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GRIFFINI Luigi

21 dicembre 1820 - 10 marzo 1899 Nominato il 12 giugno 1881 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

[...]
Nel giorno 10 del corrente marzo si spegneva in questa Roma la vita intemerata di un ottimo collega nostro, che diede tutto se stesso alla patria e la servì fedelmente fino all'ultimo giorno del viver suo, combattendo a difesa di una causa alla quale aveva dedicato la miglior parte della sua onorata esistenza. Tale fu Lugi Griffini, nato a Crema il 21 dicembre 1820, che ancora nel giorno 14 del passato febbraio sedeva in mezzo a noi, parlando diffusamente a sostegno di un provvedimento che godeva tutte le sue simpatie, perché ad esso pareva, che dovesse concorrere efficacemente a rialzare le sorti dell'agricoltura italiana.
Laureato in giurisprudenza, il nostro Griffini fu privato docente di leggi, ed esercitò l'avvocatura fino al 1859, ed anche di poi, ma da quel tempo si dedicò costantemente alla cosa pubblica, a pro del suo comune e della Provincia di Cremona, spiegando una rara operosità nei diversi uffici di assessore comunale, sindaco, deputato provinciale, presidente di opere pie e del Comizio agrario, sempre pronto a servire il suo paese, dovunque l'opera sua poteva tornare gradita ed utile alla terra nativa ed a' suoi concittadini. I quali nel 1869 lo mandarono per la prima volta a sedere nella Camera dei deputati in votazione di ballottaggio con Cesare Cantù che aveva molti aderenti in quel collegio. Ritornò alla Camera nella successiva legislatura, quindi nella XIII, sempre per libera scelta degli stessi elettori, fino a che nel corso della XIV legislatura, cioè sotto il 12 giugno 1881, fu chiamato a far parte del Senato del Regno.
Appena chiamato a sedere nella Camera elettiva, il Griffini spiegò tale operosità e svegliatezza d'ingegno che in breve ottenne la stima e la fiducia dei colleghi, i quali lo chiamarono spesse volte ad esercitare le funzioni di relatore in argomenti della massima importanza, quali ad esempio i provvedimenti presentati dal ministro Lanza circa il riordinamento dell'amministrazione centrale e provinciale, ed altri parecchi di non minore importanza. Ma se l'egregio uomo mostrò ne' suoi discorsi di saper trattare le più gravi questioni che in quel periodo di tempo si discutevano in Parlamento, è bene ed è giusto che si sappia del Griffini, che fino da venti anni addietro fu tra i primi ad occuparsi con amore e con serietà dei provvedimenti che a parer suo si imponevano alla sollecitudine del Governo, per evitare la diffusione della fillossera che minacciò e minaccia fieramente i nostri vigneti. Solo a considerare sotto tale aspetto l'opera e gli studi di questo brav'uomo, che predicò tanti anni per infondere negli animi la necessità impellente di prendere misure efficaci contro un nemico che insidia la fortuna dell'Italia, il nome di Griffini merita di essere tramandato alla posterità, fra quelli che hanno reso alla patria i maggiori servizi. Così voglia Dio che anche oggi l'Italia si renda conto del pericolo crescente e sappia provvedere sapientemente, perché il male non dilaghi, intanto che rimane tempo a poterne scongiurare i terribili effetti.
In questo Senato il Griffini non mancò un sol giorno, parlando e scrivendo, di battere e ribattere su questo tema, e tutte le volte che si trattavano argomenti che interessavano particolarmente l'agricoltura italiana, eravamo sicuri di vedere seduto al suo banco e di udire la voce del collega, apostolo convinto delle verità che si affaticava a diffondere negli animi, con singolare competenza del suo tema, e con l'accento della più pura convinzione. Ora noi non lo vedremo più, ma se per volontà della famiglia, forse sua, qui in Roma non gi furono resi gli ultimi onori e noi non ebbimo opportunità di accompagnare la salma verso la sua ultima dimora, non è men vivo il rimpianto che proviamo della dipartita del Griffini dalla faccia della terra, dove lasciò largo desiderio di sé; ed è perciò, che in nome vostro, o colleghi, io mi onoro di portare alla memoria dell'estinto il più caldo ed affettuoso saluto. (Vive approvazioni).
GARELLI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
GARELLI. Il nostro Presidente ha, con elevata parola, ricordato le benemerenze del compianto senatore Griffino. Consenta il Senato che alla memoria del perduto collega ed amico io porti anche il saluto degli agricoltori italiani.
Luigi Griffini, oltre che giurista, volle essere agricoltore. Profondamente convinto che, migliorando l'agricoltura, l'Italia avrebbe riconquistata la prosperità economica, egli a questa regina dell'industria nazionale rivolse l'ingegno, i capitali, tutta l'attività sua.
Nel Comizio agrario della città natale, nei congressi, nella Commissione fillosserica, nel Consiglio superiore di agricoltura Luigi Griffini lascia durevole ricordo dell'intelligente, assidua opera sua per la diffusione dei migliori metodi colturali per la difesa della viticoltura dalla invasione della filossera.
L'illustre Presidente lo ha ricordato e voi tutti, onorevoli colleghi, lo rammentate già oppresso dal male che lo spense, qui tuttavia combattente per l'istituzione delle Camere di agricoltura, e per la legge, provvida e liberale, delle casse agrarie.
E meno dolorosa sarà per noi la sua dipartita, se l'esempio suo nobilissimo varrà a crescere in questa alta Assemblea il numero degli agrofili studiosi, con intelletto d'amore dei grandi interessi dell'agricoltura nazionale e solleciti nel difenderli per il bene della patria. (Approvazioni). [...]
PELLOUX, presidente del Consiglio.Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PELLOUX, presidente del Consiglio.A nome del Governo mi associo alle nobili parole di rimpianto che sono state pronunziate dall'egregio nostro Presidente e dagli onorevoli [...] e Borgnini in memoria dei nostri colleghi, che purtroppo in numero di tre abbiamo avuto la sventura di perdere in così breve periodo di tempo.
SPROVIERI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
SPROVIERI. Prego l'eccellentissima presidenza di voler mandare le nostre condoglianze alle famiglie dei defunti nostri colleghi.
PRESIDENTE. Il senatore Sprovieri propone che il Senato voglia inviare le sue condoglianze alle famiglie degli estinti, che furono testé commemorati.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 17 marzo 1899.