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FRISARI Giulio

21 febbraio 1827 - 15 settembre 1906 Nominato il 12 giugno 1881 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Puglia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente

Signori senatori! [...]
Moriva il 15 settembre 1906 a Bisceglie, (Bari) che lo vide nascere il 26 febbraio 1827 [sic], il senatore Giulio Frisari.
Appartenente ad una nobilissima famiglia pugliese che conta nove secoli di vita, la sua esistenza fu retta, operosa, ed aliena da ogni vanità di comparire.
Schietto amante della patria, quando questo sentimento era sotto i Borboni un delitto, dopo il risorgimento di essa, fu deputato di Molfetta in due legislature, e chiamato a sedere in quest'Aula il 12 giugno 1881. Parecchi uffici pubblici egli teneva altresì nella sua provincia nativa; ed a tutti attendeva con grande interesse e con quella integrità e bontà di carattere, che lo facevano amare e stimare altamente da quanti lo conobbero, mentre lo facevano benedire dai poveri che non mai invano ricorrevano a lui. Se, per le sue circostanze personali non poté venir sempre di frequente in Senato, vi era però tenuto in gran pregio come uomo intemerato e conscio che la nobiltà del carattere e delle opere è quella che dà vita e lustro alla nobiltà dei natali.
A lui, ed a' suoi cari superstiti, il nostro tributo di affetto e di compianto. (Bene). [...]
TITTONI, ministro degli affari esteri. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
TITTONI, ministro degli affari esteri. Rinnovando all'illustre Presidente l'espressione di dolorosa simpatia per l'immensa sventura che l'ha colpito, io mi associo a nome del Governo alle nobili parole che egli ha pronunciato per commemorare i senatori Chinaglia, Serafini, Longo, Arrigossi, Fusco, Cantoni, Frisari e Di San Giuseppe. [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Vischi.
VISCHI. Anche oggi possiamo dire che il lutto del Senato è lutto della patria. Gli uomini eminenti, che commemoriamo, ebbero tanta parte nel risorgimento italiano o tante altre benemerenze da poter dire che la loro dipartita fu sentita e sarà sempre deplorata, come da noi, da tutta l'Italia nostra. [...]
Ma permetterete, onorevoli colleghi, che io particolarmente ricordi a voi un uomo, che ai lavori del Senato non poté prendere molta parte, ma che fu uno vera notabilità nel campo del patriottismo, del disinteresse e del carattere, nella provincia, bella quale sono nato anch'io. Alludo al conte Giulio Frisari.
Egli fu di fede sinceramente democratica e gentiluomo per nascita, per temperamento e per educazione; difendeva la sua bandiera con grande fierezza, e con grande signorilità; onde quanti eravamo desiderosi d'ispirarci ad un esempio di nobile carattere politico rivolgevamo lo sguardo a Giulio Frisari.
Egli servì il paese col sentimento di un dovere da compiere, non per la vanità di una distinzione da reclamare; e lo servì costantemente sino all'ultimo momento, anche quanto le domestiche sventure non gli consentivano di essere così pronto e così prodigo come in altri tempi.
Rivolgo quindi un saluto riverente alla memoria di tutti gli illustri colleghi che abbiamo perduti, ma un saluto ancora più affettuoso, ancora più cordiale alla memoria di Giulio Frisari.
Ed è per lui, come per tutti gli altri, che proporrei fosse inviata alle famiglie derelitte ed ai paesi che ebbero l'alto onore di dar l'espressione di condoglianza da parte del Senato. (Bene).
PRESIDENTE. La Presidenza ha già così provveduto prevenendo il desiderio dell'onorevole Vischi.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 27 novembre 1906.