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GORIO Carlo

18 agosto 1839 - 20 dicembre 1917 Nominato il 10 marzo 1909 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! [...]
Altra dolorosa perdita ci è stata la morte del senatore Gorio avvenuta in Borgo San Giacomo il 21 dicembre. Il quel paese del bresciano Carlo Gorio era nato il 18 agosto 1839. Andò agli studi; apprese giurisprudenza e di giurista ebbe valore; ma, possedendo vaste terre, si diede all'agricoltura, ed amò diffonderne i progressi con l'esempio e le conferenze. Fu liberale di mente, in modestia e bontà di cuore; amicissimo ed uno de' fedeli di Giuseppe Zanardelli. Entrò alla Camera per l'11ª legislatura e vi rimase sino alla 22ª deputato di Verolanuova a collegio uninominale, e del 2° collegio di Brescia a scrutinio di lista. Vi fu molto apprezzato il suo senno e tenuto in autorità il suo consiglio. Appartenne ad importanti commissioni, in particolare a quella centrale consultiva sulla fillossera; ed alla Giunta generale del bilancio. Nella 22ª legislatura fu della Camera vicepresidente. Nelle amministrazioni locali della sua Brescia molto operò; fu oratore efficace del pubblico bene nei consessi; visse puro ed integro.
Il 10 marzo 1909 ebbe nomina al Senato, ove portò la profondità delle sue cognizioni in ispeciali materie. In una legislatura appartenne alla Commissione di finanze. Furono maestrevoli le sue relazioni sulle leggi: sul demanio forestale, per il bonificamento dell'agro romano e per la tutela della produzione zootecnica. Parlò da esperto sui bilanci di agricoltura, industria e commercio. Lo ebbe il Consiglio superiore delle acque e foreste; fu commissario alla Cassa depositi e prestiti.
Il suo vivo amor di patria e la sua ferma fede nei destini d'Italia lo traeva durante la guerra lungo la fronte a cooperare; e sarà stata sul Piave l'ultima visione del morente. (Benissimo).
BETTONI. Onorevoli colleghi. Il nostro illustre Presidente ha ricordato, in modo degno, le virtù e le opere del collega Carlo Gorio, che la morte ci ha rapito, ed io chiedo mi sia concesso di unire la mia voce modesta alla sua autorevolissima, per dire del rimpianto non solo mio, ma anche della terra ove l'estinto carissimo ebbe i suoi natali e dove visse, beneficando, stimato ed amato da tutti. Là, più che altrove, poté rifulgere; suo carattere notissimo, là non avrà tramonto il ricordo della tenace volontà di bene operare. La sua rara modestia conquistò il diritto al rispetto ed alla venerazione universale, perché, senza iattanza prodigò esempi meravigliosi di patriottismo, di sapiente ardimento in ogni progresso dell'agricoltura, d'intemerata rettitudine nel disimpegno di tutte le innumerevoli cariche, alle quali fu designato dalla pubblica estimazione.
Consigliere comunale della città, consigliere e vicepresidente della provincia, deputato a trent'anni, Vicepresidente della Camera, senatore, sarebbe stato, più d'una volta, ministro se lo avesse voluto. Ma preferì, invece, a fastigi del potere, l'intima gioia d'un lavoro meno appariscente, ma non meno proficuo per il paese, e dalla sua perspicacia e dal suo perseverante interessamento, la legislazione agraria e l'industria agricola italiana trassero immenso vantaggio.
Fedele ai suoi principi, che furono quelli di Giuseppe Zanardelli, rispettò sempre le opinioni degli altri e n'ebbe ricambio di stima anche dagli avversari.
Voglia il Senato permettere che alla desolata famiglia giungano le nostre condoglianze sincere, per il lutto che non finisce fra le domestiche pareti, ma che si estende ben oltre, specialmente in quest'ora così tragica, nella quale uomini esemplari come Carlo Gorio debbono apparire come luci purissime, che additano ai giovani la via per bene meritare della patria. (Vive approvazione).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Levi Ulderico.
LEVI ULDERICO. Soddisfo un desiderio, compio un dovere porgendo un mesto tributo alla memoria del compianto amico e collega Carlo Gorio, nella mia qualità di presidente della Commissione di vigilanza dei la Cassa depositi e prestiti, alla quale egli apparteneva quale operoso, intelligente membro.
Della operosità sua nei due rami del Parlamento, nelle amministrazioni locali, nobilmente parlarono il nostro Presidente ed il senatore Bettoni; per cui io, senza entrare in particolari, chieggo al Senato di associarmi, in nome pare di tutti i colleghi della Commissione di vigilanza, a tali manifestazioni. (Approvazioni).
PSESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Filippo Torrigiani.
TORRIGIANI FILIPPO. Una sola parola per associarmi con tutto il cuore a quanto hanno testé detto l'onorevole Presidente ed altri illustri nostri colleghi in onore ed in memoria di Carlo Gorio. Io sono stato per circa trenta anni collega del Gorio nella Camera dei deputati e per quasi dieci siamo stati compagni alla Presidenza della Camera. Ho avuto poi il Gorio efficace intelligente ed attivissimo collaboratore nella Commissione censuaria centrale, e sono stato quindi in grado di poter apprezzare il suo grande valore e i servigi da lui resi al nostro paese. Credo di interpretare i sentimenti del Senato pregando l'onorevole Presidente di inviare alla famiglia del defunto senatore Gorio la parola di compianto del Senato del Regno. (Approvazioni). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il ministro dell'industria, del commercio e del lavoro.
CIUFFELLI, ministro dell'industria del commercio e del lavoro. Il Governo si associa per mio mezzo alle proposte fatte e alle nobili espressioni di rimpianto pronunciate dall'illustre Presidente Manfredi e dai senatori Paternò, Oilveri, Bettoni, Levi e Torrigiani per la morte dei senatori Tasca Lanza e Carlo Gorio. [...]
Come amico personale e politico di Carlo Gorio e come ministro dell'industria e del commercio, mi sia lecito aggiungere una parola a quelle così nobili e affettuose pronunciate in sua memoria, per ricordare ancora la salda fede liberale, il fervido patriottismo, lo schietto e diritto carattere dell'uomo che per oltre cinquant'anni rese continui ed eminenti servizi al suo paese sia nelle amministrazioni pubbliche, sia nelle aule legislative.
Così il Ministero di agricoltura come quello dell'industria e commercio lo ebbero per lunghissimo tempo membro e presidente operoso, competente e autorevolissimo delle più importanti commissioni ed inchieste, nelle quali largo corredo di cognizioni, un'illuminata incomparabile esperienza ed il più vivo amore per il pubblico bene. Soltanto la sua grande modestia che - come è stato or ora ricordato - era uno degli aspetti più simpatici della sua persona morale, gli impedì di reggere il Ministero di agricoltura, industria e commercio, al quale fu più volte designato. Egli non volle mai accettarne il portafoglio; ma, come era per me doveroso rammentarlo, egli ha nondimeno saputo rendere, allo Stato ed in particolare a quel Ministero, disinteressati, utilissimi, preziosi servizi. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 13 febbraio 1918.