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FERRERO Emilio

13 gennaio 1819 - 01 dicembre 1887 Nominato il 08 aprile 1881 per la categoria 05 - I ministri segretari di Stato provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Ed ora con dolore vi partecipo la morte del senatore tenente generale Emilio Ferrero, mancato ai vivi in Firenze il primo giorno di dicembre.
Emilio Ferrero, nato a Cuneo il 19 gennaio 1819 [sic], fu allievo dell'Accademia militare di Torino, nella quale, dopo otto anni di tirocinio, ottenne il grado di sottotenente e, ultimati gli studi, quello di luogotenente nel Genio militare.
Nell'arma del Genio diventato capitano, prese parte alle due prime campagne per l'indipendenza nazionale.
Trapassato poi, insieme ad altri eletti ufficiali delle armi speciali, nella fanteria per rinvigorire quest'arma importante fra tutte, con maggior numero di capi colti e prestanti, il Ferrero vi percorse con molto onore i varî gradi, conseguendo, in meno di dieci anni, quello di ufficiale generale, ed il supremo di tenente generale nell'anno 1870.
Tutte le campagne per l'indipendenza e l'unità d'Italia lo noverano fra i combattenti.
In tutte si segnalò per intrepidezza ed eminenti qualità militari.
Queste attestarono a Peschiera, a Novara, alla Cernaia, a Perugia, a San Martino, a Villafranca due menzioni onorevoli, due medaglie al valore, due ricompense nell'Ordine militare di Savoia. Uomo di dottrina quanto d'azione, in lui si contemperavano qualità assai spesso opposte: l'attitudine al comando ed a sovrintendere agli studi militari. Appartenne al Comitato delle armi di linea, comandò e diresse con sagacia, dal 1862 al 1866, la scuola militare di fanteria; incarico geloso sempre, gelosissimo in quei primi anni dell'organamento militare italiano.
Ministro della guerra dal 4 aprile del 1881 al 23 ottobre 1884, al generale Ferrero si devono molti dei provvedimenti onde l'esercito fu accresciuto di numero e si rafforzò la potenza difensiva del paese. Da lui, fra le altre, fu proposta e vinta la legge che ampliò di due corpi d'Armata i quadri dell'esercito; legge, fondamento e cardine del presente ordinamento militare.
In quest'alto consesso, del quale faceva parte fin dall'8 aprile 1881, il senatore Ferrero lascia memoria di esimie doti e vivo rimpianto.
MEZZACAPO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
MEZZACAPO. Le belle parole pronunciate dall'onorevole Presidente del Senato limitano il mio compito nell'aggiungere qualche parola sul conto delle qualità del compianto senatore Ferrero, che abbiamo avuto la disgrazia di perdere.
Noi lo abbiamo veduto intento ai lavori ai quali si era dedicato, per l'ordinamento dell'esercito, in un momento in cui l'opera era arrestata per ragioni varie.
Egli ha ripresi quei lavori e li ha condotti al punto in cui li ha trovati l'onorevole ministro della guerra, il quale ha potuto proseguirli per avviarli al loro compimento.
Il carattere del senatore Ferrero era di quelli che si ricordano come esempio nell'esercito: sia per la sua integrità, sia per il suo amore al paese ed all'esercito, sia per la devozione ai suoi doveri.
Io quindi, nell'associarmi alle parole del Presidente del Senato, nutro fiducia che vi faranno eco tutti i nostri colleghi.
MAGLIANI, ministro delle finanze. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
MAGLIANI, ministro delle finanze. In nome del Governo io mi associo al compianto del Senato per la morte dell'illustre generale Ferrero, il quale fu ornamento dell'esercito e decoro di questo alto consesso.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1887.