GAETANI DELL'AQUILA D'ARAGONA Onorato
28 settembre 1832 - 24 ottobre 1904 Nominato il 15 maggio 1876 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza CampaniaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente
Signori senatori! Duolmi dover cominciare il mio ufficio dalle dolenti note.Ma pur troppo è ben raro che durante un periodo, anche non lungo, d'interruzione dei nostri lavori, non si abbiano a deplorare perdite dei nostri colleghi. [...]
Il 24 scorso [sic] morì in Napoli don Gaetani dell'Aquila d'Aragona, principe di Piedimonte.
Nato in quella città il 28 settembre 1832 da nobilissima famiglia napoletana, fu nel numero di quei patrizi che aiutarono la causa della redenzione italiana ed ebbero quindi a subire le persecuzioni borboniche.
Egli non ebbe mai l'ambizione di emergere nel campo politico, pur seguendo sempre con interesse lo sviluppo della vita nazionale e rallegrandosi di tutto ciò che accennasse ad un passo verso il meglio: ma prestava solerte l'opera sua in parecchie importanti amministrazioni, delle quali fu o consigliere o presidente.
Il 15 maggio 1876 venne chiamato a sedere nella Camera vitalizia.
Fu uno degli uomini più eleganti ed amabili nell'alta società; ma la sua bontà d'animo e la sua semplicità di modi lo facevano trattare con la medesima cordialità le persone di tutti i ceti, ed amare quindi egualmente da tutti.
Alla egregia famiglia che ne piange la perdita le vive nostre condoglianze. [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. A nome del Governo mi associo al dolore del Senato per le perdite gravissime che ha subito durante questo periodo di chiusura dei suoi lavori.
Quando si pensa al tesoro di patriottismo, di sapienza e di valore che il paese ed il Senato hanno perduto con la scomparsa di questi uomini non si può a meno di essere compresi da un senso di profonda mestizia.
Io auguro che la nuova generazione possa darci uomini che per patriottismo, per valore e sapienza possano equivalere a quelli dei quali oggi piangiamo la perdita. (Bene).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 3 dicembre 1904.