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FOÀ Pio

26 gennaio 1848 - 06 ottobre 1923 Nominato il 03 giugno 1908 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Durante la pausa dei nostri lavori abbiamo dovuto deplorare la perdita di ben quindici nostri carissimi colleghi. Io vi chiamo a commemorarli in un raccoglimento severo e solenne che è al tempo stesso omaggio alla memoria loro ed indice della maestà di questa eccelsa Assemblea. [...]
La morte inesorabile, ci tolse il 6 ottobre, in Torino, il senatore Pio Foà, onore della scienza medica.
Nato egli era a Sabbioneta il 26 gennaio 1848, ed educato a severi principi e al culto della patria, come a 18 anni correva volontario fra i garibaldini a Bezzecca, così negli studi veniva nutrendosi di forte preparazione.
Laureatosi in medicina a Pavia, si perfezionò all'estero negli studi di anatomia e patologia e giovanissimo salì alla cattedra prima nella Università di Modena e poi in quella di Torino. Le solenni onoranze che pochi mesi or sono in occasione del compimento del 40° anno dell'insegnamento gli erano state rese con la partecipazione del Governo, dei colleghi, dei maggiori istituti scientifici ed accademia, sono la prova migliore della importanza dell'opera da lui svolta nella scienza e nella scuola.
Nel campo della scienza medica la fama di Pio Foà superò di molto i confini dell'Italia. I risultati che egli ottenne negli studi batteriologici come nel campo sperimentale legano il suo nome ai progressi più notevoli nella medicina e le sue poderose e innumerevoli pubblicazioni, di cui ricordo qui il "Trattato di anatomia patologica" da lui diretto ed in parte scritto, stanno ad attestare l'acutezza dell'ingegno, la larghezza delle vedute, la mirabile Facoltà di sintesi e di assimilazione, come la sua partecipazione a numerose accademia - era fra l'altro membro dell'Accademia dei Lincei e della Reale accademia delle Scienze di Torino - sta a dimostrare in quale altissima considerazione egli fosse tenuto.
Nella Scuola Pio Foà fu il maestro; e seppe trasfondere l'amore della scienza nei suoi discepoli di cui era l'amico e che seguiva con paterno affetto anche dopo che avevano lasciato l'Università.
Della competenza profonda delle discipline mediche si valse per affrontare con piena coscienza e con fede i più gravi problemi di medicina sociale e fu un apostolo della difesa contro le malattie sessuali, la tubercolosi, il cancro, come, persuaso essere la moralità la migliore medicina dei popoli, si preoccupò profondamente del problema dell'educazione della gioventù, cui molto giovò nella sua carica di Presidente dell'Istituto di magistero per l'educazione fisica. Non è possibile qui accennare a tutte le iniziative di pubblico bene da lui promosse con grande altruismo e rara abnegazione.
Più volte consigliere comunale e poi assessore per l'igiene a Torino dette uno sviluppo magnifico alla riorganizzazione dei servizi sanitari; nominato senatore il 3 giugno 1908, nella sua attiva partecipazione ai nostri lavori fu sempre strenuo assertore dei più importanti problemi di politica sanitaria e sociale.
In quest'ultimo periodo, lasciato l'insegnamento universitario, con maggior lena egli era per dedicarsi alle opere di civismo e ne è prova il contributo prezioso che si accingeva a dare alla Commissione internazionale di difesa contro il cancro; ma la morte improvvisamente ci ha strappato il collega insigne.
Con Pio Foà scompare uno spirito eletto, un cittadino esemplare, uno scienziato illustre.
Il Senato sente tutta la gravità della perdita e s'inchina reverente davanti alla tomba del collega scomparso mentre esprime alla famiglia, tanto duramente provata, il suo profondo cordoglio. (Bene).
CORBINO, ministro dell'economia nazionale. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CORBINO, ministro dell'economia nazionale. Voi avete ascoltato, onorevoli senatori, nell'alta parola del nostro illustre Presidente, la rievocazione della vita, delle benemerenze, dell'opera tutta, che fu svolta dai compianti colleghi che abbiamo perduto.
Al rimpianto del Senato il Governo unisce l'espressione del suo omaggio riverente e si associa alla proposta di inviare vive condoglianze alle famiglie e alle città natali degli scomparsi.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 novembre 1923.