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FERRO LUZZI Giovanni

07 marzo 1834 - 21 marzo 1910 Nominato il 04 marzo 1905 per la categoria 09 - I primi presidenti dei Magistrati di appello provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Nuovo lutto ci sorprende. La morte, nella notte, ci ha fatto mancare il senatore Giuseppe Lazzaro; nel mattino, l'altro collega Giovanni Ferro Luzzi. [...]
Tutti meriti di magistratura sono quelli, che lascia dopo di sé Giovanni Ferro Luzzi. Nato nel 1834 in Palermo ed in quell'università laureato, entrò agli uffici giudiziari il 21 aprile 1862, e salì tutti i gradi con tanta lode, e cogliendo tanto onore, da giungere a sedere sull'alto seggio di primo presidente della Corte di cassazione di Palermo; nella quale dignità finì il suo esercizio per la legge dell'età il 18 febbraio 1909; ma non abbandonato dall'affetto e dalla devozione del supremo collegio e di tutto l'ordine giudiziario, essendo rimasto circondato della generale riverenza.
Senatore dal 4 maggio 1905, a lui pure mancò la salute, e ne piangiamo oggi la perdita. (Approvazioni).
FILI ASTOLFONE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILI ASTOLFONE. Amico fino dai primi anni di Giovanni Ferro Luzzi spetta oggi a me, con sincero e fraterno rimpianto, ricordarne al Senato col nome le sue virtù e come uomo, come padre e magistrato, e commosso mi associo alle calde eloquenti parole dette dal nostro onorando Presidente. Di Giovanni Ferro Luzzi si può ben dire che fu un prodotto del proprio lavoro; esordì nella carriera forense, ove ben tosto dimostrò ingegno acuto e versatile; più tardi, assunto nella magistratura, nell'ufficio del pubblico ministero, rifulse per la parola, per le stringenti argomentazioni e per forte sentimento di dovere, e così in ogni grado fino a quello supremo della gerarchia giudicante che lasciò, or è pressoché un anno, pei limiti di età, lasciando pure alto e luminoso ricordo di sé.
Amò, e fu con caldo sentimento riamato dalla famiglia, e come marito esemplare e padre amoroso.
Come magistrato dimostrò eminenti doti d'intelletto; carattere adamantino e di rettitudine che potranno incontrarsi uguali, ma difficilmente superiori, tanto da farlo apparire talvolta più rigido di quello che l'animo suo non fosse.
E per queste sue doti di carattere ed intelletto, dal Crispi gli fu affidata al Ministero dell'interno la Direzione generale degli affari civile, missione che adempì con criteri, come pur dovrebbe essere, unicamente amministrativi, e, caduto Cristi, tornò alla magistratura.
Questo fu l'uomo ed il magistrato di cui il Senato ha fatto la perdita, il quale, come nell'adempimento del dovere riscosse l'universale rispetto, così merito il nostro sincero rimpianto; ed io prego l'alto consesso di voler fare pervenire ai figli addolorati, per tramite del Presidente, le più vive e sincere condoglianze. (Benissimo).
SONNINO, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SONNINO, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. A nome del Governo mi associo alle condoglianze per la perdita dei senatori Ferro Luzzi e Lazzaro.
PRESIDENTE. Mi farò premura di esaudire i voti dei senatori Pierantoni e Filì-Astolfone, ai quali, certo, il Senato di associa. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 marzo 1910.