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GHIGLINI Lorenzo

07 febbraio 1803 - 29 novembre 1873 Nominato il 20 novembre 1861 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Liguria

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Francesco Maria Serra, Vicepresidente

Onorevoli colleghi, la serie dei lutti disgraziatamente non è chiusa, ed io debbo anche oggi rattristare gli animi vostri gentili coll'annunzio di altre due perdite dolorose.
Il cavaliere Lorenzo Ghiglini, egregio membro di questa augusta Assemblea, cessava di vivere il giorno 28 novembre in Genova dopo lunga e penosa malattia.
Nacque in Arenzano il 7 febbraio del 1803 e la di lui famiglia, che era fra le più cospicue della riviera ligure occidentale, ebbe grande incremento di decoro e di lustro, dacché la madre sua era sorella all'insigne filantropo Giuseppe Polleri, il quale nel 1862 legò ai poveri di Genova la ingente somma di tre milioni di lire.
Gli anni giovanili del compianto nostro collega furono consacrati agli studi letterari e filosofici. In appresso un medico suo intimo amico lo invogliò a studiare quella scienza, ed in essa fu adottorato nella insigne Università di Bologna nell'anno 1830.
Il Ghiglini, uomo di fermi e costanti propositi non era tale che si contentasse del nudo titolo di dottore, ma con perseverante alacrità di animo coltivò gli studi serii ed i continui progressi della scienza in modo che fu riputato valente dai più chiari medici d'Italia.
Nel 1832 dava alla luce uno studio interessantissimo intorno alla dottrina insegnata dall'illustro professor Puccinotti sulla duplice forma del moto vitale. In essa, con quella temperanza di concetti e cortesia di forme che sono proprie del vero scienziato e del gentiluomo, il giovine Ghiglini criticò le opinioni del chiarissimo e veterano patologo Urbinate, il quale dal canto suo gli scrisse offerendoglisi amico e corrispondente.
Il Tommasini, sommo clinico, come a tutti è noto, teneva in gran conto il medico di Arenzano e l'illustre Bufalini usava, nelle sue annuali prolusioni agli allievi della scuola di perfezionamento, ricordare con parole di molta lode le scritture del Ghiglini sulla febbre tifoidea.
È facile immaginare lo splendido avvenire di qui qualora avesse perdurato nella via intrapresa, nella quale aveva già lasciato tracce luminose di sé.
Sventure domestiche e motivi di salute le condussero a Pisa, ove svernò nel 1844 e 1845, e colà abbandonati gli studi che di continuo svegliavano in lui dolorose reminiscenze, volle cercare un sollievo alle afflizioni e rinfrancare il suo spirito intervenendo assiduamente alle lezioni di scienze politiche ed economiche, le quali erano nell'Università pisana, insegnate da professori di merito distintissimo.
Forse egli presagiva sin d'allora che, maturatisi i destini d' Italia, sarebbe stato in un tempo più o meno lontano chiamato dagli eventi al più elevato ufficio di legislatore. Ed in effetto lo fu dagli elettori del collegio di Voltri, i quali vollero essere da lui rappresentati nel Parlamento Subalpino nelle legislature del 1849, 1853 e 1857, e fu questo il principale dei titoli sull'appoggio dei quali fu, con regio decreto del 20 novembre 1861, nominato senatore del Regno.
Se Lorenzo Ghiglini valeva molto come cultore della scienza medica, non apparve meno valente come uomo parlamentare. In questa qualità, né nella Camera elettiva, né nell'Aula senatoria egli abusò mai della parola, e soltanto ne usò nelle più solenni circostanze e nella discussione delle leggi più importanti.
Insieme ad altri chiari membri della Camera dei deputati subalpina, egli si oppose virilmente alla legge di trasferimento dell'Arsenale marittimo di Genova alla Spezia, ed all'altra colla quale nel 1855 fu decretata la soppressione di alcuni ordini religiosi. Non solo la stampa italiana, ma anche la straniera, pur dissentendo dalle opinioni di lui, rendette lode ben meritata alla lucidità delle sue idee, all'arte finissima con cui seppe ordinarle ed alla eloquenza persuasiva, temperata e cortese con cui ebbe a svolgerle.
Gli atti del Senato contengono e concioni egualmente commendevoli per la sostanza e per la forma pronunciate da lui, strenuo oppositore alle due leggi per il conguaglio dell'imposta fondiaria e per l'approvazione del vigente Codice civile.
Trasferita la capitale a Roma, il senatore Ghiglini, più che da altri motivi, impedito dalla malferma salute, disertò dal suo stallo e a noi non fu più dato ascoltarne i discorsi ben ponderati ed eloquenti.
Fu uomo di carattere onoratissimo, di convincimenti profondi e sinceri e di opinioni politiche eminentemente conservatrici.
Il Senato ha perduto in lui una illustre individualità.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 dicembre 1873.