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FORGES DAVANZATI Roberto

23 febbraio 1880 - 01 giugno 1936 Nominato il 24 febbraio 1934 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Campania

Commemorazione

 

Luigi Federzoni, Presidente

"PRESIDENTE. Fra i molti, i troppi camerati che scomparvero durante l'interruzione della nostre sedute, il primo che ci mancò fu Roberto Forges Davanzati, entrato da appena due anni a far parte di questa Assemblea, ma già affermatosi anche qui con tutta la forza della sua personalità. Discendente da uno dei più notevoli uomini della Rivoluzione napoletana del 1799, sembrava riviverne in questo nostro clima storico, pur così profondamente diverso l'ardore passionale, la purezza quasi mistica della fede, la coerenza rigorosa verso i principi della dottrina. L'intera sua vita fu singolarissimo esempio di quella perfetta rispondenza degli atti alle idee professate, proprio perché egli intendeva e praticava il Fascismo, oltre che come attività politica, come modo di vita.
Nel testamento da lui lasciato, documento di romana fortezza e insieme di cristiana umiltà, che non potemmo leggere senza intensa commozione, egli ringraziava il Duce di avergli dato la gioia dell'obbedienza per una grande opera comune. Tali parole definivano il carattere precipuo del suo spirito che era uno spirito di soldato. In lui si sublimavano le qualità essenziali della milizia, il coraggio, la disciplina, l'abnegazione, la devozione illimitata al Capo e alla bandiera. Proveniente dal sindacalismo, ma già pregiudizialmente orientato a un indirizzo sopra tutto antidemocratico e antimassonico, aveva intuito fra i primi il prossimo esaurimento di tutti i vecchi partiti e la necessità di fondare un rinnovamento sull'accettazione incondizionata del principio nazionale. Fra gli antesignani della riscossa italiana era stato uno di coloro che avevano portato al moto iniziale di questa un fermento combattivo e un contributo originale di pensiero. Per lui, come per pochi altri, il passare dalla lotta per l'intervento nella guerra europea al combattimento sulla linea del fuoco e poi, ancora, alla battaglia contro i nemici interni della Patria, fu un servire successivamente in forme diverse, ma sempre con strenuo ardimento e totale dedizione di sé, un'idealità solo riconosciuta e sentita come legge della propria esistenza. Quale fosse la sua tempra, si era visto in Val Popena, ove, ufficiale di artiglieria di campagna, si era segnalato particolarmente in un episodio di straordinario valore guerriero; e ancor meglio si vide nel difficile periodo durante il quale egli resse la segreteria di Partito, offrendo un bellissimo esempio di fermezza incrollabile e di provvida intransigenza.
Le virtù dell'uomo d'azione erano pareggiate, in Roberto Forges Davanzati da quelle del giornalista e dello scrittore. Giornalista principe, forte di una rara preparazione di cultura, ricco d'una versatilità di attitudini e di gusti che derivava dalla sua solida formazione umanistica, conferiva a tutto il suo giornale un'impronta sua propria, che era pur sempre quella della sua passione. Polemista inesorabile, che maneggiava da maestro l'invettiva e l'ironia, conoscitore scrupolosamente preciso di ogni problema di politica internazionale, militare e sociale, pose costantemente la sua infaticabile potenza dialettica soltanto al servizio della causa italiana e fascista, con un disinteresse personale che poté essere ben detto eroico. Per la sua severa e diritta indole meditativa aveva tardato a conquistare il gran pubblico, ma poi se n'era impadronito con una vera signoria sulle coscienze in una sfera vastissima di uomini. Le sue "Cronache del Regime" furono per troppo breve tempo l'alimento salutare di infinite intelligenze; in ogni casa, in ogni ritrovo, nelle più remote contrade, ovunque, lontani ascoltatori potessero intendere la lingua nostra, giungeva confortatrice, illuminatrice, ammonitrice, la voce dell'apostolo invisibile a guidare gli spiriti, a sostenere la fiducia, a ribattere ostilità e sventare insidie, a chiarire il significato e i fini dell'opera del Fascismo. Nel tempo della impresa etiopica e della crisi internazionale che la precedette e l'accompagnò, la parola di Roberto Forges Davanzati fu di impareggiabile efficacia. Egli era stanco per lo sforzo quasi sovrumano con cui raddoppiava la sua fatica quotidiana di giornalista; ma si considerava ed era anch'egli un combattente in linea, e non volle abbandonare il suo posto. E ne morì, esausto, ma sereno, pochi giorni dopo l'agognata fulgente vittoria dell'Italia fascista."
THAON DI REVEL, Ministro delle finanze. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
THAON DI REVEL, Ministro delle Finanze. Il Goveno si associa alle commosse parole prionunciate dal presidente del senato per commemorare i defunti senatori Forges Davanzati, [...].
Il Governo con particolare rimpianto si associa al cordoglio del Senato per la precoce scomparsa del'indimenticabile senatore Forges Davanzati.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1936.