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FINOCCHIETTI Francesco

07 febbraio 1815 - 30 dicembre 1899 Nominato il 06 dicembre 1868 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori! Altri cinque colleghi, oltre il sesto ricordato ieri con particolare reverenza, dal 30 dicembre in poi, sono scesi nel sepolcro! Il commendatore De Filpo, il conte Finocchietti, il generale Cucchiari, il professore Ferrara ed Isacco Artom.
Il conte Francesco Finocchietti era nato in Pisa nel 1815, e morì pure colà il dì 30 del passato dicembre, nell'età di 85 anni.
Egli era uno dei pochi superstiti delle congiure e delle lotte per il riscatto politico dell'Italia, ed è specialmente nella terra dove nacque, che il nome di questo valent'uomo suonò per lungo volger d'anni riverito ed amato. Di lui è rimasta particolarmente memoria tra i suoi compaesani, perocché prima del 1859, sotto il Governo granducale, tenne nobilmente, e con vera indipendenza di carattere, l'ufficio di gonfaloniere, ed in tale qualità diede amplissime prove di patriottismo e di capacità amministrativa, che in quei momenti difficili aiutarono grandemente a consolidare il novello ordine di cose. Laonde fu chiamato dal Governo italiano a reggere la Provincia di Siena, indi quella di Pavia e dovunque lasciò buon nome di sé e delle opere sue.
Per ciò il 6 dicembre 1868 fu chiamato agli onori del Senato.
Lasciata la carriera amministrativa, il conte Finocchietti prese dimora a Firenze, e qui il colto patrizio attese a parecchi uffici che tenne fino agli ultimi giorni del viver suo. Rimangono di lui alcuni scritti, che rivelano i nobili ed umanitari intendimenti del collega perduto. Fra questi sono da annoverare due pregevoli discorsi, l'un de' quali tratta delle naturali armonie fra religione e ragione in ordine all'economia ed al Governo; l'altro contiene uno studio sullo stato degli operai, e discorre dei tentativi per migliorarne le sorti. Questi discorsi attestano quanto il nostro Finocchietti sapesse usare degnamente, e fruttuosamente, il tempo che gli rimaneva libero in mezzo alle pubbliche faccende.
Or egli non è più, ma la patria, i parenti e gli amici, i conterranei sovratutto, ed il Senato con essi, ricorderanno ancora con singolare affetto il cittadino volenteroso, modesto e cortese, l'antico patriota, del quale si può dire che non conobbe nemici: tanta era la mitezza dell'animo del collega che piangiamo perduto. (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,27 gennaio 1900.