GAMBA Pietro
07 luglio 1849 - 14 ottobre 1903 Nominato il 17 novembre 1898 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza ToscanaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Cari e riveriti colleghi!
[...]
Pochi giorni di poi, cioè nel 14 ottobre, spirava serenamente in mezzo alla desolata famiglia il conte Pietro Gamba, nella ancora verde età di 54 anni, e la morte di lui, scongiurata felicemente alcun tempo addietro, dopo una fiera malattia, fu cagione di vivo, incancellabile dolore per la famiglia, i colleghi, gli amici.
La patria ha perduto in lui uno dei suoi migliori cittadini. Cuor d'oro, mente colta, studioso, dei propri doveri zelantissimo, Pietro Gamba aveva ereditato dal padre, pur collega nostro, l'intenso amore alla patria, e la servì fedelmente fino a che gli durò la vita.
Compagno nostro dal dicembre 1898, egli si era facilmente ed interamente cattivato la stima e l'amore di noi tutti, cosicché oggi sentiamo egualmente vivo il rammarico di averlo troppo presto perduto. (Bene).
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.A nome del Governo mi associo alle splendide commemorazioni fatte dall'onorevole presidente del Senato, di uomini che resero così lunghi e così eminenti servigi allo Stato, nella scienza, nelle arti, nella pubblica amministrazione e nella preparazione del risorgimento italiano.
Io mi associo al dolore che prova il Senato per la perdita di così numerosi e così degni suoi membri. (Bene).
PASOLINI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
PASOLINI. Del compianto senatore conte Pietro Gamba non mi permetterò di venire a dire in quest'Aula quanto mi detterebbe il mio cuore di amico.
Ma da Ravenna, mia città nativa, porto qui l'espressione del dolore profondo per la perdita di lui, che sempre fu modello di cittadino, che fu aiuto ed iniziatore di ogni impresa utile e generosa, e propugnatore instancabile di ogni idea sana e liberale.
Egli aiutò ed incoraggiò la Società dei Braccianti ravennati, venuti a lavorare ed a risanare l'Agro romano, egli, fino che la salute glielo consentì, fu presidente benemerito della nostra Società democratica costituzionale.
Capo della città in tempi torbidi e difficili, fu esempio dell'adempimento di ogni dovere inerente all'alto suo ufficio. Vincendo difficoltà grandi, opposizioni fierissime, riuscì a migliorare le condizioni economiche del nostro Comune, bonificando i terreni sui quali l'antica pineta isterilita, veniva meno.
E durante la epidemia colerica del 1886, dette esempio splendido di provvida antiveggenza e di sacrificio.
Con carità coraggiosa si espose ad ogni pericolo. In quei tristi giorni la casa, la famiglia del sindaco, il quale era aiutato dalla savia e coraggiosa consorte, divenne asilo agli orfani poveri. Egli stesso fu assalito dal morbo; guaritone, con immutato zelo, riprese imperterrito la via del dovere, e fu veduto tornare al letto dei colerosi più miserabili, non solo nella città, ma anche nelle campagne più remote dell'Agro ravennate.
Per quattro legislature fu deputato della diletta sua città nativa.
Anche noi siamo divisi in fazioni, come del resto furono sempre tutte le città che, nella storia antica e nella moderna, ebbero una vita politica rigogliosa e feconda; ma ci troviamo uniti nell'ideale del bene e nella memore gratitudine per Pietro Gamba che, esemplare nella vita domestica, diede nella vita pubblica splendida prova di ottimo cuore e di integro carattere, e continuando le patriottiche, nobilissime tradizioni degli avi, lasciò in tutti i suoi concittadini una cara e venerata memoria.
Propongo che il Senato mandi le condoglianze alla vedova ed alla figlia. (Bene).
PRESIDENTE. Sono già state mandate, come si usa sempre, le condoglianze alla famiglia.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,1° dicembre 1903.