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FLORENA Filippo

28 ottobre 1840 - 28 ottobre 1915 Nominato il 04 aprile 1909 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Nel tempo, in cui sono state chiuse le nostre sedute, abbiamo perduto i senatori Fergola, D'Alì, Grenet, Masi, Calvi, Massabò, Villa Tommaso, Campo, Balestra, Tournon, San Donnino, Di Martino, Florena, Salvarezza Cesare. [...]
Il real decreto del 4 aprile 1909 ci aveva dato collega Filippo Florena, che per undici legislature era stato alla Camera dei deputati, rappresentante di Mistretta, e, quando eletto a scrutinio di lista, fra i rappresentanti del II collegio di Messina. La morte lo ha colto il 28 ottobre in Santo Stefano Camastra, ove era nato il 28 ottobre 1840. Teneva laurea in legge ed aveva esercitato l'avvocatura; godeva nome e preponderanza nella Provincia di Messina. Alla Camera fu benvoluto per la sua bontà e probità; al Senato egualmente gradito, ma di rado veduto causa la sua condizione di salute. Siamo nondimeno dolenti, che del tutto sia scomparso. (Bene). [...]
TODARO. Poiché l'illustre nostro Presidente mi concede di parlare, io comincio col ringraziarlo per le nobili ed elevate parole che ha pronunziato con sentimento di affetto nella commemorazione dei compianto senatore Florena, parole e sentimenti a cui mi associo con tutte le forze dell'animo mio.
Conobbi il Florena da lungo tempo, fin dal 1868, in cui entrambi fummo nominati membri del Consiglio provinciale di Messina. Fin da allora ho ammirato in lui l'amore immenso per la grande patria, all'unità della quale dedicò tutte le opere sue anteponendola a qualunque altra aspirazione.
Ebbe carattere nobile e fermo; nell'opera che esplicò indefessamente nell'amministrazione provinciale, mirando al bene di ogni comune, fu sempre guidato dal sentimento della giustizia e della equità.
Per tali singolari virtù fu stimato e venerato da tutti i suoi concittadini, ed in premio dopo alcuni anni venne eletto deputato al Parlamento dal collegio di Mistretta, che gli confermò il mandato fino ai giorno in cui egli venne chiamato nel Senato dei Regno, ove troppo breve tempo sedette a causa anche della sua malferma salute, come ha detto l'illustre nostro Presidente, perché potesse spiegare tutte le sue energie; e però la sua dipartita è stata rimpianta dal nostro Presidente.
Associandomi a tale rammarico, propongo che le condoglianze del Senato siano inviate alla famiglia e al municipio di Santo Stefano di Camastra che ha dato i natali ad un uomo così benefico, ed al Consiglio provinciale di Messina. di cui egli fa lustro e decoro. (Approvazioni). [...]
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Domando di parlare.
PRESIDENTE, Ne ha facoltà.
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Assolvo il compito altrettanto onorevole quanto doloroso di esprimere a nome del Governo tutta la simpatia riverente, che esso prova innanzi ai gravi lutti, che quest'alto consesso ha subiti; e in questa simpatia si contiene il pieno consenso al tributo di riconoscenza e di lode, che le inspirate parole del Presidente illustre e degli altri senatori hanno apprestato alla memoria degl'insigni uomini, di cui piangiamo la perdita.
Ascoltando quelle parole, la mia mente quasi astraeva dalle persone singole, e al di sopra degli uomini commemorati, io vedevo passare innanzi ai miei occhi tutta una serie di vite nobilmente spese nei campi più diversi: dall'esercito all'amministrazione civile, dal Parlamento alle amministrazioni locali, dalle aule della giustizia alla cattedra della scuola e così via via - forme di attività diverse, ma congiunte tra loro da quest'unica idea e da quest'unica fede: il servizio reso alla patria (Bene! Bravo!).
E pensavo a quanti tesori di sapienza e di patriottismo in quest'Aula nobilissima si racchiudono. Né io nulla aggiungerei a quanto così egregiamente è stato detto; ma concederà il Senato che trovi qui un'eco la vibrazione di talune note particolari, che o per ragioni personali o per ragioni di ufficio più vivamente palpitano nell'animo mio, a proposito, della dipartita di alcuni valentuomini.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1915.