che cioè il Senato voglia esprimere le sue condoglianze alle famiglie dei senatori defunti, dei quali ho tessuto l'elogio.
Chi approva questa proposta voglia alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 novembre 1893.